Di fronte a Fausto si ergeva fieramente la sua compagna,con un'espressione a dir poco incazzata.
"FAUSTO DOVE ERI FINITO?!?!?"
L'Akitacorno non sapeva cosa fare,se affrontare coraggiosamente la compagna e morire,oppure scappare come un vigliacco però restando in vita.
I suoi pensieri furono interrotti da uno strano rumore,per poi vedere un piatto frantumarsi a pochi centimetri da lui.
Hachicō infatti aveva preso i piatti e aveva iniziato a lanciarglieli contro.Fausto si nascose dietro ad una scatola di metallo,che per un breva momento gli ricordò la cella dove si trovava fino a pochi attimi fa.
I suoi pensieri furono di nuovo interrotti dal rumore provocato dal rompersi dei piatti che la sua compagna gli stava "elegantemente" tirando contro.Ad un certo punto la raffica di piatti volanti si interruppe,e Fausto,pensando che i piatti fossero finiti,uscì dal nascondiglio,per poi vedere le sue due figlie,Shelby e Clarisse,discutere con Hachicō chiedendogli se potessero lanciare i piatti.
Sul volto di Hachicō comparve per un breve momento un ghigno,per poi dare alcuni piatti alle due figliole,che intanto saltellavano entusiaste.
Clarisse afferrò un piatto e lo lanciò voi sapete dove,e Fausto cadde a terra dolorante,sapendo che il dolore che stava provando in quel momento non era niente in confronto alla ramanzina che la moglie gli avrebbe fatto,infondo era la tredicesima volta,quella settimana,che finiva al commissariato per incidenti d'auto,per fortuna non aveva ucciso nessuno.
La compagna si avviò verso Fausto a passo calmo,rilassato,che tradiva la sua espressione "leggermente" incazzata.
Hachicō perdeva molto difficilmente la pazienza,ma quando lo faceva era meglio stare ad almeno ventordici metri di distanza da lei.
Afferrò il marito per un orecchio e lo portò in un posto isolato,iniziando a fare una ramanzina che rimarrà nella storia delle ramanzine.
Fine.
Forse...