15:30
Avete presente quando, nei film, il protagonista spera con tutto se stesso che in quel momento piova dal cielo quello che desidera di più e succede? Ecco, il principio è più o meno quello, ma senza il desiderio nel mio caso.
Stavo passeggiando tranquillamente per la biblioteca, senza nemmeno provare ad alzare la testa in direzione delle persone, troppo concentrata a scrutare qualsiasi titolo nuovo o interessante, finché non presi addosso a qualcosa. O meglio, qualcuno. Un cliché, vero? Peccato per me che non mi sia schiantata contro il principe azzurro delle favole, ma contro un ciccione altro un metro e 90 che ha iniziato a inviermi contro. Divertente vero? Dopo essermi scusata sbrigativamente, mi sono dileguata che ancora mi stava imprecando addosso e decisi di andarmi a prendere un bel caffè al ginseng nel bar all'angolo, per aspettare giusto il tempo che il mio amico ciccio-panza se ne andasse. E lì è successo. Ero da sola al tavolo, impegnata a leggere un libro, e poi improvissamente non lo ero più. Ho alzato lentamente la testa, con fare disinteressato, per scoprire che lui era lì. Jamie. Ho sbarrato gli occhi e ho sorriso, timida.
"Ciao ragazza fantasma, che leggi?"
Perché riusciva sempre a lasciarmi di sasso quando apriva bocca? Che mi succedeva ogni volta? Certo non mi ero immaginata nulla di simile, ma il fatto di non riuscire comunque a ignorare il suo sorriso mi innervosiva e non poco.
"Si chiama Phobia"
Già, i libri di Wulf Dorn mi avevano conquistata.
"Titolo interessante, scommetto che il nostro cattivo è sfigurato e si crede suo marito"
"L'hai letto??"
"Certo, è uno dei miei autori preferiti. Devi leggerti "La psichiatra" però, secondo me è il suo lavoro migliore"
"Già letto, è spettacolare!"
E non mi ero nemmeno immaginata che la conversazione prendesse questa piega, come non immaginavo di poter passare il resto della giornata seduta in quel bar, con lui.****
16:30
Scusate, ho dovuto assentarmi per andare a sistemare i miei appunti di filosofia del diritto, una vera rottura, anche se devo ammettere che come materia mi piace, la reputo interessante. In ogni caso, vi stavo raccontando di ieri pomeriggio.
Dopo aver trascorso il pomeriggio a parlare di libri e del fatto che io fossi introvabile in giro, ci siamo salutati e gli ho dovuto lasciare il mio numero, questa volta. Con delusione, però, devo ammettere che non mi ha ancora scritto.
Oh, aspettate ho un messaggio.《Ciao guasta feste! Non mi racconti niente?》
È Izzy, ovviamente.
《Ciao miss popolarità, cosa dovrei raccontarti?》
《Di Jamie, no?? Che palle, non mi dici mai nulla, vengo sempre a scoprirlo dagli altri!》
《Perché cosa hai saputo?》Vedete perché odio i luoghi affollati o i posti dove la gente può vedere tutto quello che fai? Perché i pettegolezzi sono all'ordine del giorno e io odio farne parte. Qualunque cosa sia stata detto mi raccomanderò con Izzy affinché venga smentita, questo è sicuro.
《Che vi siete visti!》
Vabbè, non è nulla di che, per il momento non mi preoccupo di questa voce.《Scommetto che l'hai finito.》
Numero sconosciuto. Ma che diavolo?
《Finito cosa? E soprattutto, chi sei?》
《Così mi ferisci, sono un tuo ammiratore
segreto e scommetto che hai finito il libro.》Jamie. Quando dico una cosa e subito dopo succede significa che sono posseduta? Perché io non credo in Dio, secondo me è solo un'invenzione del sistema per far spendere soldi inutili alla povera gente e per dare false illusioni che non fanno che incrementare la disperazione finale. Certo comunque tutte queste coincidenze mi sembrano piuttosto strane.
《Sei scappata a finirlo o sei semplicemente morta?》
《Spiritoso, si dà il caso che io abbia anche una vita e non sia sempre attaccata al telefono.》
《Non ti credo.》Questo ragazzo è piuttosto impertinente, ma per messaggio per me è più facile, non posso restare incantata dal suo sorriso, quindi ora ci penso io.
《Credici o meno, il problema non è mio. Forse quello che ha bisogno di farsi una vita sei tu.》
《Fai l'impertinente ora? Era dalla festa che non ti facevo arrabbiare, mi piace.》
《Davvero ti piaccio arrabbiata? Sei forse l'unico.》
《Devi sapere che io sono masochista e amo quando fai l'acida e la rompi palle con me.》
《Ma come diavolo ti permetti? E tutta questa confidenza da dove arriva? E poi io non sono acida! Sei tu il maniaco che pensa di sapere tutto della mia vita!》
《Non tutto..però so che sicuramente questo sabato sei libera per cena e io avrei molta voglia di mangiare giapponese. Che ne dici?》
《Che ne dico di cosa?》
《Ci vieni con me?》
《Si dai, perché no?》
《Ottimo, passo a prenderti alle 7:30, so già dove abiti.》
《Va bene, a sabato.》PERCHÉ NO??
Come sarebbe a dire perché no? Ma cosa cazzo mi è saltato in testa?? Ovviamente vi ho scritto la sequenza dei messaggi per farvi capire quanto disperata io sia e come in realtà non sia il suo sorriso a mandarmi in confusione ma proprio lui, altrimenti non avrei mai accettato. E ora che si fa? Continuo a ripetermi che non è un appuntamento, ma perché ho come l'impressione di sbagliarmi? Ho combinato un guaio e ora devo risolverlo, in qualche modo.
Decido di chiamare Izzy, perché ormai ho capito che sto dando i numeri e quindi perché non darli fino alla fine?
Mi risponde al secondo squillo e le ho spiego cosa è successo in breve e lei, dopo un quarto d'ora di urli in cui credo di aver perso definitivamente l'uso dei miei timpani, decide che il giorno seguente sarebbe venuta da me per aiutarmi a definire il mio look. Proprio ciò che temevo. Credo che tra me e Jamie quella masochista sia io.
Ma ora devo distrarmi, manca ancora una settimana alla cena e non posso permettermi di aspettare con ansia quel giorno o farmi strani viaggi mentali da psicopatica. Non posso illudermi di niente. Una cena tra amici, punto e basta. Non succederà nulla di strano o di diverso. Parleremo di libri e di quanto io sia fuori di testa. E io devo finire di riordinare gli appunti, quindi la pausa è finita e ora me ne vado.
Vi farò sapere, non preoccupatevi.
Fatemi gli auguri.