Capitolo 6: The Handprint

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La canzone Jazz che usciva dallo stereo. Il brusio delle chiacchiere. Rumore di risate. sedie che si spostano. Il tintinnio dei bicchieri. Un bicchiere appoggiato sul tavolino, all'interno un liquido ambrato e un cubetto di ghiaccio che ondeggiava lentamente sbattendo contro il cristallo. Dean lo fissava. Fissava quel liquido, la mano sinistra abbandonata accanto al bicchiere, la testa persa nei suoi pensieri, la mano destra a massaggiarsi la spalla sinistra.

« tutto a posto, Honey? » chiese una voce con marcato accento inglese scrutando curioso il suo braccio.

Dean sobbalzò appena e alzò la testa in direzione di Crowley. Non disse niente sulla sua silenziosa entrata in scena. Ormai si era abituato a questa stranezza del suo compagno di bevute.

« tutto a posto. » rispose Dean abbassando la mano per non destare ulteriori sospetti riguardo quella strana impronta che era comparsa in seguito a quanto accaduto in strada poche ore prima.

com'è andata al lavoro oggi? »

« Come al solito. Te invece? » Dean richiamò l'attenzione del barman per farsi portare un altro bicchiere per l'uomo seduto davanti a lui.

« soliti battibecchi nei bassifondi, ma sai com'è; non si può accontentare tutti. Sei sicuro di star bene? » insistette Crowley.

« sì, ho solo avuto una giornata pesante. Uno stupratore e poi un incidente. » rispose a disagio e confuso.

« un incidente? A te? Che è successo? »

« durante il Black Out un uomo preso dal panico è partito con la propria macchina e mi stava per investire. » rispose brevemente. Non voleva che gli facesse ulteriori domande, anche perché non sapeva cosa avrebbe potuto rispondere dato che non ricordava assolutamente niente se non quell'abbagliante luce bianca e calda. E il viso di Castiel. E la sua voce.

« per tutti gli Inferi è terribile! Stai bene? »

Dean annuì: « il mio nuovo partner mi ha trascinato via dalla strada. »

« meno male! » esclamò sorridendo Crowley appoggiando una mano su quella di Dean ancora abbandonata accanto al bicchiere.

Il cameriere arrivò e portò il Glencraig a Crowley e lui lo prese alzandolo subito come se dovesse brindare.

« al nuovo partner che ti ha salvato la vita allora! » disse infatti.

Dean sorrise e sollevò il suo bicchiere facendolo tintinnare con l'altro e bevvero un lungo sorso.

« E a proposito del tuo nuovo partner, com'è? »

« è un novellino, ha molto da imparare. Per prima cosa a mostrare il distintivo per il verso giusto. »

Questo fece ridere Crowley: « oh, non ci credo. Pensavo succedesse solo nei film. »

« lo credevo anche io. » ridacchiò Dean che già si sentiva meglio ora che era in sua compagnia e non pensava più all'incidente.

Passarono così alcune ore fino a che il telefono dell'amministratore delegato non squillò.

Crowley sbuffò: « devo rispondere. Il lavoro. »

Rispose alla chiamata e l'uomo dall'altra parte della cornetta gli disse qualcosa che lo fece arrabbiare.

« maledizione. Siete degli incapaci! Non sapete neanche sistemare i vostri stessi casini. Arrivo subito. » buttò giù e sospirò guardando Dean.

« tranquillo, va pure. Ne approfitterò per finire di compilare il rapporto dell'operazione di oggi. »

« mi dispiace interrompere una così bella serata con te. Mi dispiace sempre lasciarti. » lo fissò profondamente negli occhi.

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