XXII. Cuore nero

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Lui amava lei, e lei amava lui. Ma provenivano da due mondi differenti. Lei era una bella fanciulla, una sirena e lui sapeva di essere un bandito gettato in mare non capace di rimanere nello stesso posto a lungo. Sapeva che non potevano essere niente, non importava quanto si amassero l'un l'altra.
Lei era così tenera e dolce e oh così aggraziata, lui incapace di amarla veramente, aveva visto troppe cose oscure, orribili addirittura.
Il suo cuore ormai era diventato nero. Ricordava ancora quando erano insieme, quando combattevano o quando si baciavano e nient'altro importava.
Bramava, bramava per qualcosa che non avrebbe mai potuto essere, felicità, amore, lei.
Sembrava una sensazione temporanea, ma sarebbe rimasta per sempre.
Guardò per un'ultima volta quel viso, ormai diventato troppo pallido e voltandosi versò una lacrima giurando che sarebbe diventata niente, solo una memoria.

"Spugna, hai preso la povere?!"

"Si capitano!"

"Ottimo. Ciurma alla nave! Andiamo via da questo luogo di illusi."

Che tipo di amore può sentire un pirata? I cui mezzi di sussistenza sono attraverso la morte di altri uomini, attraverso la fortuna di altri uomini. Un uomo che caccia o viene cacciato, persino prima che il vento nascesse dalle maree.
Un uomo il cui destino può essere deciso dagli abissi del mare o dal cappio al collo.
Un cuore nero come la bandiere sotto la quale navigava.
Un cuore nero come il fondo dell'oceano.
Ma anche un cuore nero può amare.

L'amore di UncinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora