Silvia

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<<Scusami.>> Ermal posó la chitarra ed andó ad aprire <<Chi è?>>.
Da fuori sentii una voce femminile: <<Sono Silvia, fammi entrare.>>.

Ermal trasalí ed aprí la porta di scatto: <<Che ci fai qui!?>> la ragazza lo spostó ed entró.
<<Marco mi ha detto dove eri e sono venuta a cer->> appena mi vide si bloccó e si voltó verso Ermal indicandomi <<CHI È LEI?>>.

Silvia non mi stava per niente simpatica.
Chi cazzo si credeva di essere con quel fare da primadonna?

<<Mi chiamo Anastasia, sono la nuova vicina di Ermal.>> tentai di rimanere calma e mi diressi verso di lei porgendole la mano <<E tu?>>.
Lei mi guardó, quasi schifata, e disse ad Ermal: <<Non sapevo che ti piacessero le ragazzine ora.>>.

Il riccio strinse i pugni e sussurró: <<Per favore Silvia. Vattene.>>.
<<Io? IO? Ti ricordo che sono la tua fidanzata, è LEI che dovrebbe andarsene!>>.
<<STA ZITTA!>> sbottó lui.

Non capivo piú niente, mi sentivo una stupida. Era davvero la sua fidanzata?
Certo che lo era...perchè lo avrebbe detto altrimenti?

<<No, ha ragione. Me ne vado.>> aprii la porta, ma Ermal mi prese per un braccio <<LASCIAMI.>> mi dimenai e me ne andai.

Appena mi girai sentii le lacrime rigarmi il volto, sentii Ermal che urlava contro Silvia e lei che ribatteva urlando ancora piú forte, eppure in questo momento non avrei voluto sentire nulla.

Mi asciugai il viso ed entrai salutando tutti frettolosamente per salire subito in camera mia.

"Toc! Toc! Toc!" qualcuno stava bussando, scommetto 1 barattolo di Nutella che era mia madre.
<<Anastasia, aprimi per favore.>> vinto la scommesaa.
<<Cosa c'è mamma?>>.
<<Su aprimi.>>.

Ora dovevo decidere: subirmi il discorso madre-figlia o rimandarlo a cena insieme a mio padre?
La 1, decisamente.

Mi alzai, schiarii la voce e le aprii facendo una delle cose che sapevo fare meglio: fingere un sorriso.

<<Che succede?>> oh mamma perchè devi sempre farmi queste domande.
<<Nulla.>> risposi con
disinvoltura <<Perchè?>>.
<<Sei salita di corsa e ti sei chiusa in camera sbattendo la porta...dimmi tu.>>.

GENIO ANASTASIA. GENIO.

<<Ah davvero l'ho fatto? Non me ne sono accorta.>> troppo convincente.
<<Non dirmi bugie, sai che lo sento quando lo fai.>>.

Mia mamma mi conosce bene, le dico sempre tutto, ma questa volta preferisco rimanere sola con il mio dolore.

<<Scusami...ho litigato con Anna e non sto al massimo, ma vedrai che passerá.>>.
Lei mi diede una carezza e disse: <<Non fa niente, peró stai calma che arrabbiarti non serve a nulla. Ok?>>.
<<Ok.>> sospirai <<Grazie mamma.>>.

Mi sorrise e tornó di sotto.
<<Ah mamma io non ceno stasera! Sono a dieta!>> ormai non sto piú qui a giustificarmi, penso che abbiate capito che non sono brava a inventare scuse.

Passai il resto del pomeriggio chiusa in camera ad ascoltare musica.
Musica triste, quella che decidi di mettere quando niente ha piú un senso e quando l'unica cosa che puoi fare è toccare il fondo, per poi risalire.

Ma se non volessi risalire?
Se mi fossi stufata dell'ennesima delusione e volessi solo rimanere sdraiata sul mio letto ad aspettare?
Che dovrei fare?

Arrivó la sera e, come ogni sera, tornai dalle mie amiche stelle.

"Davvero sono così stupida? Serve così poco per illudermi?
Come ho potuto credere che lui fosse diverso..."

Sono sempre stata una ragazza abbastanza matura in certe questioni ed era strano per me piangere per uno sconosciuto.
Eppure lo stavo facendo, ma perchè?

Forse perchè era tempo che non trovavo una persona che mi ascoltasse e capisse come mi capisce Ermal.
Forse perchè per una volta credevo di aver fatto la scelta giusta.
O forse perchè quel ragazzo era in qualche modo speciale.

<<Anastasia...>> la voce di Ermal mi risveglió dai miei pensieri.

Era affacciato alla finestra, chissá da quanto tempo stava lí.

<<Anastasia, per favore, ascoltami.
Io non->> scesi dal davanzale.

Non ero in vena di vederlo, a dire il vero non avrei voluto vederlo mai piú...o forse sì?

<<Scusa Ermal. Devo andare a dormire.>> abbassai le tapparelle e spensi la luce.

Mi misi a letto, ma appena chiusi gli occhi sentii il mio vicino iniziare a cantare.
Stava cantando una canzone che non conoscevo, probabilmente una delle altre che ha scritto lui.

Mi addormentai cullata dalla voce di Ermal ed insieme alla confusione che esplodeva nel mio cuore ogni volta che lo sentivo.

Quando ho iniziato a vivere || NON FINITA ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora