머리 안쪽에서 어떻게 벗어날 수 있다고 생각하니?🦋Come credi di poter fuggire da ciò ch'è dentro la tua testa?💦
Pov's Ji-eun
Le urla dei miei genitori arrivano fino alla mia cameretta, dritto nelle mie orecchie. Stringo più forte le gambe al mio petto e ci appoggio la testa sopra, mentre con le mani tremanti cerco di coprirmi le orecchie, cercando di coprire il rumore, ma è tutto inutile, nonostante ciò le sento ancora. Mi sforzo di pensare ad altro, sperando che quelle urla prima o poi cesseranno. I capelli ricadono sulle mie spalle, mentre il mio respiro si fa sempre più irregolare. Se rimando qui farò in modo che la paura prenderà il sopravvento causandomi un attacco di panico, così decido di alzarmi, devo assolutamente andare a vedere. Mi alzo, mi mantengo al muro, quasi non mi reggo in piedi, per quanto le mie gambe mi tremano. Cammino fuori dalla stanza lentamente, sono terrorizzata che quasi mi cedono le gambe per quanto sto tremando dalla paura. Ogni passo che percorro é un'agonia, sento quasi di cedere.
Prendo coraggio e scendo le scale con le gambe ancora tremanti. All'improvviso, dalla cucina, sento un urlo acuto. Il suono mi compisce così violentemente che mi spavento così tanto che urlo quando sento urlare mia mamma di dolore. Inizio a singhiozzare rumorosamente mentre il panico si impadronisce di me. Faccio un respiro profondo e mi faccio coraggio, non devo far vincere la paura. Ricomincio a camminare con più sicurezza. Le urla intanto si sentivano sempre più vicine, e nonostante ero terrorizzata a morte, dovevo assolutamente andare a vedere. Dovevo farmi coraggio a tutti i costi perché la curiosità mi stava divorando. Dovevo aiutare la mia mamma.
Quando arrivo in cucina, il cuore mi si spezza, la scena che vidi davanti a me era agghiacciante. Mio padre aveva alzato le mani su di lei, poiché aveva il volto ricoperto di lividi e le uscivano alcune gocce di sangue dal naso. Piangeva, lacrime di puro dolore uscivano dai suoi bellissimi occhi marroni color nocciola.
"Mamma" sussurrò con la voce era tremante
Ero incredula, per quanto fosse vera quella scena, non riuscivo a crederci che papà abbia fatto una cosa del genere. Come può mio padre aver fatto una cosa del genere? Soprattutto a sua moglie, nonché mia madre. Doveva essere un'incubo, non c'era altra spiegazione, non poteva essere reale.
"Va via Ji-eun, sali di corsa sopra, non è il momento, presto sali sopra. Torna in camera subito" si affrettò a dire mia madre, con la voce spezzata dal pianto
Anche in una situazione del genere riesce a darmi ordini. Lei era per terra che piangeva, mentre lui mi guardava con un ghigno stampato in volto. Avevo paura, tanta paura, non riuscivo a muovermi, ero come se medusa mi avesse pietrificata una volta guardata negli occhi.
"Papà perché hai fatto piangere la mamma?" chiesi strozzata dalle lacrime
Il suo volto cambiò, aveva gli occhi neri di rabbia e le mani chiuse in un pugno. Non capii il perché, ma mio padre mi diede uno schiaffo dritto sulla guancia. Il colpo fu violento. Mia mamma si affrettò a tirarmi a sé.
"Papà perché?" cominciai a piangere ancora di più
Scoppiò a ridere, una risata malvagia, mentre la mamma mi abbracciò, mi strinse fra le sue braccia, stringendomi forte per consolarmi e cercando di proteggermi. Entrambe stavamo tremando dalla paura. Piangevo, mamma cercava di tranquillizzarmi ma era tutto inutile, non riuscivo a non smettere di piangere.
"Non sono vostro padre, questa puttana aveva un altro ragazzo prima di conoscere me" sorrise perfidamente
Piansi ancora di più, stringendomi di più a mamma. Ero terrorizzata a morte e confusa.
"Papà che cosa stai dicendo?" domandai singhiozzando
Un rumore mi fece trasalire, tremavo, sudavo, ero spaventata a morte. Il rumore che avevo appena sentito apparteneva a papà. Aveva colpito forte il tavolo con un pugno. Sono terrorizzata, il cuore mi batteva all' impazzata.
"Piantala di chiamarmi così, non sono vostro padre, il vostro vero papà se ne andato via, non vi voleva, sei nata per errore, nessuno ti vorrà mai nella tua vita, mettitelo in testa e piantala di parlare" urlò
É notte fonda. Non so che ore sono. Fuori è buio e non sento neanche il rumore delle macchine sfrecciare lungo l'asfalto. Silenzio. Tutto tace ora. Sono sdraiata nel letto. Dormivo prima che qualcosa disturbasse il mio sonno e i miei pensieri, lo fece fino a quando non mi svegliai.
Mi avvicinai al comodino e accesi la luce della lampada sopra di esso. L'orologio in alto alla parete segna le 02:00. Sono le 02:00 di notte, ed io non riesco a dormire. Sono le 02:00 di notte e io mi sono svegliata improvvisamente.
Cerco di ricordare. Mi sono svegliata mentre respiravo affannosamente e il cuore batteva forte. Pian piano, provo a ritrovare una velocità corretta del battito cardiaco e un respiro regolare. Mi sfioro la pelle della guancia e mi sento sudata. Poco dopo scopro che anche le mani, il collo, la fronte e il resto del corpo, lo è. Realizzo che ho avuto un incubo. Come sempre d'altronde.
Ormai ci sono abituata..Decisi di riprovare ad addormentarmi, così spensi la luce. Mi voltai dalla parte opposta alla mia e vidi al mio fianco il cuscino e un posto vuoto. Accarezzo il lenzuolo e lentamente calde lacrime fuoriescono dai miei occhi, una dopo l'altra. In brevissimo tempo, si trasformano in un oceano di lacrime. Silenziosamente piango, continuando a sfiorare il lenzuolo.
Piango ancora, e ancora. Le lacrime bagnano il mio viso e la mia anima dentro sta urlando. Urla di dolore quest'anima che ha sofferto, e continua a farlo ogni giorno che passa. Mentre le lacrime sono ancora impossessate dei miei occhi.
Ho pianto da sola, asciugandomi le lacrime con le coperte. Nessuno è venuto a consolarmi, come ogni giorno del resto.
Hey ecco il primo capitolo💕
spero che vi piaccia😘 Come va a scuola? Come state? ❤
E voglio scusarmi per gli errori grammaticali se ce ne sono. Spero che questa nuova storia vi piaccia.
Ora vi lascio un bacio, Mary😘
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"LUI, il mio unico LIMITE" 🌸🍓
FanfictionUN'AMORE SENZA LIMITI🦋 Avevano superato tante di quelle litigate che in molti si chiedevano come facevano a sopportarsi ancora. Si sono mandati al quel paese tante di quelle volte che poi alla fine tornavano a tenersi per mano. Testardi, orgogliosi...