Erano passati già quattro giorni da quando vincemmo al casinò.
In questo tempo firmammo tutte le scartoffie e ricevemmo i soldi, che versarono metà sul conto di Ermal e metà sul mio.
Finimmo anche sui giornali, cosa che fece ridere a entrambi.
Eravamo usciti davvero male in foto, però era comunque qualcosa di emozionante.Dovevamo riflettere bene sul come utilizzare i soldi, non volevamo buttarli al vento.
Una delle cose che apprezzo più di Ermal è che è un ragazzo con i piedi per terra, non si monta la testa ed è sempre responsabile.
Per questo anche lui era d'accordo sul fatto di stare attenti.Passeggiando per The Stript, nei giorni precedenti, vedemmo la replica del Canal Grande di Venezia, facemmo anche un giro sulle gondole, della piramide e della Tour Eiffel.
Ermal prenotò un ristorante davanti a quest'ultima.
Passammo una serata tranquilla, sembrava di essere davvero a Parigi e l'atmosfera era molto romantica.Questa sera saremmo tornati a The Stript per vedere lo spettacolo delle Fontane di Bellagio.
In pomeriggio invece restammo in hotel, entrambi a riposare.
Sentii scrollarmi la spalla leggermente.
<<Anastasia, svegliati, dobbiamo vestirci.>> sussurrò Ermal.
<<Mmh...ancora cinque minuti.>> mugugnai stringendo il cuscino.Lo sentii ridacchiare.
<<Non vorrai mica perderti le fontane.>> disse.
<<Nono.>> mi girai a pancia in su e mi stropicciai gli occhi.Lui si chinò e mi diede un bacio delicato sulla fronte: <<Brava.>>.
Sorrisi e mi alzai, mi preparai e tornai da lui.
<<Che ore sono?>> chiesi.
<<Le otto, ora ceniamo e andiamo.
Lo spettacolo comincia alle dieci.>>.Cenammo nel ristorante dell'hotel ed iniziammo ad andare.
Come al solito c'era molta gente, ma non si stava male.
Tutti erano felici: i bambini correvano per le strade, gli adulti scattavano foto e si tenevano per mano, gruppi di ragazzi ridevano e si spintonavano.
Era interessante vedere come quella città riusciva a stregare tutti quanti facendo dimenticare le preoccupazioni.
Verso le nove e cinquanta andammo a prendere posto.
Pian piano le persone iniziarono ad avvicinarsi e ad aspettare.
Le dieci.
Le luci alla base delle fontane si accesero ed ecco, il primo spruzzo colse tutti di sorpresa.
Un "Ooh" generale si elevò dalla massa.
Ermal mi circondò con un braccio, lo strinsi.
Gli spruzzi d'acqua si alzavano sempre più alti, in una coreografia ordinata e leggiadra.
Le luci, ora rosse, ora blu, ora gialle e ora verdi, accompagnavano il tutto ed illuminavano i visi degli spettatori totalmente affascinati.
Lo spettacolo durò una mezz'oretta, poi le colonne d'acqua tornarono giù e le luci si affievolirono, illuminando solo la base delle fontane.
<<È stato stupendo.>> affermai contenta.
<<Sì, è vero.>> sorrise Ermal.Ci fermammo per un gelato ed una passeggiata.
Una volta in hotel mi misi in pigiama, lavai i denti e mi sdraiai sul letto.
<<Domani che facciamo?>>.
Ermal si affacciò alla porta del bagno, con la bocca ancora sporca di dentifricio: <<Tranquilla, ci ho già pensato io.>>.
Risi: <<Pulisciti cretino.>>.
Aggrottò le sopracciglia: <<Cretino a me?>>.Annuii e gli feci la linguaccia: <<Proprio a te.>>.
Si pulì e mi saltò addosso bloccandomi: <<Ok, l'hai voluto tu.>> fece spallucce ed iniziò a farmi il solletico.
Scoppiai a ridere: <<N-NO ERMAL, BASTA, F-FERMATI.>> lo supplicai già rossa.
<<Allora scusati.>> continuò ridendo.
<<S-scusaaa!>> esclamai.Si fermò.
<<Che ti serva da lezione.>> ridacchiò e si stese vicino a me.
<<Te la farò pagare, vedrai.>> affermai abbracciandolo.
<<Mhmh, come no.>> disse ironico accarezzandomi i capelli.Ridacchiai e chiusi gli occhi.
Quasi senza accorgermene mi addormentai.
STAI LEGGENDO
Quando ho iniziato a vivere || NON FINITA ||
أدب الهواةAvete mai pensato che la vita non fosse solo quello che vediamo in superficie? Io no, almeno fino a quando non ho conosciuto Ermal.