Capitolo 2: And

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Ci siamo.
Stiamo ballando, io ci provo e lei continua a sfuggirmi.

Se fai così mi fai impazzire, la voglia aumenta.

Sfioro la sua pelle, fisso le gambe.

Ti porterei in macchina e ti farei urlare.
Ti farei urlare tanto, Lidia.
Morderei ogni cm del tuo corpo.

Annuso il suo profumo e bacio il suo collo quando vengo strattonato e mi arriva un pugno in pieno visto.
"Che cazzo fai, pezzo di merda."

Ma chi è questo?
Sgrano gli occhi, lo fisso e so che sto per spaccargli il bel faccino che si ritrova.
Sono pronto a dargli contro, sento il fuoco divamparmi dentro.

Lidia si intromette, che cazzo fa!
"Hey tesoro spostati, è una cosa che dobbiamo risolvere noi." le dico teneramente.

"Tesoro un cazzo, non permetterti mai più di chiamare mia moglie Tesoro" dice in cagnesco.

Sua moglie?

Il mio sguardo ricade su Lidia, la ragazza che fino a poco fa mi teneva testa e con la quale ci provavo spudoratamente, pensando al momento in cui le avrei strappato via il tubino che le fascia il corpo.

Posa il palmo della mano sulla sua guancia, fissando il belloccio.
"Amore, calmo. Non è successo nulla, stavamo solo ballando. Non mi ha toccata!"

Sei sposata davvero?
Cazzo che affare che ha fatto questo stronzo.

Mi avvicino, chiedo scusa giustificando i miei comportamenti visto che non sapevo nulla di lei, del matrimonio ecc.
"Scusa anche tu magari per il pugno" dice poco convinto, ancora troppo scosso.

"È okay, anche io avrei difeso ciò che è mio" sorrido guardandola.

"Come sta il bambino?" le chiede dolcemente portandola a sé.
Quale bambino?

La ragazza si sfiora la pancia e sorridendo cerca di risollevare il morale del suo maritino.
"Sta benissimo, papà".

Mi torna alla mente quando poco fa ha rifiutato un cocktail, ma non avrei mai pensato potesse essere questo il motivo principale.

"Dammi un paio di minuti e andiamo via insieme, okay?" gli sussurra lei dolcemente facendo gli occhi da cerbiatta.

Cazzo questi due trombano, sicuro.
E io in bianco.
Che palle.

Torno a casa, un po' scosso forse dalla serata, e dal fatto di non aver notato che quella figa assurda fosse incinta.

Tolgo le scarpe, le lascio a terra, sono troppo scocciato per rassettare casa, quando mi arriva un sms:
"Lei."

Lei?

Ma "Lei" è Hannah, l'unica ragazza che io abbia mai amato in vita mia, quella che è partita dall'oggi al domani per il Singapore, senza darmi modo di trovare una solituzione per Noi.

Apro il messaggio:
-Eri carino stasera, ti va di aprire?-

Cosa vorrà dire?
Hannah è qui?

Mi fiondo alla porta e dallo spioncino riconosco una figura familiare: una donna non molto alta, capelli neri e lisci, occhi chiari...

Ho le ginocchia che tremano, ma And!
Contegno.
Ti voglio uomo, ti voglio forte.

Apro.
"Buonasera" ammicco il sorriso più sexy che io sappia fare.
"Buonasera bellezza. Come va?" sorride lei, sotto la porta di casa mia.

"Molto bene, perché non ti accomodi!" Le dico facendole strada.
Carly e mamma non ci sono, settimana dai nonni, accompagnate da Joey.

"Il piccolino? L'hai dato via?" chiede guardandosi intorno.
"È solo in vacanza" sorrido offrendole una birra.
Le nostre mani si sfiorano per un attimo e i nostri occhi si incontrano.

"So che non dovrei chiederlo, ma hai una ragazza?" dice stringendosi nel giubbino che non avevo notato avesse su.

"No, preferisco scopare e basta" dico molto fiero.
Non passano due minuti che le mie labbra sono attaccate alle sue, baciandoci con foga, con passione, come se non avessimo avuto bisogno di altro negli ultimi anni.

Le sue mani dalla nuca si fanno strada trai miei capelli.
Mentre io, con le mani sul sedere, la stringo forte a me.

Quanto mi sono mancate le tue labbra.
Il tuo profumo.

Nessuno dei due parla, ci sono solo gemiti a spandersi nella camera.
Le tolgo velocemente il giubbotto, fissando il suo seno nudo.
"Speravo lo facessi" ammette come una bambina colpevole.

Poso la mano sul suo seno destro e lo stringo nel palmo mentre struzzico l'altro con le labbra e la punta della lingua, ascoltando il suo ansimare.

Mordo il capezzolo tirandolo un po' tra i denti.
Afferra i miei capelli in un pungo e stringe forte la presa tirandoli.

Avevo dimenticato quanto mi eccitassi, stronza.

La sbatto con le spalle alla porta, infilo con prepotenza la mia mano nei suoi pantaloni, fino ad entrare nelle mutandine e poi nella sua parte più intima.
È bagnata, completamente.

Continua ad ansimare, ha chiuso gli occhi e portato la testa all'indietro.

Stai godendo, vero?

Tiro via le dita e la fisso, mentre il suo sguardo mi supplica di continuare.

"Vai a letto." ordino deciso.
Hannah non oppone resistenza, si lecca le labbra e mi prende per mano portandomi con sé.

Ci spogliamo velocemente, lasciando cadere pezzi di stoffa sul pavimento, sparsi qua e là.
Afferro una bustina argentata dal primo cassetto del comodino.
"Prendo la pillola" sussurra Hannah, ma ripenso a questa sera, a Lidia che aspetta un bambino, suo marito tutto fiero...

Io non voglio essere padre.
E poi, non so con chi è stata a letto Hannah negli ultimi anni.

"Meglio non rischiare" sorrido infilandolo.

"Ti avverto, non lo faccio più come un tempo." dico orgoglioso e ferito nel ripensare per un attimo ai nostri momenti di dolcezza, proprio qui, su questo letto.

Hannah non dice una parola, resta ferma a guardarmi.

"Hai un fisico pazzesco" sussurra imbambolata.
Vorrei dirle che anche lei non scherza, ma non importa.
"Grazie" sbotto, aprendo con un solo tocco le sue gambe ed entrando dentro di lei con molta foga.

Le luci sono accese, vedo ogni suo movimento.
La sento impazzire mentre mi accoglie dentro di sé.

Scopiamo, forte, con passione.
Scaricando la tensione, la rabbia.
Spinta dopo spinta mi sento sempre meno nervoso, come se questo tempo non fosse mai passato, poi ci ripenso e mi incazzo di nuovo.

Sono steso a letto, dopo essere venuto nel modo più soddisfacente degli ultimi anni.

Hannah sale su di me, a cavalcioni e prende a baciarmi il petto.
"Pronto per il secondo round? Stavolta resti fermo però." sorride maliziosa, strusciando il suo inguine sul mio.

La mia erezione non tarda a farsi notare e, guardandola, Hannah bagna le sue labbra con la punta della lingua.
"Che dici? Sono pronto?" sorrido con aria di sfida. "Dai, fammi vedere se sei ancora brava." la invito.

Lo facciamo ancora una volta, cazzo se è brava.
È così sexy, così dannatamente sexy.

Quasi ti detesto per essere stata via così tanto.

È tutto finito, devo solo capire come comportarmi adesso. Se le chiedessi di restare farei la figura del coglione, e non mi sembra poi così il caso.
"Grazie per essere passata, ci vediamo in giro..." cerco di darmi un tono.
"Ci vediamo, Gale... comunque abito dove vivevo prima, se ti va, quando hai voglia... mi chiami, okay?"

Mi sta chiedendo di scoparla ancora?
Ma molto volentieri.
"Certo, buona serata" sorrido chiudendo la porta.

Torno a letto, ripenso a poco fa, a quattro anni fa, a quando fino a ieri scopavo chiunque.
E a Lidia, cazzo se è bella.
E a Hannah.
Cazzo.

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