sommersa da un buio che voleva soffocarmi.

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Quando ascolto la musica faccio sempre attenzione a non ascoltarla mai a tutto volume. Tengo quell'ultima tacca come se fosse la chiave per aprire il mio cuore e lasciarmi esposta ai pericoli del mondo, senza protezione.
Ma stasera l'ho fatto, ero in camera mia, ho spento la luce, non volevo vedere niente, non in quel senso, mi sono messa seduta, vicino alla finestra a guardare il cielo, sommersa da un buio che voleva soffocarmi.
Ho ascoltato quella canzone a tutto volume e con uno scatto, la porticina si è aperta. Quella di cui parlavo prima, quella che si trova all'interno di noi stessi. Si è aperta.
E una sagoma scura ne è uscita. Ha iniziato ad uscire, fuori dal mio petto, e si è seduta vicino a me, nel buio. Ci siamo guardati, ho riconosciuto i suoi occhi.
Mi ha preso la mano, delicatamente.
Mi ha guardata, mi ha fatta sentire bella.
Non con i capelli lunghi e biondi e le gambe magre. No, mi ha fatto sentire forte, creativa, intelligente, sensibile, autrice di me stessa.
Mi guardava e rideva e quella risata, quella risata mi pareva un cielo notturno.
Come del carbone sul quale sono caduti diamanti.
Dimmi, si può vedere dentro una risata l'immenso, l'infinito?
Io ce l'ho visto.
Ma quella sagoma, guardandomi un ultima volta, è sparita, si è dissolta.
Lasciando la mia mano più fredda di prima.
Lasciandomi sola, vicino alla finestra.
E di colpo capii che avevo danzato con la paura, e l'avevo amata.
Capii che avevo paura, paura di essermi immaginata tutti quegli sguardi, e che alla prima occasione il castello di carte sarebbe crollato, lasciando la mia mano più fredda di prima.

Niente paura! (Sono solo pensieri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora