(Terza parte)
"Ah... sì, cazzo.." sospirai ancora una volta, ad ogni boccata una sensazione di piacere e leggerezza s'impadroniva di me. Quel mercoledì pomeriggio era arrivato prima degli altri giorni, finalmente direi! Potevo essere libero di espellere dal mio corpo ogni forma di stress ed altri eccessi... non so se mi spiego.
"Dimmi se questo non è relax; crepuscolo, vento fresco, scopata liberatoria senza alcuna fretta, marijuana dritta dal Marocco e nessun problema." Se ne uscì Lana roca, dopo aver buttato una boccata di fumo verso il tetto, senza guardarmi.
Adoravo come teneva la marijuana tra le dita sottili e curate, quasi quanto quelle stesse dita mi accarezzavano su e giù il fratellino allegro e pimpante.
La sua chioma chiarissima se ne stava sparsa e scomposta sul cuscino di Joker del suo letto, e completamente nuda teneva il ritmo col piede di Message in a bottle dei Police sulla mia coscia. Era un sistema che usava spesso su di me, diceva che la rilassava, mentre a me lasciava inevitabilmente chiazze rosse da schiaffi ovunque.
Ma se poi il guadagno era metterla alla pecorina, potevo anche chiudere un occhio, no?
"Un problema te lo porrai quando finirai quella stramaledetta canna." ridacchiai avvicinandomi al suo orecchio per mordicchiarlo, mentre guidavo la sua manina libera su Ax Junior, impaziente come al suo solito.
Che ci potevo fare se con Lana era sempre felice?!
La bionda rise di rimando, contorcendosi accanto a me mentre cercava le mie labbra.
"Ah si?"
Catturai le sue nella mia bocca, divorandole, quando mi accorsi del suo giochetto. Tossicchiai sentendomi gli occhi inumidirsi, facendo fuoriuscire il fumo che la stronzetta, che intanto se la rideva, mi aveva filtrato in gola senza che me ne accorgessi. Che bastarda. Diedi un altro colpo ti tosse strizzando gli occhi, mentre la sovrastavo. Lana avrebbe riso ancora per poco. Le misi un dito su quelle labbra di pesca, con ancora quel maledetto sorrisetto.
"Devo fare pipì, tu finisci presto. Perché come tornerò da là" indicai con il braccio teso dietro di me il bagno adiacente la camera "monterò su di te e ti scoperò così forte da far venire il capogiro ai tuoi antenati." La fissai serio, non riuscendo a reprimere un ghigno, anche se da lì a poco sarei scoppiato a ridere come un cretino.
La sua faccia era tutto un commento, sono un fottutissimo...
"Aaah!"credo di aver urlato come una donnetta, ma non ne sono così sicuro. Le mie dita erano incastrate tra i suoi denti e mentre cercavo di liberarmi, mi fece ruzzolare giù dal letto perdendo l'equilibrio, seguito dalla sua risata derisoria. Credo che era venuto a me il capogiro...
Sia ringraziato il cielo. Ha ragione Victor quando dice "Se dovessi cadere, ti aggiusteresti sicuramente!
L'unica cosa che azzecca Victor è il congiuntivo. "SE DOVESSI CADERE"!
Va' a pisciare, Achille.
Moria, luce della mia vita, non fai mai appieno il tuo dovere...
Quanto è difficile pisciare con un erezione, solo noi uomini lo sappiamo. Ed ero anche abbastanza fatto -e provato dalla collisione col pavimento- da essere abbastanza convinto di non aver centrato completamente il buco del cesso. Se Lana avesse visto cosa avevo combinato in quel momento, me l'avrebbe amputato prima di farmi finire di ridermela.
E se fosse successo a casa mia? Avrei sentito porconnare mio padre come uno scaricatore di porto! Ancora peggio se, nelle mie notti di sonnambulismo, avessi pisciato di nuovo nel suo armadio, credendolo il cesso.
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Diamante Nero
RomanceAchille Diefield è un ventitreenne universitario che non sa ancora cosa cercare davvero nelle piccole cose che circondano la sua vita. Tra gli arti marziali, la sua passione, Victor e Jake, i fratelli che non ha mai avuto, e le serate più fantasiose...