The Rapist

44 2 0
                                    

Quando si avvicinò l'ora di incontrarsi con il maniaco, Dean andò negli spogliatoi per togliersi gli l'abiti da agente dell'FBI.

Indossò dei jeans, una maglia nera e sopra una camicia di flanella. Si portò dietro il distintivo e la pistola. Quelle servono sempre.

Quando ebbe finito si voltò per vedere cosa aveva indossato l'altro e lo vide che lo fissava con la testa inclinata da un lato e vestito come al solito.

-tu non ti cambi?- chiese.

-perché dovrei?-

- Be, in effetti non sembri un'agente dell'FBI. Sembri più un incrocio tra un esattore delle tasse e un maniaco.- esclamò Dean scuotendo la testa e prendendo la giacca di pelle, quella appartenuta a suo padre.

-perché dici che sembro un maniaco?- Castiel si alzò.

- l'impermeabile. È quello che usano i maniaci. Vanno in giro nudi e poi spaventano la gente aprendoli e mostrandosi. Davvero me lo stai chiedendo?-

-a me piace e poi sotto non sono nudo.- disse lisciandosi il trench.

-no, certo che no. - Dean evitò accuratamente di guardarlo mentre cercava di non figurarselo con indosso solo l'impermeabile.

-andiamo. Si fa tardi.-

Uscì in fretta e Castiel lo seguì fino alla macchina dove salì senza porre ulteriori ed imbarazzanti domande.

-ho letto del caso. - iniziò Castiel appena Dean fu uscito dal parcheggio coperto dell'FBI.

-quale caso?- chiese il biondo.

-quello del maniaco che dobbiamo arrestare stanotte. Adesca ragazzine tra i 15 e i 21 anni. preferibilmente rosse. Scrive loro su internet, su vari social. Si finge un ragazzo della loro età per poi incontrarle in un bar dove vengono drogate, portate via e violentate. Poi l'uomo le lascia in un vicolo dove vengono poi trovate da qualcuno che le porta alla polizia. Solo alcune di loro sono arrivate con i loro piedi per denunciare l'accaduto.- elencò perfettamente ogni parola del rapporto di Dean.

-vedo che hai fatto i compiti. Ora dobbiamo solo scoprire chi è e catturarlo in flagranza di reato.- Dean già ridacchiava come se avesse vinto.

Castiel lo guardò:-come faremo ad arrestarlo in flagranza se non c'è un'esca?-

Dean si voltò a guardarlo con un grosso sorriso:-chi ha detto che non c'è nessuna ragazza?-

E senza altre parole raggiunsero il bar, parcheggiarono ed entrarono sedendosi al bancone un po' in disparte.

-cosa prendi?- chiese Dean.

-cosa?- Castiel non sembrava capire.

-ok. Due birre.- ordinò il biondo al cameriere iniziando a guardarsi intorno.

-ehi, che te ne pare di quello?- chiese indicandolo con lo sguardo.

Era un uomo sulla quarantina, una leggera barba, capelli neri un po' tirati indietro, orecchino e qualche anello alle dita oltre ad una collana d'oro con una piccola croce.

-no, sta puntando a quell'altro.- rispose di rimando Castiel indicando l'altra parte della stanza dove un uomo poco più vecchio di lui, pelato e con gli occhiali da vista stava ricambiando lo sguardo da sopra il suo bicchiere di gin tonic.

-però, che occhio!- gli diede una pacca sulla spalla compiaciuto.

-ci sono solo tre individui che potrebbero fare al caso nostro.- continuò Castiel incoraggiato dal comportamento positivo del partner.

Profound BondDove le storie prendono vita. Scoprilo ora