Per anni e anni le creature che oramai adoravano solo il sangue e il suo gusto di vendetta,
che volevano solo la morte di tutti quegli animali anche chiamati esseri umani,
che volevano corpi sempre più ammassati sottostanti grandi pozze di sangue,
che soffrivano per tutto il dolore che subirono al loro tempo,
un giorno trovarono sul loro cammino una ragazza.
Quella stessa ragazza che appena attirò l'attenzione dei vari killer,
aveva scaturito in loro un'emozione in quella grande oscurità.
Un'emozione a loro straniera,
mai provata nella loro vita terrena da animali che erano prima,
fino a quando divennero le stesse creature rancorose e piene di dolore che erano da tempo.
Quella ragazza, lei era la risposta alle loro domande.
Quei sentimenti che per un po' di tempo avrebbero combattuto pur di non tornare vulnerabili come un tempo.
Quella ragazza che doveva essere distrutta per il loro stessi sentimenti per lei.
Quella stessa ragazza che doveva essere di uno soltanto di loro.*
Laughing Jack's pov
I mei occhi bianchi fissavano per l'ennesima volta quella figura di spalle. Una ragazza sui (tuoi anni), era intenta a giocherellare con le sue dita, stringendo tra di esse un filo d'erba verde. Restavo affascinato dalla tua spensieratezza come sempre, era ineguagliabile la tua abilità di non vedere quello che era veramente il mondo, ma non ero l'unico. La mia sete di te era incolmabile, neanche il sangue, le urla, le torture riuscivano a scalfire tale sete. Deglutivo silenziosamente, mentre restavo a fissarti, nascosto nell'ombra del retro della tua modesta casa.
«È ora di prenderla Jack» sussurrava l'altro Jack, o come piaceva chiamarlo a me, Jackson con il suo vecchio nome. Non distoglievo lo sguardo, leccandomi le labbra al solo pensiero di averti finalmente nelle mie grinfie anche se il solo pensiero di doverti dividere con Jackson non era una delle mie priorità, mentre il ricordo del nostro incontro danzava vivido nella mia mente in bianco e nero.
«(T/n)! (T/n)! Avanti, non avrai mica paura! Insomma, tu hai sempre accettato tutte le sfide e questa non la accetti? Non posso crederci!» la voce trillante di una ragazza riportava la mia attenzione all'inizio del mio Carnevale. Molti ragazzi prendevano come sfida il fatto di entrare qui e svelare le continue sparizioni legate al mio circo. Nessuno che ci entrava però faceva mai ritorno. Un sorriso compiaciuto si formava sul mio volto, i miei occhi bianchi si spostavano sulla ragazza che aveva appena parlato, dai capelli lisci e lunghi, occhi di un colore che non riuscivo molto bene a distinguere. Al suo fianco un'altra ragazza, quella che presumibilmente si chiamava (T/n), dai capelli (l/c- lunghezza capelli) e (c/c- colore capelli). I tuoi occhi si spostavano scrutando il cancello e al di là di esso. Io restavo a debita distanza, mentre ridacchiavo divertito dal tuo volto. Apparentemente calmo ma dentro di te sentivo la tempesta, che si poteva ben notare anche nei tuoi occhi (c/o). Scavalcavi poi il cancello, seguita dalla tua amica, mentre vi incamminavate, il tuo sguardo serio e combattivo puntato proprio nella mia direzione, nessuna paura in esso. Restavo ammaliato da tale coraggio, chiedendomi se tu mi avessi realmente notato. Vi incamminavate sul sentiero principale, tra i vari tendoni dismessi e all'apparenza non utilizzati. Passavate vicino a tutte le mie attrazioni lugubri e arrugginite, completamente distrutte dal tempo è dalla mia immensa oscurità. Io vi osservavo, tenendo costantemente la mia attenzione su di te, che percependola ti giravi in torno. Da quel giorno, ti seguivo ovunque tu andassi, senza mai perder di vista quella deliziosa e rarissima caramella che aveva suscitato in me emozioni che mai avevo provato.
Sbattevo ripetutamente gli occhi, riaffiorando dal quel delizioso e allo stesso tempo doloroso ricordo. Jackson mi guardava con i suoi assenti occhi, mentre sulla sua maschera abbondanti lacrime nere scendevano impregnandola di quello strano liquido catramoso.
«Muoviamo il culo e andiamo a prenderla. Ci sarà da divertirsi!» esclamavo con divertimento nella mia voce roca e bassa, finalmente sollevato nell'averti con me, non notando però altre losche figure che volevano il nostro per sempre.
Homicidal Liu's pov
Guardavo la ragazza dai bei lineamenti, adesso intenta a guardare il cielo di quelle sfumature così azzurre da confondersi con i suoi stessi pensieri. La sua casa era situata in una via secondaria, dove vicino a essa un bosco nonché territorio dello SlenderMan. Io ero impegnato a pattugliare di nuovo quella zona, rimanendo nelle vicinanze della tua casa, spiandoti da quella recinzione che la circondava. Tu eri sdraiata nel tuo giardino, intenta a guardare il sole tramontare, mentre venivi cullata dalla calma dei fruscii di quel lugubre bosco, in cui più di una volta ti eri avventurata, in cui più di una volta a tua insaputa avevi incontrando quello che io un tempo avevo voluto uccidere, il mio stesso fratello, e me.
Ero solito stare in quella landa desolata, quel pezzo di bosco appartenente allo SlenderMan, dove anch'esso si era dimenticato della sua stessa esistenza. Ero seduto con la schiena attaccata ad un albero, coperto da esso, quando una voce femminile rompeva quella beata tranquillità che poche volte potevo concedermi di provare.
«È mai possibile che debba sempre cacciarmi nei guai?!» ha urlato sempre quella voce, tanto che mi tiravo su di scatto, sfoderando la mia arma che luccicava alla luce lunare della luna. Quel giorno, o meglio, quella notte tutti i miei sensi di colpa, il rancore, la rabbia si erano celati dietro un muro silenzioso, anche la solita voce di Sully che mi tormentava aveva deciso di acquietarsi, lasciando risorgere il vecchio me, completamente debole e vulnerabile. Il ribrezzo che provavo verso me stesso era tanto in quel momento, ma poi la tua voce mi distraeva da quei pensieri. Ti guardavo da dietro l'albero, notando il tuo abbigliamento non molto consigliabile di notte in un bosco. Infatti eri vestita con una sola camicia da notte, che ti arrivava a coprire malamente le cosce, essa era di un azzurrino con i bordi in pizzo. Restavo ammaliato dalla tua bellezza, mentre la mia mente lavora su come una ragazza potesse trovarsi in un bosco in quelle condizioni.
«Ti prego, oooh ti prego! Torna qui! No, no, no, no! No!» urlavi a squarciagola, tendendo la tua mano nel buio pesto della notte. Un abbaio lontano si poteva udire in quel bosco silenzioso, mette tu cadevi sulle tue ginocchia piangendo, avevi perso il tuo amatissimo cane. Quella visione mi rapiva, mi stregava. In quel momento dimenticai Susan, in quel momento il mio cuore spento batteva per una volta. Alzavo lo sguardo notando che non solo io avevo assistito alla scena, notavo colui che più odiavo e che mai ti avrebbe messo le mani addosso se non solo io, Jeff.
Rialzavo il mio verde e freddo sguardo su di te, calcolando la mossa più saggia che potevo fare per averti quello stesso giorno. Mi accucciavo, seguito da mio fratello con cui avevo lottato la stessa notte che ti avevamo incontrata per decidere chi ti avrebbe tenuta con se fino a quando non si sarebbe stancato ma nessuno dei due voleva mollare, tutti e due ti volevamo avere, ed era così che stringevamo un patto, quella di dividerti, tu ormai eri nostra.
Spazio autrice :
Ed ecco qua! La nuova storia appena iniziata, in quanto domani ci saranno sia il Good Ending che il Bad Ending riguardanti la storia di Jeff. Mi avverto in oltre che questa storia rispetto a tutte le altre sarà molto lunga.
Per quanto riguarda il resto, l'aggiornamento di questa verrà messo a posto di quella di Jeff mentre per la dimentica ci sarà l'aggiornamento su quella di Bloody Painter.
Per il resto ditemi cosa ne pensate e da Lively_Spirit è tutto, buona notte~ (22:30)
STAI LEGGENDO
Freedom [Dark Story] CreepyPasta X Reader
Fanfiction**Dark Story: questa storia contiene atti di violenza, linguaggio scurrile e sesso non consenziente. Questo libro è soggetto a restrizioni d'età. Leggete a vostro rischio e pericolo** Questa storia è una X READER, in quale i personaggi principali sa...