28. Tocca a te

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Nabila
Passò abbastanza tempo dopo la nostra ultima uscita. Così io e Aya decidemmo di approfittare dell'assenza dei nostri genitori per andare ad una festa del vicinato.
Essendoci Tarek invitai anche Mariam obbligandola a venire. Così magari avevo anche un po' di possibilità con Yousef; anche se, a dire la verità, ultimamente Tarek ci ha lasciati in pace. E non riesco ancora a capire come.

Mariam
Costretta ad andare a questa festa, mi sedetti sulle poltrone a disposizione degli ospiti con gli altri.
Mentre parlavo con Aya e Tarek del progetto che stavo facendo all'università, invitandoli alla presentazione, vidi arrivare una ragazza verso di noi.
"Ciaoo !" Salutò con voce smielata, un po' troppo a dire la verità. Si abbassò su Tarek e gli baciò la guancia.
"Ciao Camilia!" Disse lui.

Camilia !?!

"Ciao" la salutai quando si avvicinò.
"Ciao!" Sorrise, un sorriso falso più che altro.
...
Passò tanto tempo da quando Camilia sta parlando degli affari di suo padre. Ormai seduti c'eravamo solo io, lei e Tarek. E dopo un po' rimasi solo io. Lei lo aveva trascinato in pista!
Non so cosa mi prese, ma continuai a fissarli. Così vicini, stretti l'uno all'altra.

Stanno bene insieme ... lei è bella, snella e alta, chi guarderebbe me in confronto? E poi insieme a lui... sono davvero belli!

Dopo tanto tempo da sola decisi di uscire in giardino a pensare un po' alla mia vita. Ai miei genitori, a Ilias, a Tarek e a me stessa. (Tanto mi deprimevo lo stesso).

Tarek
La tenevo d'occhio tutto il tempo ... e quando per un attimo concentrai lo sguardo su Camilia "dovrò partire di nuovo tra quattro mesi!" Disse.
Annuì " buona fortuna allora" Dissi indifferente.
"Non sei capace neanche di dire 'mi mancherai' ...?" Disse delusa.
"Non dico cose che non provo davvero ...!" Mi staccai allontanandomi.
"Ma va a quel paese!" Si allontanò correndo.

Dove cavolo è finita questa ragazza?

Uscì in giardino ed eccola seduta sul altalena.
"Ehi!"
"Ciao!"
"Che fai qua da sola?"
"Ero comunque da sola dentro" disse.
"Mi spiace, Camilia è ossessiva quando ci si mette" dissi infastidito.
Annuì.
"Stai bene?" Chiesi.
"Si perché ?"
Alzai le spalle, sembrava a disagio.
"Ti va di parlare?" Chiesi.
"Di cosa?" Disse.
"Raccontami di te!" Dissi.
Lei mi guardò un attimo prima di rispondere.
"Non c'è molto, davvero!" Disse.
"Io ti ho detto tutto, ora tocca a te!" Sorrisi.
Sospirò.
"Sono una persona normale. Niente di particolare." Disse sospirando.
"Perché non mi dici delle cose 'meno perfette' di te, allora?" Chiesi scettico.
"Che vuoi che ti dica? Innanzitutto non sono perfetta e non ho cose meno perfette da raccontare"disse con un tono ... strano, quasi arrabbiato.
"È successo qualcosa? è colpa mia?" Chiesi cercando di capirla e riprendendo in mano la situazione.
Lei sospirò e si diede una piccola spinta per dondolare sull'altalena.
"Lasciami stare per favore!" Disse sorprendendomi.
"C'è l'hai con me perché ti ho lasciata da sola?" Chiesi ma non ottennì risposta.
"Se è così allora scusami perché non era mia intenzione; è solo colpa di mia cugina" dissi alzandomi e mettendomi dietro di lei spingendola leggermente.
"Tieniti bene" Dissi e lei scoppiò a ridere "non sono una bambina" disse rovesciando la testa e guardandomi.
"Lo sembri ... sei così bassa !" La presi in giro.
"Beh meglio una ragazza bassa che una alta due metri con fisico maschile" rispose.
"Su questo hai ragione" sorrisi.
"Sei gelosa?" Chiesi dopo qualche attimo di silenzio.
"NO!" Disse. "Perché dovrei?" Chiese.
Ma non ottennè risposta. Non gliela avrei data.
Perché speravo lo fosse.
Perché volevo spiegarle che non c'era niente tra me e Camilia.
Perché volevo dirle che non doveva preoccuparsi. Perché era lei quella che mi piaceva. Perché speravo che ricambiasse.
"Continua !"
"A fare cosa ?" Chiesi.
"Adoro l'altalena. È un modo spensierato di stare" Sorrise.
"Come fai a sorridere sempre, anche quando non sei felice?" Chiesi.
Lei sospirò prima di rispondere "volevi sapere qualcosa su di me, giusto? Non sono bipolare, tranquillo" disse. "No lo so... - risi- a parte questo?"
"Ecco... beh, io sono una persona sensibile, basta poco per farmi star bene! Non pretendo molto dalla vita o almeno non più. Sono una persona semplice,altruista, perché aiutare gli altri è la cosa che mi riesce meglio. Cerco di essere carina con tutti e provo a cambiare sempre in meglio" disse.
"Non so ... ma ai miei occhi risulti comunque perfetta"
"Tarek sono tutto fuorché perfetta! Sono una persona piena di dolore, di imperfezioni, di errori, sono tutto tranne perfetta" disse sicura delle sue parole. "Eppure sei la persona più forte che abbia mai incontrato" Dissi.
"È perché non mi hai mai vista debole" rispose.
In quel momento le suonò il telefono e vedendo il numero della zia rispose.
Non so cosa fosse successo, ma dalla sua reazione era qualcosa di grave, molto grave.
"Scusami dovrei andare!" Disse in fretta.
"Che succede?" Chiesi.
"Mio nonno è in ospedale" rispose. "Vengo con te" Dissi senza pensarci due volte.

Mariam
Appena arrivati in ospedale dimenticai della presenza di Tarek e corsi a cercare dov'è mio nonno.
Quando vidi mia madre andai da lei e la abbracciai forte e poi abbracciai tutti gli zii. C'erano tutti e io ero l'ultima a saperlo, l'ultima ad arrivare.
"Dov'è?" Chiesi.
"Sala operatoria" rispose mio zio.
Mi fermai un attimo in mezzo alla stanza, presi un respiro e mi concentrai sulla parete che ho di fronte... sto avendo un attacco di panico, sento il cuore schiacciato e la mancanza di aria. Respirai profondamente ... non è il momento giusto per avere un attacco di panico devo essere forte per gli altri, se tutti si mettessero a piangere chi prenderà in mano la situazione. Sono tutti scossi.

To be continued.

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