Capitolo 2 - Destino

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CLAUDIO

Si precipita fuori dalla stanza e corre verso l'ascensore, mentre manda velocemente un sms a Paolo chiedendogli la posizione dell'albergo in cui dovrà recarsi per la firma del contratto.

Questo mi ammazza.

La risposta gli arriva istantaneamente, seguita da almeno trenta punti esclamativi.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Apre il gps e si blocca, confuso.

In che senso il punto di partenza e quello di destinazione coincidono?

Si lascia scappare una risatina sollevata quando si rende conto di trovarsi nello stesso albergo in cui alloggia il team di Arianna Mennoia.

Una gioia.

Si fa indicare da un membro dello staff la sala conferenze e apre la porta, con un sorriso smagliante e accattivante.

- Scusatemi il ritardo. Ho avuto un inconveniente. – dice, cercando di salvare la situazione.

- Oh, mr. Sona, benvenuto! – lo accoglie la donna bionda, con un sorriso così ampio che Claudio si chiede se si sia slogata la mascella.

- Vogliate perdonarmi. Il traffico, sapete... - si giustifica, prendendo posto accanto al suo manager, mentre Arianna Mennoia annuisce.

- Certo, certo, nessun problema. Iniziamo? –

- Bel vestito. – sibila, gelido, Paolo – Sembra quasi lo stesso di ieri sera. –

- Che vuoi farci, questi completi sono tutti uguali. – risponde, con un sorrisino.

***

- E questo è l'ultimo. – esordisce Arianna, porgendogli un foglio. Claudio firma, distrattamente. Paolo ha già letto tutto per lui. Qualcuno potrebbe pensare che sia da incoscienti fidarsi così tanto di un'altra persona, ma lui non è tra questi.

Affiderebbe a Paolo la sua stessa vita.

- Benissimo, abbiamo concluso! – esclama quest'ultimo con un entusiasmo fuori luogo.

- Meraviglioso, Claudio. – ride Arianna. Perché sta ridendo? A quanto pare c'è qualcuno più fuori di testa di Paolo – Posso chiamarti Claudio, vero? – chiede, con tono zuccheroso.

No vorrebbe rispondere. Prima che possa parlare, però, intercetta lo sguardo del suo manager e decide che tiene troppo alla sua vita per rischiare in questo modo.

- Certo! – dice, con enfasi, stampandosi in faccia un sorriso fintissimo.

- Oh, caro. Sei così gentile. E bello. Come mai ancora single? – domanda, ammiccante.

Claudio si chiede se la donna abbia capito che è gay. G-a-y. Fino al midollo. Nessuna possibilità di ripensamenti.

- Ehm... aspetto l'amore. – risponde con la prima cosa che gli passa per la testa.

Involontariamente, il pensiero va al ragazzo che ha lasciato a letto quella mattina.

Mario.

Si riscopre a sperare ardentemente che lo chiami.

Sono passate ormai due ore da quando è uscito da quella camera d'albergo, e cerca di non farsi prendere dallo sconforto quando, controllando brevemente il cellulare, nota che non ci sono avvisi di chiamare o messaggi da leggere.

Mani che si sfiorano, labbra socchiuse, sospiri spezzati.

Corpi uniti, pelli che sfregano, gemiti non trattenuti.

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