(SPOILERS)
Quella fu la loro ultima missione. L'ultima missione che l'umanità si ritrovò a compiere. Il genere umano, dopo centinaia di anni, finalmente aveva avuto la tanto agognata vittoria. I giganti erano stati sconfitti così come il dispotico governo Marleyano. Molti abitanti, delle mura e non, festeggiavano quel giorno glorioso e i soldati che, con coraggio e devozione, avevano reso il tutto possibile. Ma altrettante persone si ritrovarono a convivere con il terrore di non riavere i propri familiari a casa o essere già al corrente che essi non sederanno mai più al tavolo con i propri cari.
Le vittime, come in ogni spedizione, non mancavano. Ma quest'ultima missione contava il doppio dei morti e dei feriti. E ancora le ricerche per localizzare tutti i cadaveri non erano concluse. Chi aveva perso un figlio o un marito si reggeva alla convinzione che lui fosse morto coraggiosamente in battaglia e avesse, fino all'ultimo respiro, combattuto per la libertà.
Quei pochi soldati ancora fedeli al corpo di ricerca dedicarono anima e cuore per la vittoria, ma un gesto disperato di due i essi aveva lasciato un vuoto nel cuore e due persone in particolare.
Eren e Jean erano tra i boschi sorreggendosi l'un l'altro, trattenendo le lacrime per non mostrarsi debole all'altro. Ormai era chiaro a tutti il motivo del loro comportamento.
Il capitano Levi Ackerman e il cadetto Mikasa Ackerman avevano perso la loro vita per proteggere i due ragazzi dai colpi di pistola da parte delle vedette che circondavano Marley. Può sembrare una morte stupida per gli Ackerman, ma accadde proprio così. Si sa, ogni componente di questa famiglia ricerca il proprio padrone. Per la ragazza corvina prima Eren e poi Jean, per il capitano prima il comandante Erwin Smith e poi Eren. E loro sono pronti a tutti per proteggerli, a cisti della loro stessa vita.
I quattro erano sul campo di battaglia, l'uno che copriva le spalle all'altro, ma tutto accadde così i fretta che Eren e Jean ci misero diversi secondi per capire che cosa fosse davvero successo.
Si sentirono i colpi delle armi da fuoco.
I proiettili che tagliavano l'aria e si dirigevano verso il biondo e il castano. L'impatto che non arrivò mai.
Due corpi che si accasciavano per terra.
Il segnale di ritirata dei nemici e la vittoria.
Eren si lasciò andare urlando come poche volte aveva fatto.
Lascava trasparire, dolore, frustrazione, tristezza.
Subito Jean lo prese in braccio, in modo che il castano circondasse il corpo del biondo cenere con braccia e gambe e che Jean lo sorreggesse dalle natiche, per poi correre via.
Arrivarono nel fitto della boscaglia che si estendeva accanto alla città, per poi fermarsi nei pressi di un ruscello che scorreva placido per tutto il bosco. Adagiò Eren accanto a una roccia e gli lasciò un buffetto sulla guancia sedendosi accanto a lui, prendendo la testa del castano e poggiandola sulla sua spalla.
Corsero interminabili minuti di silenzio quando Eren parlò
«Amavi mia sorella?»il biondo rimase stupito, si aspettava tutto meno quella domanda
«Credevo di sì» rispose sinceramente appoggiando il braccio sul ginocchio
«Come "credevo di sì"» disse Eren leggermente accigliato
«Mikasa è sempre stata la ragazza dei miei sogni. Se da piccolo dovevo disegnare colei che avrei voluto al mio fianco da grande, disegnavo lei. Quando vi incontrai ebbi il così detto colpo di fulmine. Voi eravate sempre insieme e io ero sempre più geloso. Col passare del tempo capii che in realtà non ero geloso di te, non mi interessava davvero lei» Jean scosse la testa per rimuovere i pensieri dalla testa
«Tu invece Eren? Lo amavi?» continuò poi, sviando il discorso.
