CLAUDIO
- Che cazzo fai? – urla Claudio, afferrando un asciugamano.
- Tu che cazzo fai! – sbotta Mario coprendosi gli occhi e arrossendo.
Claudio si prende quel tempo per osservarlo.
Ha il viso un po' stanco e la barba appena un po' più lunga.
Sembra assonnato.
Si sente ridicolo perché ha visto questa persona per due ore una notte e già è in grado di leggere così bene il suo viso.
- Cosa ci fai qui? – domanda, una volta che si è coperto meglio.
- Secondo te? Ci lavoro. Tu cosa ci fai qui. –
- Sono il nuovo testimonial. – risponde Claudio, duro. I due si fissano, come se fossero su un ring.
- Non avevo idea che fossi tu. – dice, infine, Mario.
- Già. Come no. Non facevi lo stilista? – lo vede adombrarsi e non rispondere – Ti chiami Mario, almeno? –
- Sì. – ribatte lui, piccato. Sembra offeso. E in imbarazzo. Sicuramente a disagio – Stronzo. – sussurra, a voce bassa. Probabilmente pensando di non essere sentito.
Una dolorosa consapevolezza si fa spazio nel suo petto, perché sta cominciando a capire cosa è successo.
Ha passato due giorni a tormentarsi e a chiedersi perché.
E il motivo è chiaro davanti ai suoi occhi. Lo ha solo usato.
A Mario non è mai interessato davvero di lui. Voleva solo la sua scopata occasionale e l'aveva avuta.
E Claudio era stato così stupido da concedergliela, illudendosi che ci fosse un coinvolgimento anche da parte del moro.
Illudendosi che l'avrebbe richiamato.
Stringe i pugni, arrabbiato.
Stronzo?
Bene, inizierà a comportarsi di conseguenza.
Mette su la sua migliore espressione cattiva e lo guarda.
- Quindi? Cosa vuoi? –
- Presentarmi. Dovrò assisterti durante la fashion week. – risponde, ancora imbarazzato.
- Sì. Mi hanno detto che sarai la mia ombra. –
- Non sarò la tua ombra! – sbotta, offeso – Lavoreremo insieme. –
- Sì, beh. Lavora insieme a me portandomi un caffè. Macchiato. Con latte di soia. Sai, la dieta. – dice, mentre con una mano fa un gesto come a voler mostrare il proprio corpo. Sente gli occhi di Mario che gli bruciano la pelle e, come due notti prima, percepisce la tensione tra loro. Percepisce l'intesa. La chimica.
Ricorda come si era sentito bene tra le braccia del moro.
Ma ricorda anche di quanto, invece, si sente male in quel momento.
Quindi, ancora una volta, mette su la sua maschera – Ti piace ciò che vedi? – il moro sobbalza, arrossendo. È adorabile. Anzi no. È uno stronzo. Perché l'essere imbarazzato e balbettante che aveva avuto davanti fino a quel momento, in qualche modo, subisce una trasformazione. E diventa un bastardo:
- Ho visto di meglio. Pronto tra venti minuti. Imparerai presto, Claudio Sona, che qui nel nostro team la puntualità è importante. Datti una mossa. Non ci piace aspettare. – dice per poi voltargli le spalle e chiudere la porta del bagno.
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Punto di base
FanfictionA scuola di ricamo, la prima lezione che ti tocca ascoltare è quella sui punti di base. Le fondamenta da cui parte tutto. Per Mario, Claudio è proprio come un punto di base. Claudio, invece, non sa assolutamente nulla di cucito, ma sente che Mario p...