Capitolo 9 - Andarci piano

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Lo schiocco dei baci è l'unico suono presente nella stanza.

Le labbra di Claudio sono esattamente come Mario le ricordava.

Anzi, sono anche meglio.

Calde, morbide, gentili, passionali.

E quel piercing.

Dio, quel piercing lo sta mandando fuori di testa.

Mario non sa se è l'effetto di Claudio che bacia alla perfezione o semplicemente sono loro due insieme, ma non si è mai sentito così bene come in quel momento. E, a giudicare dal modo in cui sente il cuore di Claudio battere contro il suo, per lui deve essere lo stesso.

È tutto estremamente naturale fra di loro, che non si preoccupano minimamente di essere sul pavimento freddo di una stanza o di aver litigato fino a poco prima, ma continuano a baciarsi come fossero chiusi in una bolla.

Mario lascia le labbra di Claudio solo per permettere a entrambi di riprendere fiato. Però, non vuole assolutamente rinunciare al contatto con il suo corpo, quindi prende a vezzeggiare il suo collo, mentre accarezza la pelle calda appena sopra il suo fondoschiena. Sente le mani di Claudio stringersi sui suoi fianchi e il suo bacino spingersi contro il suo corpo.

E ok, Claudio sente decisamente tutto quello che sente anche lui.

Dopo giorni di incomprensioni e tensione, vuole Claudio così tanto, si vogliono così tanto, che sta sul serio prendendo in considerazione l'idea di godersi – in tutti i sensi – il loro tempo chiusi nel benedetto guardaroba.

Il castano, dal canto suo, ha il cervello completamente impazzito. Non riesce a pensare ad altro che a Mario, alla sua bocca, al suo corpo, a quanto vuole sentirlo ancora. Le labbra del moro sul suo collo glielo fanno desiderare anche di più.

Dopo qualche secondo, però, sente la mancanza delle labbra di Mario sulle sue, quindi si impossessa di nuovo della sua bocca, alzando il busto e costringendo il moro a sedersi a cavalcioni su di lui. Tira un lembo della sua maglietta verso l'alto, per invitarlo a toglierla, e Mario sta per esaudire la sua silenziosa richiesta quando un paio di voci provenienti dall'esterno lo bloccano.

- Claudio! Claudio sei qui dentro? -

Si fermano, ansanti. Dovrebbero essere sollevati dal fatto che qualcuno li abbia finalmente trovati, eppure nessuno dei due lo è davvero. Il castano riesce solo ad alternare il suo sguardo tra la bocca del moro e i suoi occhi, fissi su di lui e carichi di desiderio.

- Claudio! Mario! Rispondete! -, insiste qualcun altro.

- Maledetto Paolo -, sussurra Claudio, avendo riconosciuto la voce del suo agente. – Siamo qui! Siamo rimasti chiusi dentro -, risponde, dopo essersi schiarito un po' la voce più roca del normale.

- Adesso vi tiriamo fuori –, dice Paolo, e subito dopo lo sentono ordinare a qualcuno di cercare aiuto.

Mario posa la fronte su quella di Claudio solo un attimo, prima di rilasciare un sospiro profondo e alzarsi: non gli sembra il caso di farsi trovare avvinghiato all'altro. Claudio lo segue a ruota, guardandolo un po' preoccupato dall'improvviso distacco fisico. Ha fatto qualcosa di sbagliato? Ha corso troppo? Eppure gli sembrava... coinvolto.

- Va tutto bene, Clà -, lo rassicura Mario, senza che l'altro abbia bisogno di chiedere niente. Il moro non vuole in alcun modo che pensi che si sia pentito di averlo baciato o che dubiti ancora di lui, perciò si avvicina e fa incontrare di nuovo le loro bocche, brevemente. Claudio sorride sollevato contro le sue labbra, godendosi gli ultimi momenti di pace prima di essere liberati.

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