Capitolo 8

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Stavamo tornando a casa a piedi.
Dal bar la casa di Giacomo era lontana 500 metri, e camminare fa sempre bene.
Io e Giacomo stavamo parlando dell'accaduto, del fatto che io e Marco eravamo stati importanti.
"L'altra sera di cosa avete parlato?" Mi chiese Giacomo un po' curioso.
"Sinceramente di niente, della vita, degli anni trascorsi lontani".
"E come ti sembrava? Ancora preso da te?" Chiese mentre stava girando la chiave nella serratura per entrare in casa.

Appena entrai in casa sentì dei rumori.

"Questa casa non è come l ho lasciata." sussuró Giacomo.
"C'è qualcuno Giacomo. Ho paura " gli dissi mettendomi dietro la sua schiena.
Lui prese un vaso di vetro e entrò piano piano.
I rumori provenivano dalla camera da letto, e io sinceramente mi stavo veramente preoccupando, avevo il telefono in mano pronto a chiamare il 112.
Giacomo arrivó presso la camera che era socchiusa, fece un respiro profondo, aprí la porta e urló "CHI CAZZO SEI TU!!!!!!"
Quello sul letto si alzó in piedi di colpo e emise un urlo di spavento.

"Porca troia Giacomo!!!!!!!!!" Urló il tizio spaventato.
Era Marco!
Quando io e lui vedemmo la scena, non seppi cosa dire.
"Cazzo ci fai qui amico?" Disse Giacomo dandoli una pacca sulla spalla.
"Mi avevi dato la chiave ancora prima di littigare 3 anni fa, e sapevo che non saresti tornato nel breve periodo e ne ho approfittato."
"Ma voi due che ci fate qua?" Disse guardandomi perplesso mentre io e Giacomo ci stavamo riprendendo dallo spavento.
" Sei uno stronzo!" Dissi e andai a chiudermi in bagno.

Sentivo i due maschietti di la che discutevono e parlavano. Marco che chiedeva a Giacomo che cosa avessi, e quest' ultimo che gli raccontava tutto quello che era successo, da Marta a Iaia.

Io ero furibonda perché mi ero preoccupata, pensavo gli fosse successo qualcosa, pensavo che la colpa fosse stata mia, e pensavo al peggio.
Marco inizió a bussare la porta. "Chiara apri"
"NO!!!" dissi.
"Dai Chiara."

Dall' altra stanza c era Giacomo che disse "Vabbè ragazzi io vado a farmi un po' di spesa, siccome non sono più da solo in questa casa, almeno che in frigo ci sia qualcosa se a qualcuno viene un attacco di fame." Poi aggiunse " vi prego fate i bravi, e tu Chiara non amazzare quelpovero ragazzo." E si chiuse la porta alle spalle.

"Chiara mi apri?" Mi supplicó Marco.
"Adesso no"
"Ma che ti ho fatto??" Mi chiese non capendo e sedendosi a terra dietro la porta.
Iniziò a bussare, a rompere, a picchiettare.
Non ne potevo più quando aprì la porta e lui si alzò in piedi di scatto, e entró senza chiedermi il permesso e la richiuse.
"Che ho fatto?" Chiese di nuovo.

In quel momento esplosi, sia di rabbia che di pianto. " Te ne sei andato, mi hai lasciato su quel binario così, alla cazzo! Ti ho detto delle cose e hai fatto finta di non sentirle. Sai come mi sono sentita?? Una stupida! Una scema! Per tutto il giorno ho evitato il mondo. E poi Marta che mi chiama quasi in lacrime perché Marco non è tornato, perché di Marco non ci sono notizie." Presi un respiro " e tutti a colpevolizzare me, perché sarò stata io che ho fatto scappare Marco, perché sono stata io la stronza a spezzargli il cuore, perché è sempre Chiara quella sbagliata!"
Mi sedetti sul bordo della vasca "Marco questi sono stati anni davvero duri, mi sei mancato terribilmente, volevo te e nessun altro. E ora che ti ho qui, mi fa tutto strano, mi sembra quasi un sogno. Un sogno da cui non voglio svegliarmi."
Lui non mi disse niente, continuava a fissarmi ma il suo volto era impassibile.
Questo mi faceva infuriare.

Mi alzai di scatto, e dissi "cazzo vedi?! Vedi come sei?! Niente. Zero." Mi misi davanti a lui e da vicino vidi una ruga d espressione che a suo tempo non c era, e una vena sulla fronte che pulsava.
A un certo punto lui mi prese e inizió a baciarmi, lo fece con ferocia, con fame, con voglia. Mi baciò così profondamente che mi lasciai completamente andare.
Mi prese mi fece sedere sopra il lavandino, mi spogliò a strati, inziando dalla maglietta.
Mi divaricó le gambe e si spogliò lui.
Il suo membro era già duro, e pronto, e questo mi faceva eccitare di più.
Lo infiló dentro e urlai, urlai di piacere,e poi inizió prima lentamente e poi sempre più forte finché non iniziammo a ansimare assieme e a godere così forte da ridere.
Alla fine lui si staccò, eravamo sudati, abbracciati e ci continuavano a baciare.
Io scesi da quel lavandino.
Ci guardammo con aria sconvolta.
"Forse è proprio per questo che non ti ho detto nulla" disse lui imbarazzato.
"Che ci è successo?" dissi io sorridendo.

Marco sì stava vestendo, quando si chiuse i pantaloni e rimase a petto nudo e si avvicinò a me, che ero ancora nuda sopra il lavandino, tutta sudata.
Non mi vergognavo, ero già stata nuda davanti a lui, e nonostante la situazione, ero ancora divertita dall' accaduto.
Lui posò una mano sopra la mia coscia, e mi baciò le labbra, con una passione e un amore che mi erano mancati. Non volevo più staccarmi da quelle labbra, ma fummo interrotti dalle grida di Giacomo " Sono tornato, c'è qualcuno di morto?" disse chiudendo la porta della casa alle spalle.
"Chiara?" Chiese quasi aprendo la porta del bagno.
"NOOO non aprire" urlai io scendendo dal suo lavandino nuda.
" Tutto bene, siamo qua dentro, stiamo discutendo" dissi cercando di rassicurarlo.
"Sicuro tutto bene?" chiese ancora un po' allarmato.
" Sì davvero, adesso usciamo e ti veniamo a aiutare" dissi con tono sereno.
"Ma non preoccupatevi per questo. State li se dovete parlare, io sono di lá che sistemo e inizio a preparare qualcosa per stasera. "
"Grazie amico, arriviamo" disse Marco.

Marco si posò alla porta e mi guardava con due occhi che sembravano carnivori.
Io sorridevo perché mi sembrava assurda come situazione.
Alzai lo sguardo e lo guardai e iniziammo a ridere.

Da lì a poco uscimmo dal bagno, e aiutammo Giacomo con la spesa e il pranzo.
Poi ci sedemmo tutti e tre fuori e parlammo della vita, del motivo per cui Marco non era tornato da Marta, che sostanzialmente era perché era stanco e voleva stare per i fatti suoi.
Balle pensai!

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