Quando resti chiuso senza via d'uscita in una stanza, o in un guardaroba, la prima cosa che ti viene da fare è prendere il cellulare per avvisare qualcuno, per poi subito dopo maledire quell'aggeggio, perché, ovviamente, non c'è nessun segnale.
La seconda cosa che fai, probabilmente, consiste nel battere i pugni contro la porta, giusto per dar sfogo alla rabbia per esserti ritrovato in una situazione del genere.
Poi, in un moto esagerato di virilità, prendi la porta stessa a spallate, anche se ti rendi conto che non la butterai mai giù, perché non ti trovi in un film, e le porte non vanno giù come se fossero fatte di carta velina.
Se ti capita di restare rinchiuso da solo, a questo punto ti rassegni a dover passare la notte isolato dal mondo, nella speranza che qualcuno ti venga a salvare la mattina dopo.
Se, invece, a restare bloccati siete tu ed un'altra persona, ci sono due alternative per affrontare la situazione: fate l'amore o vi uccidete a vicenda.
Ecco, se la notte in cui si sono conosciuti qualcuno avesse detto a Claudio e Mario che di lì a tre giorni si sarebbero trovati bloccati in un guardaroba, probabilmente avrebbero optato per la prima opzione, e ne sarebbero stati più che felici.
I Claudio e Mario che però hanno vissuto i tre giorni passati da quella notte come se si trovassero all'inferno, e che hanno appena trovato un fragile punto di incontro, hanno sentito più vicina l'ipotesi dell'omicidio fin dal primo momento.
- La pianti di colpire quella maledetta porta? Non l'aprirai mai. -
- Di sicuro non l'aprirà nemmeno il tuo fissarla torvo, Mario. Almeno io sto facendo qualcosa. Qualcuno potrebbe sentire il rumore dei colpi. -
- Il piano è isolato, Claudio. Non c'è nessun altro qui, solo noi -, spiega Mario, lasciandosi scivolare spazientito lungo una parete.
- Ma come fai a essere così tranquillo? -
- È una cosa che non posso cambiare, non serve a niente agitarsi -, risponde al castano. Lascia andare la testa contro il muro alle sue spalle e chiude gli occhi, rilasciando un sospiro. È scomodo, certo, ma se proprio deve stare per chissà quanto tempo bloccato lì dentro, vuol dire che ne approfitterà per dormire, visto il poco riposo degli ultimi giorni. Probabilmente, se si lasciasse prendere dal panico, farebbe qualcosa di cui poi si pentirebbe, chiuso lì con il modello per cui, nel bene e nel male, comincia a provare qualcosa.
E per questa volta, preferisce scivolare tra le braccia di Morfeo, piuttosto che tra quelle di Claudio.
**
Claudio lancia un ultimo sguardo sconsolato alla porta, prima di voltarsi di nuovo verso Mario, gli occhi chiusi e il petto che si alza e abbassa a ritmo del suo respiro regolare.
Come è possibile che stia dormendo, se fino a cinque minuti fa stava ancora parlando?
Lo guarda seduto contro quel muro, con le labbra corrucciate e il ciuffo scuro che gli cade sulla fronte rilassata, ed è una delle cose più tenere che abbia mai visto.
Sottone.
Afferra una giacca da uno degli stand porta abiti - spera che almeno siano calde oltre che oscene - e la usa per coprire il corpo di Mario.
Lo fa solo perché sul pavimento prenderebbe freddo, e lui non vuole sentirlo lamentarsi dell'influenza che gli verrebbe.
Solo per quello.
STAI LEGGENDO
Punto di base
FanfictionA scuola di ricamo, la prima lezione che ti tocca ascoltare è quella sui punti di base. Le fondamenta da cui parte tutto. Per Mario, Claudio è proprio come un punto di base. Claudio, invece, non sa assolutamente nulla di cucito, ma sente che Mario p...