03; Tutta colpa di un diavolo

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Ormai stanca di stare a parlare con quello smielato di Yan An e a farsi congetture mentali che avevano l'effetto di confonderla ancora di più, Sejeong si spazientì definitivamente e decise di cominciare a salire con rapidità le scale antincendio.

«Sejeong-ah... yah! Ma dove vai?!» le chiese Yan An, che si accorse soltanto dopo qualche secondo di quanto la ragazza stesse correndo, nell'evidente tentativo di seminarlo.

«Devo fare una cosa... e non seguirmi!» gli urlò infatti in risposta lei, tenendolo d'occhio dal pianerottolo del primo piano che stava percorrendo di corsa, mentre Yan An si trovava ancora molto più in basso.

Ma non ci avrebbe messo tanto a raggiungerla... perché, con gran sorpresa della stessa Sejeong, lo Yan An del suo sogno era più agile e veloce di una gazzella, contrariamente a quanto avrebbe pensato.

Ecco il motivo per cui, dopo neanche cinque secondi da quando Sejeong era finalmente arrivata sul tetto della scuola, Yan An le fu subito dietro, temendo che la sua amica, già terribilmente schizzata da quel mattino, potesse cimentarsi in qualche azione avventata senza averci prima ragionato insieme, come invece spesso facevano.

«Stai indietro, voglio provare a buttarmi!» cercò di allontanarlo lei, protendendo una mano in avanti verso di lui e indietreggiando di qualche passo.

«Yah! Sejeong-ah, ma che dici?! Non fare cose avventate, e dimmi che ti succede!» la bloccò di slancio Yan An, riuscendo all'ultimo minuto a prenderla per un braccio prima che si avvicinasse troppo al cornicione, e lanciando preoccupato un'occhiata di sotto.

Saranno stati ad almeno trenta metri d'altezza, e chiunque si fosse buttato da lì si sarebbe senza dubbio sfracellato tutte le ossa.

"Devo farla ragionare, devo farla tornare in lei! Non è possibile che sia cambiata da così a così, dal nulla! E non posso nemmeno pensare che sia schizofrenica, dato che la conosco più che bene sin dalle medie!" pensò poi Yan An, confuso e preoccupato più che mai.

Ora, non che si potesse ragionare civilmente su questioni troppo delicate come un tentato suicidio, ma... beh, qualsiasi umana coscienza avrebbe impedito un gesto estremo del genere, per di più attuato senza nemmeno una causa plausibile!

Nel contempo, anche Sejeong pensava a quanto fosse estremo il suo piano, ma anche che, se avesse veramente funzionato, sarebbe finalmente potuta tornare alla tanto desiderata normalità.

Tuttavia, ad interrompere le sue intenzioni non ci pensò soltanto Yan An, bensì anche una nuova presenza, comparsa sul tetto da chissà dove, che si avvicinò rapidamente ai due da dietro e li fece sussultare quando parlò.

«Ehi, voi due! Non sapete che l'accesso al tetto della scuola è riservato solo al personale scolastico?» li apostrofò, indicandoli con fare di superiorità.

Sejeong e Yan An si voltarono simultaneamente verso la voce, scoprendo che apparteneva nientemeno che a uno dei tanti bidelli della scuola, un uomo occhialuto di mezza età con un fisico non esattamente in forma, che stava evidentemente svolgendo un qualche lavoretto di manutenzione a pochi metri di distanza.

«Noi... noi infatti ce ne stavamo proprio andando! Abbiamo sbagliato scale!» si giustificò subito Yan An, abbassando lo sguardo, avvolgendo timidamente un braccio attorno alla vita di Sejeong e prendendole con forza una mano, per poi condurla via di lì, nella speranza che lei le avrebbe spiegato le sue intenzioni da pazza una volta giunti di nuovo di sotto.

Enjoy life now ☼ PENTAGON/I.O.IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora