CAPITOLO 5

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Pov. Hermione
Arrivammo a quella che doveva essere villa Malfoy.
Per arrivare al cancello d'entrata dovevamo però percorrere una larga e abbastanza lunga strada sterrata le cui pareti erano siepi altissime.
La Villa mi inquietava man mano si faceva più grande.
Non si era ancora messo a piovere. E l'atmosfera era a dir poco terrorizzante.
Quando giungemmo al cancello ci venne ad aprire una donna. Aveva i capelli ricci neri e arruffati, i vestiti potevano essere scambiati per stracci.
Il suo aspetto inconfondibilmente ripugnante, la sua voce squillante.
Era Bellatrix Lestrange.
I Ghermidori vedendo il suo sguardo interrogativo le mostrarono la "cicatrice" che era stata del tutto mutilata e che non aveva più la forma di quella saetta tanto famosa.
Bellatrix ci squadrò uno ad uno.
E dopo aver ordinato di chiamare Draco, ci fece entrare.
L'ingresso della Villa era immenso.
Eravamo tutti affascinati dalla grandezza di quella "casa", ma il più sorpreso di tutti era Ron.
Non credo avesse mai visto una cosa del genere, per lui questo poteva sembrare un castello.
Mentre ci guardavamo intorno arrivò Draco accompagnato da sua madre e dalla figura spregevole di suo padre.
Gli occhi di Draco erano spenti.
Ci guardammo a vicenda, il suo sguardo era carico di tristezza.
Mi guardava come se volesse chiedere aiuto. Non potevo vederlo così.
Era come se il mio petto fosse stretto da una morsa che si stringeva sempre di più. Questi attimi interminabili furono interrotti da Bellatrix che fece cenno a Draco di osservare attentamente Harry.
Dopo alcuni istanti di totale silenzio Bellatrix ruppe il ghiaccio
B: Allora?
D: Non ne sono sicuro
Era sicuro eccome ma non voleva dirlo.
Dopo la risposta di Draco Lucius si avvicinò a lui e gli disse come se fosse una minaccia
L: Draco. Osserva bene, figliolo. Se saremo noi a consegnare Potter al signore oscuro, tutto verrà perdonato, tutto sarebbe come prima. Capisci?
Altro che tutto come prima, sarebbero sprofondati nell'oscurità, costretti a servire Voldemort per sempre.
Ad un tratto uno dei Ghermidori sottolineò a Lucius il ruolo che avevano svolto lui è i suoi amici.
Lucius si infuriò ma per fortuna Narcissa riuscì a calmarlo.
Intanto Bellatrix aveva fatto avvicinare ancora di più Draco a Harry.
B: Non essere timido tesoro, vieni quì. Se non è chi pensiamo che sia, Draco, e lo chiamiamo, lui ci ucciderà, tutti! Dobbiamo essere sicuri.
Draco era impotente.
D: Come si è ridotto così?
B: Sì, come si è ridotto così?
G (Ghermidore): Lo abbiamo trovato così combinato. Qualcosa lo avrà contagiato nella foresta.
B: O è incorso in una fattura pungente.
Si rivolse a Helen
B: Sei stata tu, carina?
Richiedette la bacchetta di mia sorella per vedere il suo ultimo incantesimo.
B: Beccata!
Detto questo si girò verso i Ghermidori e notò che uno di questi teneva in mano la spada di Grifondoro.
Si infuriò, lanciò incantesimi contro tutti i Ghermidori che erano presenti nella stanza e si impossessò della spada.
Bellatrix si rivolse poi a Narcissa
B: Rinchiudi i ragazzi nel sotterraneo. Voglio fare una chiacchieratina con queste quí. Da donne a donna.
Non potevo permettere che facesse del male a mia sorella, così intervenni io.
H: Lasci andare Helen con i ragazzi, ci sono io, credo che una persona le basterà.
Bellatrix ordinó a Codaliscia di portare mia sorella da Harry e Ron, con molte proteste da parte di Helen.
Rimanemmo solo io e Bellatrix, o quasi. In quel salone erano presenti anche Lucius e Draco, ma molti metri lontano da noi.
Li stavo osservando, Draco voleva venire da me, aiutarmi in qualche modo ma era sotto lo sguardo attento di suo padre.
Presa da tutto questo non opposi resistenza quando Bellatrix mi stese sul pavimento. Era gelido. Bellatrix era sopra di me. Pesava, mi faceva male.
B: Quella spada doveva stare nella mia camera blindata alla Gringott! Come l'avete avuta!
Si stava innervosendo.
B: Voi, che altro avete preso nella mia camera blindata?
Era in preda all'ira stava urlando.
Mi misi a piangere.
Non potevo fare niente.
H: La prego, io non ho preso niente.
B: Non ci credo!
Aveva estratto un coltellino dalle tasche del suo vestito e aveva iniziato a scrivere qualcosa.
Molto probabilmente Mezzosangue.
Mi misi a urlare in preda al dolore misto a paura.
Sì, avevo paura, paura di cosa potesse farmi dopo.
Infatti, come se non le bastasse mi scagliò contro la Maledizione Cruciatus
Visto che non cedetti neanche dopo che la Mangiamorte mi aveva torturata, Bellatrix fece chiamare Unci Unci.

Pov. Helen
B: Rinchiudi i ragazzi nel sotterraneo. Voglio fare una chiacchieratina con queste quí. Da donne a donna.
Avevo paura, chissà cosa ci avrebbe fatto. Mentre Narcissa portava Harry e Ron nei sotterranei intervenne Herm.
H: Lasci andare Helen con i ragazzi, ci sono io, credo che una persona le basterà.
Non ci potevo credere. Hermione mi avrebbe lasciata andare nei sotterranei a far niente e stare in pena per lei? Non credo proprio.
Non potei fare niente che Codaliscia mi aveva già afferrata per un braccio e mi stava trascinando giù con lui.
Lo sguardo di Hermione era più sollevato, era davvero in pena per me, sapere che non mi avrebbero toccata e che sarei stata al sicuro con Harry e Ron la rassicurava.
Ammiravo mia sorella. Non aveva paura di niente o se l'aveva non lo faceva notare. Era una ragazza forte. Avrei tanto voluto essere come lei.
Codaliscia mi gettò nella cella dove erano rinchiusi anche Harry e Ron. Non erano soli. Infatti chiusi nei sotterranei con noi si trovavano anche Luna, il signor Olivander e Unci Unci.
R: Grazie al cielo sei salva!
Ha: Dov'è Hermione?
He: È voluta rimanere da sola con Bellatrix
Mentre spiegavo cosa era successo di sopra sentimmo le grida strazianti di Hermione. Mi misi a piangere, era tutta colpa mia.
Quando le urla cessarono Codaliscia venne a prendere Unci Unci e lo portò di sopra.
Dobby comparve nella stanza subito dopo.
H: Dobby, che ci fai qui?
D: Sono venuto per aiutare Harry Potter.
H: Dobby, tu puoi smaterializzarti?
D: Certo, sono un elfo!
Ci scambiammo tutti uno sguardo d'intesa. Dobby sarebbe stata la nostra salvezza.
H: Allora Dobby, devi portare Luna e il signor Olivander...
R: A villa Conchiglia
D: Ok, ci vediamo in cima alle scale tra 10 secondi.
Mentre Dobby portava il signor Olivander e Luna in salvo, Codaliscia venne a prenderci.
Aprì la nostra cella e poi svenne, erano passati 10 secondi e Dobby lo aveva tramortito da in cima alle scale.
Salimmo gli scalini che ci dividevano dal piano terra.
Hermione era lì, distesa in terra con le braccia aperte, su una di esse la scritta Mezzosangue che ancora sanguinava.

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