12 Ottobre

9 4 0
                                        

19:40

Ieri sera ho letto un nuovo libro. Si chiama "La psichiatra" di un tale Wulf Dorn. Ne sono rimasta incredibilmente affascinata, dalla prima pagina all'ultima e non ho potuto fare a meno di riflettere su quanto la mente umana sia labile e ricca di discrepanze. È facile cadere in contraddizione, ancor più facile sprofondare in uno stato di intorpidimento mentale che ti conduce alla pazzia. In realtà, la psicologia umana mi ha sempre affascinata, anche dal punto di vista scientifico, peccato è che io non sia così brava nell'applicarmici. Quello che so, anche per esperienza personale, è che siamo pieni di ricordi. Ogni singolo gesto, colore, forma viene percepito dai nostri sensi e catalogato in "cose importanti", "cose meno importanti che ricorderò all'occorrenza" e "cose inutili". Un po' come quando guidiamo per una strada non troppo frequentata, ma che ci viene automatico ripercorrere senza sbagliare. Se poi però ci chiedessero di descriverne il percorso in un secondo momento, magari mentre siamo al bar a sorseggiare un caffè, non saremmo in grado di descriverlo.
Una cosa però è certa: ricordiamo tutto. Anche ogni singola emozione e purtroppo non solo positive. Mi piacerebbe dimenticare ogni volta che Izzy fa finta di non vedermi al centro commerciale, mentre fa shopping con le sue nuove amiche e io casualmente mi trovo in libreria, uno dei pochi motivi per cui sento il bisogno di recarmi in posto così affollato. Quella per me è l'unica forma di shopping che io sia in grado di tollerare, per i vestiti basta internet. Oppure mi piacerebbe dimenticare i ridolini e le occhiate lungo i corridoi dell'Università da parte delle solite quattro oche. E pensare che basterebbe che io mi adeguassi, che fingessi di essere come loro, che mi interessassi ad argomenti frivoli, che partecipassi alle feste provandoci con il primo ragazzo che passa e bevessi qualsiasi cosa mi venga versata nel bicchiere, senza preoccuparmi delle conseguenze. Basterebbe davvero poco. Ma io non riesco a fingere, non mi piacciono le persone false e men che meno intendo diventarlo. Inoltre non credo nel principe azzurro o nella perfezione, ma auspico di trovare una persona che voglia stare al mio fianco perché gli piaccio realmente per quella che sono e non perché mi ha trovata carina a una festa e ha deciso di aggiungermi alla lunga lista delle conquiste di una notte. Probabilmente questo è anche uno dei motivi per cui, a volte, mi ritrovo a pensare ancora a Jamie, al modo in cui ha assecondato ogni mia domanda stramba e ogni mio comportamento freddo e distaccato, con malcelato interesse, come se intendesse conoscermi davvero e non semplicemente rimediare una scopata.  Non ho più avuto sue notizie e ho preferito riferirmi a quella sera come a un episodio isolato, quasi come se fosse un semplice frutto della mia fantasia.
In realtà però una cosa importante e che mi ha permesso di constatare che quanto accaduto non era solo frutto della mia immaginazione è successa. Ieri pomeriggio Izzy ha deciso di passare da me per vedere un film e trascorrere del tempo insieme. Come ogni volta, però, i 45 minuti iniziali li ha passati a raccontarmi aneddoti sui suoi nuovi amici e sulle loro serate passate tra feste e altre attività piuttosto discutibili. Solitamente il racconto è sempre stato un'esperienza univoca, in cui lei parlava e rideva e io ascoltavo, o, per meglio dire, fingevo di ascoltare. Finchè durante il racconto non si è interrotta e ha iniziato a osservarmi, in attesa. Ciò che subito dopo ripetè lasciò me in silenzio e lei a fissarmi, incuriosita. Il pomeriggio precedente, a quanto pareva, mentre si trovava al centro commerciale con la sua combricola, si era presentato tra loro un nuovo ragazzo, l'amico di un amico, molto carino. La cosa sorprendente era che aveva chiesto di lei, tipa tutt'altro che popolare e che solo Isabel conosceva. Il ragazzo si chiamava Jamie. Ora, come potrete dedurre, mi sentivo piuttosto spacciata e dal momento che non sono in grado di dire le bugie, fui costretta a raccontarle della festa. Izzy era tutto uno squittire e un saltellare sul mio letto, cosa a dir poco fastidiosa.
"Ora devi per forza uscire con noi! Quel ragazzo super carino vuole conoscerti! Non puoi fartelo scappare!"
Diciamo che inanzitutto la sua sorpresa di fronte al fatto che fossi riuscita, a detta sua, a "fare colpo" un po' mi offendeva. Ok che non mi posso definire miss mondo, ma nemmeno un bidone. E in secondo luogo il fatto che parlasse di lui come se si riferisse a un oggetto mi innervosiva. Aggiungiamoci poi i commenti superficiali e proprio non me la sentivo di continuare ad averla in camera, così, dopo aver finto un attacco di emicrania, lei se ne andò, dichiarando che gli avrebbe dato il mio numero e che sarei dovuta uscire con lei quel fine settimana.
Parlandoci chiaro, ero rimasta così interdetta da quella situazione che ancora adesso fatico a realizzare il tutto. Ho impiegato talmente tante notti insonni a cercare di dimenticare la festa che ora che il pensiero di Jamie è riaffiorato alla mia mente fatico a respingerlo. Non ho ancora ricevuto nessun messaggio, segno che probabilmente  Izzy non l'ha ancora rivisto, ma non so se considerarlo un fatto positivo o negativo. Da un lato, infatti, aver la mente occupata da normali pensieri  adolescenziali mi rassicura e mi diverte, dall'altro per me la situazione è nuova e complicata, dal momento che non so cosa pensare o come reagire.
E se dovesse scrivermi? Cosa dovrei rispondergli?
Capite che dall'alto della mia ignoranza in materia tendo a diventare paranoica. E l'idea di interpellare Isabel per un consiglio non mi passa minimamente per l'anticamera del cervello. È anche vero che lui mi ha già conosciuta quindi non si aspetterà nulla di diverso o di troppo strano che non abbia già visto. Almeno spero. Ma di una cosa sono certa: lui non vedrà nient'altro che me stessa. Perché sono stata progettata così come sono, non sono altro se non acidità e sarcasmo pungente e solo chi riesce a penetrarmi l'anima potrà aver accesso al lato di me fragile e delicato. Solo chi avrà pazienza potrà conoscerlo e questo da un lato mi avvantaggia perché mi permette di capire chi davvero a me ci tiene, ma dall'altro sono in pochi a volersi sobbarcare un simile impegno. Non sono una persona facile, ma spero sempre di sentirmi dire che le cose facili sono noiose. Spero che anche Jamie sia così, maledettamente imperfetto e scostante, il giusto pezzo del puzzle.
Non voglio viaggiare con la mente, ma devo riconoscere che ogni tanto perdersi in simili pensieri mi alleggerisce un po' il cuore.
È  pronta la cena, perciò vi lascio e prometto di riaggiornarvi a breve e se avrò nuove notizie, nel frattempo non emozionatevi troppo, in fin dei conti sono sempre la solita Io.

365. (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora