The Truth

58 0 1
                                    

Dean si svegliò il mattino ritrovandosi sdraiato sul divano, a pancia in giù, con un braccio a penzoloni che gli faceva tremendamente male e un terribile cerchio alla testa, sintomo del dopo sbornia. Si alzò a sedere a fatica stringendo gli occhi, a causa della luce solare, per vedere come era conciato il suo appartamento. C'erano bottiglie vuote di birra ovunque e un paio di bicchieri sparsi che probabilmente un tempo erano stati riempiti con il whisky, la cui bottiglia vuota era proprio ai suoi piedi. Si alzò lentamente e per poco non inciampò nei vetri sparsi e si diresse in bagno per farsi una doccia e levarsi di dosso la puzza di alcool. Aprì l'acqua calda e iniziò a spogliarsi mettendo i vestiti nel cesto del bucato sporco. Rimase sotto il caldo getto per parecchio tempo cercando di far andare via il mal di testa, ma non fu molto utile. Così uscì e, con un asciugamano legato intorno alla vita, si aggirò per la casa, un po' più stabile di prima, per trovare dei vestiti e tracce di caffè e magari una bella dose di Aspirina o Vicodin. Qualunque cosa potesse aiutarlo con quei maledetti postumi. Ancora non aveva pensato al motivo per cui si era ubriacato così tanto. L'intenzione era smettere di pensarci ma le preoccupazioni tornarono a galla quando ebbe la brutta idea di ascoltare i messaggi in segreteria telefonica. Quattro messaggi erano di suo fratello che, preoccupato, gli chiedeva di richiamarlo subito perché voleva assicurarsi che stesse bene dopo quello che era successo con il Clown anche se lui non ci aveva capito molto. Se suo fratello Sam, avvocato, non ci aveva capito niente, figurarsi quanto ne avesse capito Dean. Due messaggi erano di Bobby che gli urlava contro che doveva consegnargli i rapporti di ciò che è successo con il serial killer e che c'era un'indagine in corso per capire come diavolo era morto quello psicopatico. Un messaggio era di Benny che gli chiedeva come stava visto quello che era successo e gli altri erano di Garth e Ash. Anch'essi preoccupati ed estasiati dalla notizia. Ash gli fece notare che Gordon e Adam erano fuori di loro dall'invidia e che Dean aveva fatto il grande colpo con la cattura di quel pazzo. L'ultimo era di Crowley che gli chiedeva come mai non era passato dal bar dato che avevano appuntamento lì e sperava che stesse bene.
« Maledizione! » sbottò Dean tirando una manata allo sportello che aveva appena richiuso. Con tutto il casino che era successo, si era dimenticato che doveva vedersi con Crowley.
Prese il telefono e gli scrisse un messaggio di scuse in cui gli diceva che, se non aveva impegni, potevano vedersi quella sera stessa al solito bar. La risposta, affermativa, arrivò poco dopo e Dean si sentì un po' meno in colpa.
Infilò la polvere del caffè, che era riuscito a trovare, nella macchinetta e la fece partire voltandosi poi a fissare il suo appartamento sopraffatto dalle parole di Castiel che lentamente tornavano alla memoria. L'uomo che aveva appena scoperto essere un angelo e che aveva ucciso una persona proprio qualche ora prima senza neanche battere ciglio.

'Gli angeli sono guerrieri di Dio. Io sono un soldato.'

Quelle parole riecheggiarono nella sua mente e all'interno delle mura dell'appartamento.
'che cosa sei?!' Dean sentì la sua voce come se provenisse da una vecchia radio.

'sono un angelo del signore.' rispose la voce opalescente di Castiel.

Dean scosse la testa, prese la tazza la riempì con il caffè e poi ci mise dentro un paio di pastiglie effervescenti contro il mal di testa iniziando a sorseggiare la bevanda che iniziò a farlo sentire meglio e a svegliarlo completamente.
Solo a quel punto riuscì a mettere in moto un paio di neuroni e a prendere il suo Macbook e iniziare delle ricerche online.

Angeli.

Trovò un sacco di informazioni sulla pagina di wikipedia.
Gli angeli, o il termine angelo, esistevano già nella Mesopotamia e nella tradizione classica per poi arrivare all'ebraismo, giudaismo, cristianesimo, Zoroastrismo, manicheismo e addirittura l'islam. Gli ordini degli angeli, come i serafini, arcangeli, cherubini, dominazioni.
Era tanta roba da assorbire, ma da quello che poteva leggere, gli angeli erano immortali. Non si potevano uccidere. Quindi come poteva Castiel dire che i suoi fratelli angeli erano stati uccisi? Chi poteva uccidere degli esseri immortali? O stava mentendo o quel qualcosa era veramente potente. Potente quanto Dio, magari. No, Castiel non poteva mentire. Lo aveva visto con i suoi stessi occhi uccidere quell'uomo dagli occhi neri con il solo tocco della sua mano e i suoi occhi... i suoi occhi erano luminosi. Non era un essere umano. Gli esseri umani non sono capaci di queste cose. Poi ricordò gli occhi neri del Clown e le parole di Castiel tornarono vivide nella sua mente.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Profound BondDove le storie prendono vita. Scoprilo ora