Capitolo 8

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Non appena suona la prima campanella della giornata, iniziamo tutti quanti a entrare nell'edificio. Be', tutti escluso Calum Hood.

Come se lo avessi chiamato, me lo trovo davanti giunta al mio armadietto.

"Ellie," dice sorridendo e il mio istinto è quello di sbattere ripetutamente le ciglia e ridacchiare senza ritegno ma, per fortuna, mi trattengo dal farlo e sfodero la mia migliore occhiata da dura.

"Hood". Apro il mio armadietto ma, quando mi ricordo di avere un solo libro di testo, nascondo la mia faccia dietro lo sportellino di metallo e fingo di cercare qualcos'altro, giusto per evitare una figuraccia. "Pensavo fossi Ellie Cazzuta Carter per te".

"Oh," risponde, grattandosi il retro del collo e sembrando imbarazzato. Ma è pur sempre Calum Hood: lui non prova imbarazzo in nessuna situazione. "Allora l'hai saputo. È incredibile come le voci girino in fretta in questa scuola".

Chiudo di scatto l'armadietto e lo guardo scocciata, seppure dal basso in alto. "Taglia corto, Hood. Cosa vuoi?"

Chiunque a questo punto abbasserebbe lo sguardo, ma lui sorride senza farsi intimidire affatto. Ecco perché mi piace- voglio dire, è forte. Un tipo okay.

Mi mostra un sacchetto che non avevo notato fra le sue mani e lo guardo, confusa.

"Cosa-"

"Ti ho vista all'asta dei libri di seconda mano e, sai, al tuo posto mi sarei incazzato a spendere tutti quei soldi per un libro che, a comprarlo nuovo, sarebbe costato meno. E quell'idiota di Hemmings non l'ha usato una sola volta! Tutti quei ragazzi desiderosi di avere il suo libro per trovarvi qualche appunto o trucchetto utile e invece..."

Sospiro. "Già, Hemmings è un vero..." mi interrompo subito. Insomma, non ho visto nemmeno di sfuggita Calum all'asta e, sì, mi sarei decisamente accorta della sua presenza se ci fosse stato. Inoltre, non avrebbe nessun motivo di offendere uno dei suoi migliori amici, a meno che non... oh.

"Quindi ecco i miei vecchi libri. Sono tutti tuoi, piccola Ellie". Sorride e mi saluta con un piccolo cenno della mano, dopo aver infilato nel mio armadietto, da vero cavaliere, il pesante sacchetto. Si allontana con le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandosi svogliatamente intorno come farebbe un vero duro.

Resterei tutta la giornata a guardarlo, ma al momento ho delle priorità e, ovviamente, non si tratta di arrivare in classe in orario.

Afferro il cellulare dalla tasca dei jeans e inizio a digitare in fretta qualche parola.

Io: è merito tuo, vero?

Dopo qualche minuto di troppo arriva la sua risposta, ma è comprensibile: quel ragazzo è veramente impedito con il suo nuovo smartphone.

Luke Hemmings: non so di cosa tu stia parlando

Io: oh, ma per favore
Io: è risaputo che chi pronuncia queste parole sa ESATTAMENTE di cosa si sta parlando

Luke Hemmings: mh

Io: non posso credere di stare per scriverlo
Io: ma ti chiedo scusa per ieri
Io: e grazie per oggi

Luke Hemmings: di nulla!!!! :-))

Io: oh, ti prego

Luke Hemmings: cosa? :-(

Io: detesto queste faccine
Io: e devi dirmi quanto devo a Calum (o a te, non so) per i libri

Luke Hemmings: scordatelo

Io: no
Io: dico sul serio
Io: farò dei lavoretti e troverò i soldi per pagarli
Io: davvero

Luke Hemmings: anche io dico sul serio

Io: fai solo il cavaliere, invece
Io: ma non serve

Luke Hemmings: parli di cose che non sai
Luke Hemmings: Calum ed io abbiamo trovato un compromesso
Luke Hemmings: tranquilla

Tranquilla? Di che compromesso sta parlando?

"Signorina Carter!"

Merda, ci mancava solo di essere beccata nel bel mezzo del corridoio, dopo l'inizio delle lezioni e con il cellulare in mano. Per di più dal preside stesso.

Sì, la sfiga sembra essermi particolarmente affezionata.

Math Book || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora