"A volte nella vita, come ben sappiamo, potrebbero capitarci delle cose inspiegabili, che diano, una volta per tutte, una svolta alla nostra esistenza. A me è successo all'incirca 19 anni fa, quando conobbi Amalia.
Era una ragazza straordinaria ma anche troppo giovane, troppo ferita, troppo imprudente e sopratutto senza libertà. Il suo caso mi incuriosì sin da subito, ero alle prime armi con il giornalismo e come ogni novellino che lavora in questo campo, ero assetato di conoscenza, di scoop, dovevo fare notizia a tutti i costi.
Non sapevo però che conoscere proprio lei, avrebbe sconvolto del tutto i miei piani. Mandai al diavolo tutti i miei principi morali e quel poco buonsenso che avevo in zucca, dedicandomi completamente ed unicamente ad aiutarla.
Il nostro piccolo, immenso segreto ancora non è venuto a galla e sinceramente non mi sento ancora pronto ad affrontare la realtà, poichè ciò implicherebbe riaprire una ferita della mia anima ancora non del tutto guarita. Quindi mi affido a te, "Caro diario" per potermi finalmente sfogare e liberare la mia mente.
Certo è strano avere la consapevolezza che un uomo della mia età abbia bisogno di una cosa come un diario segreto come le ragazzine per poter parlare tranquillamente senza aver paura di esser giudicato, ma non son riuscito a trovare altre soluzioni.
Ora, tutto ciò che devo fare è semplicemente sgomberare la mia mente e lasciare che la mano guidi da sola questa penna stilo.." - " Ale? " - bussano alla porta.
È mia moglia, Florencia e non capisco cosa voglia.
Sbuffo infastidito, poggiando la penna e nascondendo velocemente il diario nel cassetto della scrivania.
Glie l'ho sempre detto che quando rimango da solo nel mio studio non voglio essere disturbato. Forse è successo qualcosa.
" Ale, ci sei? Scusa se ti disturbo ma ho bisogno di parlarti.. " - apro la porta sentendo un brutto presentimento addosso ma non appena vedo i grandi occhi castanti della mia dolce Flor, la mia espressione si addolcisce.
" Cosa c'è tesoro? " - le chiedo accarezzandole una guncia.
" Sono preoccupata per la bambina.. lo sapevi che ha conosciuto un ragazzo e che si frequentano spesso? " - esordisce preoccupata.
" Amore, ricordi che la nostra 'bambina' ha ormai 18 anni, è prossima a conseguire gli esami di maturità ed è il caso forse che frequenti chi le pare? " - rido divertito.
La sua espressione si indurisce - " Siamo stati sempre molto apprensivi con lei e raramente la facevamo uscire.. " - " Non che lei ce l'abbia mai chiesto chissà quante volte.. " - ribatto, ma lei continua - " Non è abituata a stare fuori casa e..e.. non penso sappia orientarsi bene in città... ma poi io voglio conoscere questo ragazzo, non so come si chiama, non so dove abita, non so quanti anni ha.. " - " Tutte queste cose può impararle benissimamente anche ora che sta rivendicando le sue libertà " - la fermo - " ..e per quanto riguarda questo ragazzo puoi sempre chiederle di invitarlo a cena uno di questi giorni, no? " - concludo stampandole un bacio sulle labbra arricciate per via dell'espressione imbronciata. Dopodichè la supero andando a prendermi il giubbotto.
" Esci? " - mi chiede - " Si, vado a farmi due passi, ho bisogno di stare un po da solo.. " - rispondo guardandola dritta negli occhi.
Le mie labbra son schiuse in un sorriso leggero ma lei sa cosa si cela veramente dietro i miei occhi.
Non dice niente, annuisce e basta.
Apro la porta - " Ci vediamo dopo.. ti amo " - " Anche io " - risponde.
Scendo le scale che portano al garage, ancora più pensieroso di prima e non appena salgo in macchina rimango qualche attimo poggiato contro lo schienale.
Chiudo gli occhi, inspiro profondamente.
La testa mi fa male.. ci son così tanti ricordi che sento di star per esplodere.
Stasera continuerò a scrivere nel diario, che sia ridicolo o meno, poco mi importa.
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Amalia
General Fiction" Ho scoperto che il mio destino aveva un nome dal primo momento in cui la vidi, e il suo nome era.. Amalia"