<<Anna?>> le avevo appena finito di spiegare tutto e stavo aspettando una sua risposta <<Anna ci sei?>>.
Silenzio.
<<E quindi vai?>> finalmente parló.
<<Sì.>>.Non sembrava molto entusiasta, ma tempo cinque secondi e mi ritrovai con entrambi i timpani rotti da uno dei suoi urli improvvisi.
<<NON CI POSSO CREDERE CHE GLI HAI DETTO DI SÌ!
ALLORA ERMAL TI HA DAVVERO FATTO PERDERE LA TESTA!>>.
<<SÌ, MA STAI CALMA. Così mi spacchi le orecchie!>> risi.
<<Scusa scusa, ma tu sei pronta?>>.
<<No. Per niente. Non ho idea di cosa possa succedere e poi i miei mi uccideranno.>>.Parlando con lei iniziai a pensare a cosa effettivamente stavo per fare e la paura stava prendendo il sopravvento.
<<Anna...>>.
<<Ci stai ripensando vero?>> riusciva a capirmi senza che dicessi una parola.
<<Sì...aiutami.>>.
<<Hey sta calma. Questo viaggio sará un'esperienza pazzesca e poi sei in compagnia di un figo o sbaglio?>>.
<<No, non sbagli.>> ridacchiai <<Eppure sento che me ne pentirò.>>.
<<È solo una sensazione.
Quando lo vedrai lí, sotto la tua finestra, svanirá tutto ed andrai senza pensarci due volte.>>.A questo punto non potevo tirarmi indietro.
Non volevo deludere Ermal ed in realtá l'idea di stare con lui a Las Vegas mi attirava parecchio.<<Ok.>> tirai un sospiro per calmarmi <<Allora grazie mille di tutto e spero di rivederti presto.>>.
<<Certo che ci rivedremo presto, mica resti in America.>> fece lei ridacchiando, ma nella sua voce riuscivo a percepire un filo di tristezza.
<<Ti voglio bene Anna.>>.
<<Anche io ti voglio bene.>>.Riattaccai salutandola e mi stesi un attimo sul letto.
Avevo bisogno di realizzare il tutto."Perchè deve essere così difficile?
Ho sempre desiderato partire ed ora che ne ho la possibilitá vorrei restare.
Forse avere una vita normale e noiosa non è poi così male..."Rimasi sveglia tutta la notte, ero troppo emozionata per dormire.
Alle 4 ero giá affacciata alla finestra ad aspettare Ermal.<<Buongiorno piccola fuggitiva.>> il ricciolino mi guardava sorridendo.
<<Buongiorno a te.>>.
<<Guarda cosa ho portato.>> corse verso casa sua e prese una scala che stava stesa a terra <<Così non devi nemmeno saltare e non rischi di farti male.>>.Mi sentivo sciogliere lentamente:
era davvero troppo dolce.
PERCHÈ TUTTI I RAGAZZI NON POSSONO ESSERE COME LUI?<<Gentile tu, grazie mille.>> gli sorrisi intenerita <<Prendo la valigia e arrivo.>>.
Passai il bagaglio al mio bel facchino evitando di colpirlo e di farlo svenire facendoci scoprire da tutti quanti.
Uscii dalla finestra ed iniziai a scendere la scala.
Ero quasi a metá quando sentii un crack! improvviso e le braccia di Ermal circondarmi velocemente per prendermi ed appoggiarmi a terra.<<Oddio Santo ma che->> guardai la scala: si era rotto un gradino.
<<Per fortuna ti ho preso!>> esclamó Ermal ridendo <<Ti immaginavo giá a terra.>>.
<<Ah. Ah. Ah. Che carino che sei.>> feci in tono ironico per poi tirargli una spintarella.
Il riccio ridacchió tenendosi il braccio.Diedi un'ultimo sguardo dentro casa.
In cucina, adagiato sul tavolo, c'era un biglietto che avevo scritto per i miei genitori per evitare che, non trovandomi, chiamassero l'FBI, la CIA, James Bond e Trump.<<Andiamo?>> chiese Ermal tenendo le valigie.
<<Sì, andiamo.>>.Mi avvicinai per prendere la mia borsa, ma lui la tiró piú avanti facendo chiudere la mia mano nel vuoto.
Sospirai sorridendo e lo seguii.
<<Che c'è? Non ci sono tanti gentiluomini da queste parti vero?>>.
<<No, direi che sei un caso raro ed unico.>> affermai scherzosamente.Ermal si limitó a ridacchiare ed a spostarsi il ciuffo dagli occhi scuotendo la testa.
Arrivati all'aeroporto andammo subito a fare il check-in; non c'era molta gente e non dovemmo aspettare a lungo.
L'aereo arrivó puntuale e prima di salire mi fermai, guardai indietro e pensai: "Sono ancora in tempo per fermarmi."
Mi sentii toccare la spalla, Ermal stava guardando anch'egli l'aeroporto che a momenti avremmo lasciato, ma il suo sguardo non era pesante, come il mio, era piú spensierato, libero.
Ad un certo punto si giró, salí le scale ed entró nell'aereo.
Sospirai, lasciando andare tutti i pensieri, le paure e le angosce che mi annebbiavano la mente.
Entrai anche io nell'aereo e mi guardai in giro alla ricerca del mio posto.Avvistato il cespuglio nero che contraddistingueva il mio compagno di viaggio mi avvicinai:
<<Potevi anche aspettarmi eh.
Se non fosse per i tuoi capelli starei girando tra i sedili come un'imbecille.>>.Lui ridacchió e si alzó: <<Scusami, per farmi perdonare ti lascio il posto al finestrino.>>.
<<Ah beh allora è giá tutto risolto.>> mi sedetti.<<Senti, io ti avverto,>> disse togliendosi la giacca <<sugli aerei mi addormento molto facilmente.>>.
<<Oh tranquillo, non è un problema.>> risposi.
<<Se poi devi andare in bagno o inizio a russare o sbavare svegliami pure.>>.
<<Va bene.>> risi.L'aereo partí e tempo mezz'ora Ermal si addormentó.
Mi misi gli auricolari e feci partire la mia playlist preferita.Rimasi ferma a guardare fuori con il riccio che dormiva sulla mia spalla finchè, dopo qualche ora, non mi addormentai anch'io.
Al mio risveglio Ermal mi abbracciava e accarezzava il mio braccio tenendomi stretta.
Subito mi sentii a disagio, certo rimanere così non mi dispiaceva, anzi, ma forse era proprio per questo che ero in imbarazzo.
<<S-siamo arrivati?>> domandai ancora un po' assonnata.
<<Quasi.>> rispose lui staccandosi <<Hai dormito bene?>>.
Annuii: <<Sì e tu?>>.
<<Anche io.>>.Mi stiracchiai e notai con felicitá che mi ero svegliata proprio mentre stava per passare l'hostess con il carrello del cibo.
<<Tu prendi qualcosa?>> chiesi ad Ermal.
<<Un caffè. Tu?>>.
<<Un cappuccino al ginseng e un pacchetto di M&M's.>>.
<<Perfetto.>> prese i soldi <<Pago io.>>.
<<Nononono.>> gli abbassai il portafogli <<Non pensarci nemmeno. Offro io.>>.Arrivó l'hostess e ci diede i nostri ordini ed, ovviamente, pagó Ermal.
<<Ti avevo detto che pagavo io, non dovevi farlo tu.>>.
<<E smettila, lasciami essere gentile.
Al massimo quando ripassa mi prendi qualcosa.>>.
<<Ma non passa piú.>>.
<<Appunto.>> affermó.
<<Sei proprio un cretino.>> dissi scherzando.
<<Preferisco quando mi chiami "caso unico e raro".>>.
<<Molto molto raro.>> risi.
<<Basta sfottermi tu.>> mi tiró un pugnetto affettuoso.
<<Eh no caro, mi dispiace, ma da ora sei costretto a sopportarmi.>>.
<<È un rischio che ho deciso di correre.>> rise.Parlammo per il resto del viaggio e, finalmente, l'aereo atterró.
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Quando ho iniziato a vivere || NON FINITA ||
Fiksi PenggemarAvete mai pensato che la vita non fosse solo quello che vediamo in superficie? Io no, almeno fino a quando non ho conosciuto Ermal.