Cap 2

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Ciao, sono Leopold.

Il mio gruppo, il mio stupendo e disastroso gruppo come potete aver capito nel 1980 era composto da sei persone.

Lucone: il cinghialaro, il suo unico pensiero erano le cortigiane e i cinghiali. Amava la caccia. A qualsiasi essere vivente.

Franco detto "el tac" : ragazzo strano, mio cugino, bipolare e incazzoso. Ogni volta che apriva bocca, non se capiva na mazza.

Elga: pure lei un'altra strana, boh era fissata coi sassi, ogni tanto piangeva perché spendeva i soldi in sigarette e birre.

Gianni: il ritardato del gruppo, stupido ma non troppo, a volte qualcosa riusciva anche a dirla. La sua passione? Arrampicarsi.

Benjamina detta Bella (non chiedete perché): ugualmente ad Elga sempre scannata, con Lucone erano sempre in litigio, e lei aveva una strana ossessione per i 5€. Ma poi lo scoprirete.

Ed infine, me. Leopold.

Quella sera di novembre ci ritrovammo al solito bar: sdrungurino.
Ci mettemmo seduti e ordinammo i soliti caffè, mentre el tac prese tre crepes vuote.
Cercai di spiegare ai miei amici che Daianèlla era partita in quarta, già voleva un bambino.
Io non ero pronto ad una relazione così grande, non riuscivo neanche a guardarla in faccia.
In più si rivelò molto gelosa, quasi ossessionata da Elga e Bella. A volte quando dormivamo insieme la sentivo rigirarsi nel letto mentre pronunciava malefici nella sua lingua madre: il Ferentello.
Io volevo molto bene alle mie amiche, Ma Descanella mi aveva in pugno, conosceva mia madre, mio padre, mia sorella Malfena e il mio cane Jon. Avevano anche cucinato insieme.

-sentime.- disse Gianni.

-ma perché non la lasci?-

Sentii il sudore colarmi dalla fronte. Quando la vidi in lontananza entrare da Sdrungurino con la sua amica del cuore, la pazza uscita da un reparto psichiatrico. CASTA.

Ebbi un flashback della sera precedente, quando dopo mezz'ora che me stava sopra, chiusi gli occhi ed immaginai una modella, nonostante il peso lo sentivo tutto, e finalmente terminai. Lei si appoggió con la sua grazia innata sulla mia spalla e disse.

-ti amo, Leopold.-

Mi sentii mancare, e così, caddi sul pavimento di Sdrungurino svenuto.

un mese e già ti amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora