Passeggiamo in silenzio, non so esattamente per quanto tempo, sicuramente abbastanza da farmi rendere conto che forse sono stata un po' troppo scontrosa.
In questo momento Draco somiglia molto a Lucius, non per le fattezze in sé, ma per quell'aria caratteristica di chi sembra avere sempre un calzino sporco sotto al naso.
<<Tu hai già una bacchetta magica? >> Chiedo di punto in bianco, incerta riguardo agli argomenti adatti a rompere il ghiaccio con un mago; posso solo supporre che gli piaccia parlare delle loro bacchette.
<<Ovvio... perché, tu no? >> Domanda casualmente, rivolgendomi uno sguardo fugace.
<<Non ancora, è l'unica cosa che mi resta da comprare. >>
<<Allora ti porto da Olivander, almeno ammazziamo il tempo. >> Cambia direzione e si sfila la bacchetta dalla tasca per mostrarmela. <<Biancospino, dieci pollici, crine di unicorno. >>
Non ho idea di cosa significhi quello che ha appena detto, ma il suo mi sembra un gesto amichevole, quindi faccio quello che faccio sempre quando mi trovo in una situazione più o meno sociale... <<È carina! >> ...parlo a vanvera.
Mi pento immediatamente di aver aperto bocca, ancora di più dopo aver visto la faccia di Draco. <<Carina? >> Ripete sbigottito.
Prima che possa pensare a qualcosa di intelligente da dire, vedo il suo viso rilassarsi e le sue labbra piene piegarsi in un ghigno divertito. Probabilmente è questo il suo modo di sorridere.
Mi spiega come funziona la composizione delle bacchette, in modo sorprendentemente paziente, nonché particolareggiato.
<<Legno, lunghezza, nucleo... devono esserci combinazioni infinite. >> Considero. <<Come hai fatto a scegliere? >>
<<Quel buono a nulla di Sirius Black non ti ha spiegato nemmeno questo... >> Sospira, alzando gli occhi al cielo, mentre la solita smorfia disgustata irrigidisce di nuovo i tratti appuntiti del suo volto.
<<Non chiamarlo così! >> Esclamo di riflesso.
Draco assume un'espressione contrariata, come se il fatto di essermela presa per aver sentito un insulto, rivolto al mio unico punto di riferimento nel mondo magico, fosse colpa mia.
Questo mi suggerisce che è abituato a dire tutto quello che gli passa per la testa, senza doverne pagare le conseguenze.
<<E poi che problema avete con lui, tu e tuo padre? >> Gli chiedo, ripensando all'aria ostile che c'era tra i due poco fa.
<<La vediamo in modi diversi, tutto qui. >> Taglia corto.
<<Non mi sembrava affatto ''tutto qui''! >> Lo incalzo.
<<Naturalmente. Sei qui da 5 minuti e credi già di aver capito tutto. Tipico... >> Draco sbuffa.
<<Tipico? Non sono mai stata giudicata così velocemente in vita mia. >>
Si ferma all'improvviso. <<C'è una prima volta per tutto. >> Sibila a pochi centimetri dal mio viso.
Il petto di Draco si alza e si abbassa velocemente, mentre sugli zigomi marmorei dilagano due nuvole rosee.
Sostengo il suo sguardo orgoglioso e mi concentro per capire se ho toccato un nervo scoperto, o mi trovo semplicemente di fronte ad una persona estremamente irragionevole. Probabilmente entrambe le cose.
Pensandoci bene, entrambi abbiamo perso la calma troppo in fretta, quindi decido di fare un passo indietro.
<<Voglio soltanto capire che sta succedendo, Draco. >> Sospiro.
STAI LEGGENDO
La ragazza che non aveva scelta
FantasySveglia, colazione, bus, scuola, panico, scuola, bus, casa, pranzo, letto, panico, libri, sonno, incubi. Va così tutti i giorni in un loop infinito. Non ho mai avuto una vita interessante e non mi sono mai impegnata più di tanto per renderla tale. ...