Il castano subito capì che si riferiva al capitano Levi e all'inizio si limitò ad annuire per poi aggiungere una cosa
«Abbiamo parlato prima della missione e della remota possibilità di rimanere vivi entrambi. In un primo momento non volevo credere alle sue parole, poi capii che aveva ragione. Allora mi baciò e mi diede una lettera» fece uscire una busta giallognola dal taschino dentro la giacca e lo passò a Jean
La lettera così recitava:Caro Eren,
spero di averti dato questa lettera dopo averti baciato, perché sarà il mio bacio d'addio. No Eren, so come sei fatto, starai già frignando come il moccioso quale sei, quindi ferma quelle lacrime che non servono a niente. Solo a causare altri dispiaceri. Dopo tutti questi anni posso dire di conoscerti appieno.
Inoltre mettiamo in chiaro una cosa: non pensare che io non abbia capito la tua infatuazione per me, fai schifo a mentire e ti si legge in faccia a chilometri di distanza. Ma so anche che mi dispiace, avrei voluto amarti come meritavi, ma non sono la persona giusta. Lei è così tanto vicina a te che tu non puoi immaginare.
Vi ho visti così tante volte insieme che ormai non riesco più a vedervi separati.
Vi ho visti così tante volte litigare, per poi comportarvi come amici di vecchia data
Vi ho visti così tante volte con gli occhi pieni di amore e l'inconsapevolezza di star provando quel sentimento.Ti voglio chiedere alcune cose Eren, queste sono le mie ultime volontà e sarei davvero fiero di te se tu le portassi a termine. In caso contrario non posso non dire di essere comunque soddisfatto di te.
E ora leggi attentamenteEren, vai oltre quelle mura ancora una volta e respira l'odore della libertà.
Ascolta tutti i suoi rumori e i suoi silenzi. Senti sulla tua pelle l'ebrezza di quel momento e non ti stancare mai di quei colori vivaci. Goditi quegli istanti appieno e non ti dimenticare mai quanto hai sofferto per conquistare anche solo un minuto della tua libertà.Poi apri gli occhi all'amore. E non quello che provi per me. Perché il rapporto tra un cane e il proprio padrone non è amore, bensì fiducia. Ora devi andare avanti e scoprire il vero significato della parola amore, con tutte le sue sofferenze e le sue gioie. Quando capirai cos'è l'amore, fai la cosa che ti riesce meglio. Sorridi.
Mostra quel tuo dono alla persona che ami.
E fai in modo che anche il sole rimanga abbagliato dalla tua luce.Addio,
Levi.Appena il biondo concluse la lettera la strinse tra le mani, tenendo il capo chino
«Hai pensato a chi si potesse riferire il capitano con quelle parole?»
«Certo» rispose sicuro il castano
Jean si voltò verso l'altro e quasi non rimase per quello che gli si parò davanti.
«E-Eren...»Jean deglutì per poi balbettare quelle quattro lettere
«Jean...»
Fu un attimo e le loro labbra avevano annullato la distanza tra i due ragazzi. Esse si incastravano perfettamente come se fossero fatte l'una per l'altra.
Quel giorno, Eren e Jean erano determinati a bearsi di ogni tocco, ogni sfioramento, ogni bacio rubato. Liberi da ogni cosa potesse tenerli un minimo distanti. Felici, sulla riva del fiumiciattolo, sotto le fronde di quegli alberi che li proteggevano da occhi indiscreti.
La natura attorno a loro custodiva gelosa quel segreto, solamente lei e i due amanti potevano capire tutto l'amore che i due si scambiarono quel giorno.
Da allora finché se ne ebbe memoria...
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Scritto da Kate.
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Lost souls (Attack on Titan one-shots)
FanfictionSerie di brevi racconti su tutte le ship dei personaggi di Attack on Titan.