02; Sogno o realtà?

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Era la prima ora di un noiosissimo giorno di scuola apparentemente uguale a tutti gli altri, e il professor Joji era più che preso dalla propria spiegazione di una regola matematica, scrivendo come un razzo alla lavagna e aspettandosi che i suoi studenti copiassero e capissero tutto in tempo zero.

«Quindi, in base a come vi ho appena spiegato, la soluzione di questa equazione di terzo grado è...» disse con la sua solita voce strascicata da ultra sessantenne, finendo di scrivere alla lavagna, per poi voltarsi di centottanta gradi verso i suoi alunni, tenendo sempre il gessetto fra le mani.

I più stavano diligentemente scrivendo, non riuscendo a star dietro all'incredibile velocità del professor Joji, altri si stavano scervellando per la risposta, altri ancora - ovvero i più bravi della classe - erano già pronti con la mano alzata per dare la risposta.

Joji li passò in rassegna uno ad uno, le braccia incrociate al petto e un'espressione severa, che si trasformò in un cipiglio ben poco convincente non appena i suoi occhi spaziarono fino agli ultimi banchi e si posarono su un'alunna addormentatasi di brutto, con la testa appoggiata sfacciatamente sul banco.

«Studentessa Kim Sejeong, vuoi rispondere tu o vuoi un cuscino per dormire più comoda?» la riprese allora il prof, ad alta voce, facendo voltare tutti i presenti verso la diretta interessata.

Ma quest'ultima parve non accorgersi minimamente del richiamo del professor Joji, continuando a dormire come se niente fosse.

A quel punto un suo vicino di banco, dopo aver alternato preoccupato lo sguardo fra lei e il professore, decise di allungare un braccio verso Sejeong e scuoterla leggermente per poterla richiamare alla realtà.

«Sejeong-ah...» le sussurrò, non ottenendo però alcuna risposta.

"Dannazione, se non si sveglia se la vedrà davvero brutta!" pensò poi, insistendo col suo metodo infallibile - ma non per Sejeong.

«Aish! Yah, Sejeong-ah, svegliati!» le sussurrò quindi più forte, questa volta venendo però inevitabilmente udito dal prof.

«Non preoccuparti, Yan An. Ci penso io» sentenziò quest'ultimo, posando il gessetto e avanzando a passi lenti e minacciosi verso l'ultima fila di banchi, facendosi strada fra orde di alunni terrorizzati.

«Oh no, ora la sveglierà col suo soffio freddo come il ghiaccio!» mormorarono i più impietositi, essendo perfettamente a conoscenza dei subdoli metodi del professor Joji nei confronti degli alunni che si dimostravano negligenti durante le sue ore di lezione.

E infatti le loro previsioni si rivelarono corrette: il prof, facendo risuonare i suoi passi per tutta l'aula, una volta giunto al cospetto della povera Sejeong ancora beatamente addormentata, le si mise affianco e, piegatosi alla sua altezza con un ghigno minaccioso dipinto in volto, si preparò ad agire come di consuetudine.

Prese un respiro profondo tanto quanto gli bastasse per gonfiare le guance d'aria, dopodiché prese la mira in direzione del padiglione auricolare destro della malcapitata e soffiò come se non ci fosse un domani.

«AAAAAAAAAAAHHH!» fu l'immediata reazione di Sejeong, che si ritrovò con una mano posata in corrispondenza del punto dolorante e un'enorme confusione che regnava nella sua mente.

Pochi secondi dopo, quando il momento clou del dolore venne meno, la ragazza si guardò intorno continuando a non capire nulla, nemmeno quando i suoi occhi si posarono proprio sul professor Joji, che continuava a troneggiare su di lei con le braccia ai fianchi, nella sua tipica e temeraria posizione da boss.

Enjoy life now ☼ PENTAGON/I.O.IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora