Rieren

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Quando arrivarono fu troppo tardi,Eren era lì,a terra,i suoi occhi smeraldo aperti ancora lucidi per il pianto,la bocca socchiusa e le mani strette saldamente in pugni e una di queste stringeva un coltello affilato sporco del suo stesso sangue. Era steso al suolo sotto una pozza di sangue che mano a mano diventava un lago scarlatto,Hanji chiuse gli occhi,non ce la faceva,era troppo per lei che gli aveva voluto così tanto bene,Armin cadde a terra e Mikasa fece la medesima cosa mentre Jean cercava di consolarlo in vano. E poi c'era lui,cera Levi,stava lì immobile mentre fissava il ragazzo,poi un passo lento e ancora un altro,non si curò del fatto che si stesse sporcando con quel liquido caldo,si inginocchiò al suolo per poi stringere a se il cadavere del ragazzo,il suo sguardo freddo e taglienti mutò, si leggeva il dolore e anche la rabbia, piangeva,lui piangeva,Hanji si voltò giusto in tempo per vedere le lacrime bagnargli il volto,era qualcosa di nuovo per lei,lui non piangeva,mai.
Il corvino abbassò ancora di più il capo verso il castano e sussurrava il suo nome ancora e ancora come nella speranza che Eren si svegliasse,ma ciò non accadde,era morto,era finita,per sempre. Il caporale prese in braccio delicatamente il corpo oramai senza vita del ragazzo e senza guardare in faccia nessuno lo caricò sul suo destriero dal manto pece per poi tornare alla base.
Gli altri lo seguirono dopo essersi ripresi,ma lui già lo sapeva, lui non si sarebbe ripreso mai. Amava quel moccioso,oh se lo amava,ma non glielo aveva mai detto,si era detto che si meritava di meglio che un uomo acido come il latte scaduto,basso,sgorbutico e più vecchio di lui di almeno dieci anni. Eppure avrebbe voluto avergli confidato cosa c'era nel suo cuore,quanto profondo fossero i suoi sentimenti e di come la sua immagine gli occupasse costantemente i pensieri. Una bara in legno di mogano era già pronta ad ospitare il corpo del ragazzo,era riempita di fiori,di gigli bianchi,a malincuore adagiò il suo amato nella bara e poi la richiuse,si diresse nella propria camera e si sedette sul proprio letto. Fino a che Hanji non entrò nella stanza attirando l'attenzione del corvino. <<Levi,mi dispiace per E->> <<Sta zitta,tu sapevi quello che voleva fare,tu lo sapevi Hanji!>> La ragazza abbassò lo sguardo,era vero,lo sapeva, sapeva che il castano voleva suicidarsi,gli aveva detto che doveva farlo perché era l'ultimo titano rimasto e con quello l'umanità sarebbe stata al sicuro,nessuno sarebbe più stato in grado di ricreare quel maledetto siero,lei lo sapeva eppure non credeva lo avrebbe più fatto dato che anche Armin era dievrntato titano eppure lo aveva fatto senza che neppure lei ne conoscesse il motivo ma forse lui lo avrebbe scoperto. La donna si avvicinò lentamente al caporale e gli porse una busta bianca che conteneva una lettera. <<È da parte di Eren>> disse per poi andarsene quasi piangendo. L'uomo si chiedeva se avrebbe fatto bene a leggerla,ma era da parte del suo moccioso come poteva non farlo,con le mani che tremavano aprì dolcemente la busta e ne estrasse un paio di fogli riempiti con una calligrafia ordinata ed elegante,dal castano non se lo aspettava,ma poi pensò al fatto che qualche mese prima aveva visto il ragazzo com un taccuino sempre in mano sul quale scriveva qualcosa.

Caro Levi,

Sono piuttosto piuttosto certo che una lettera inizi in questo modo ma lo sai,non sono bravo in queste cose,non ho mai scritto,non ho avuto nessuno per cui farlo. Se ora stai leggendo questa lettera vuol dire che sono morto,se mi sono suicidato,come vorrei ti chiedo scusa,ti chiedo scusa perché un'altra persona ti ha lasciato e perché sono stato un codardo che non è riuscito a esprimere i propri sentimenti. Sai,non mi sono ucciso solo per il mio essere titano,anche Armin è nella mia stessa situazione,ma l'ho fatto perché non potevo sopportare oltre,mia madre è morta e non ho potuto aiutarla,mio padre è morto,i miei amici sono morti,delle persone sono morte a causa mia,la mia vita è stata un danno,lo riconosco. Troppi pesi mi schiacciano e ho deciso di fare questa follia,spero sarai in grado di perdonarmi,un giorno. Prima parlavo di sentimenti che non ho mai veramente esternato, ebbene,parlavo del mio amore verso di te,Levi,perché si ti amo,ora potrai chiederti come un moccioso sappia cos'è l'amore o come possa essermi innamorato di un uomo molto più grande di me,te lo dirò,con calma ti spiegherò tutto. Non sono certo di quanto mi sia realmente innamorato di te,ma suppongo,anzi no,sono certo che sia stato quando la tua squadra era morta,per quanto fossi tu quello ferito dalla situazione,mentre guardavi il cielo malinconico mi hai detto che non dovevo pentirmi delle mie scelte,non importava fossero giuste o sbagliate,ho avuto come l'impressione di aver intravisto un della vera essenza di Reveill Ackerman,te lo ricordi ancora?
Ho capito che c'era qualcosa che celavi nei meandri del tuo cuore e non importava cosa succedesse,il mio amore per te diventava sempre più forte,amore,come posso parlare io d'amore ti chiederai,non posso,ma credo lo sia,il cuore che batte,lo stomaco che si contorce,la gelosia,la tua immagine che mi occupava i pensieri,il trovare la tua voce la melodia più bella e l'amare alla follia quel tuo sguardo profondo,posso definirlo amore,me lo permetti caporale,spero di si. Non spero in una risposta,tanto sarà troppo tardi,ne sono così presuntuoso da credere che qualcuno di così fantastico e determinato come me possa aver anche dato un occhiata ad uno stupido moccioso come me,no,non lo sono ne lo sono mai stato,ma volevo che lo sapessi,odio lasciare le cose incompiute,sopratutto quando si tratta di te. Non ti chiedo di amarmi o di piangere la mia morte, non piangere,se volessi mai farlo,non arrabiarti con Hanji e con Armin,loro ci hanno provato,ci hanno provato davvero a farmi cambiare idea,ma nessuno poteva salvare il mio cuore ormai in pezzi, neppure se tu mi avessi detto ti amo,ero in recuperabile,ti chiedo di vivere anche per me,di essere felice e ti chiedo di non dimenticarmi e di non dimenticare quello che provo per te. Lo so sono solo parole,ma ti chiedo questo favore,anche se magari non te ne importerà nulla,sono solo un moccioso dopo tutto,ma sono stato fiero di essere il tuo moccioso e di nessun altro e mai sarò di qualcun altro,non importa cosa o come.
Quindi si io ti amo Levi,da morire.
Scusami per essere stato un vigliacco,per averti lasciato anche io,ma ricorda non sie solo,no,c'è Hanji e ci soni tutti gli altri.
Un bacio e addio.

~Eren.

Più gli occhi cinerini dell'uomo scorrevano lungo quel mare lettere più il suo pianto aumentava,il suo moccioso lo amava,lo amava davvero anche se non lo meritava,si era preoccupato di lui fino alla fine. Come avrebbe potuto dimenticare chi lo aveva salvato da se stesso,lo avrebbe amato per sempre,ma non poteva essere felice, non senza di lui,la sua vita non aveva senso senza Eren,ma non poteva pensare neppure per un istante di farla finta,il suo moccioso non lo avrebbe perdonato per quello.
Prese la lettera e la strinse al suo petto quasi fosse il giovane,aveva il suo odore, la piegò lentamente e la mise in una tasca della sua giacca,poi si alzò in piedi,per quella note voleva permetterselo, ne aveva bisogno,anche i duri a volte hanno bisogno di lasciarsi andare.

Prese una bottiglia di whisky e la finì, velocemente, troppo,la mente si era appanta,ma il dolore restava ,più forte più grande,bevve ancora fino a che non si reggeva più in piedi,buttò tutto per aria,non gli importava del disordine, il che faceva capire quanto scosso,poi si rannucchiò in un angolo far la libreria e il muro piangendo silenziosamente, faceva così male.
<<Perché mi gai lasciato Eren,come dovrei fare senza si te?>> disse con voce spezzata dal pianto,nessuno avrebbe mai pensato di poter vedere in quello stato l'uomo più forte dell'umanità.

Hanji passava di là e pesò di chiedere a Levi di quello che diceva Eren nella lettera, ma quando aprì la porta e vide il corvino in quelle condizioni quasi urlò, gli occhi della donna si riempirono di lacrime amare e dolorose,ma non disse nulla e ...

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Hanji passava di là e pesò di chiedere a Levi di quello che diceva Eren nella lettera, ma quando aprì la porta e vide il corvino in quelle condizioni quasi urlò, gli occhi della donna si riempirono di lacrime amare e dolorose,ma non disse nulla e lasciò l'uomo hai sui pensieri,ne aveva bisogno,lo conosceva e lo capiva,doveva pensare e capire,elaborare per poi in fine accetare la situazione.

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