VIII. L'essere sbagliato

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Le sorelle di Isabella si chiedevano spesso dove fosse, ma non immaginavano neanche lontanamente cosa le stesse accadendo. Lei felice e spensierata stava nuotando verso l'isola del teschio dove la stava aspettando Uncino. Arrivò sullo scoglio ai margini della laguna dell'isola e vide Uncino sul pavimento roccioso dall'altra parte. Egli sentì il rumore del muoversi dell'acqua dietro di lui e voltandosi, pensando di ritrovare Peter, vide la sirena. I due si avvicinarono l'un l'altro, incontrandosi nel bel mezzo dell'isola e si guardarono intensamente negli occhi. Uncino si abbassò per avvicinarsi all'acqua, dove Bella era appoggiata sulla sponda della roccia. Fece allontanare il pirata per potersi sedere e una volta fatto la sua coda si ritrasformò in due gambe. Uncino, sorpreso e spaventato, porse la mano verso la ragazza per aiutarla ad alzare e lei, barcollando, si alzò appoggiandosi su di esso. Uncino fece un sorriso di compiacimento:

"Ultimamente ti penso spesso. In questi giorni ti ritrovo dappertutto. In poco tempo mi sei entrata dentro e hai fatto tanto rumore e fracasso da lasciare indietro pezzi disordinati di te. Ed io li colleziono tutti mano a mano."

Bella cercò di allontanarsi.

"Non mi sarebbe permesso tutto questo, non potrei nemmeno uscire dall'acqua senza le altre". Uncino si avvicinò e le accarezzò il viso con la mano sinistra:

"Parli con un pirata, non è che io faccio molte cose legali."

Alla ragazza scappò un sorriso e Uncino la prese per mano portandola al confine dell'isola.

"Mi piacerebbe mostrarti il mio vascello un giorno" disse con tono soave.

"Non sono mai stata su una nave, in effetti non sono mai stata da nessuna parte, non mi è permesso." rispose Isabella.

"Ma mia cara è oltremodo barbaro, vieni con me e ti insegnerò come essere una perfetta pirata!" propose Uncino.

"Beh, non mi dispiacerebbe, cosa penserebbero le altre se diventassi una pirata?" disse ridendo Bella "si va bene, accetto!" concluse.

Uncino sorrise e la strinse a se portandola sulla scialuppa con cui si era servito per arrivare sull'isola. Isabella ne approfittò per godersi il panorama da asciutta e pensò a ciò che andava incontro. Sapeva molto bene che andava tutto quello era sbagliato, ma Uncino lo faceva sembrare dannatamente bello l'essere così sbagliato.

L'amore di UncinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora