《L'adolescenza rubata dal sogno di indipendenza.》-Lowlow.
12 giugno 2015
Sono le 11:35, con esattezza.
Sto aspettando Mattia, guardando ogni dieci minuti l'orario segnato nel Rolex stretto al mio polso.Ci siamo dati appuntamento per le 11:00, ma di lui ancora niente.
Spero vivamente che non gli sia successo niente, insomma, nonostante ci litigo spesso è un mio collega di lavoro e di università, quindi è quasi una persona importante per me.Prendo il telefono in mano e digito il suo numero. Non risponde, come suo solito fare nei momenti importanti.
Grido una bestemmia, tanto sono in centro e con tutto il baccano che c'è nessuno mi sente.
Esatto, quindi se in questo momento mi sparassi nessuno lo sentirebbe...
In effetti, potrei farlo... Insomma, qualcuno se ne accorgerebbe e finirei su dei giornali... All'attenzione di tutti.
Alla attenzione di Alice o dei miei genitori.
Interrompe i miei pensieri la visione di una sagoma pompata ma, ai miei occhi, molto sbiadita che credo corra verso la mia direzione.Concentro il mio sguardo su di essa e si avvicina con una velocità assurda, quasi soprannaturale. Mi passa, per mezzo secondo, davanti e mi fa segno di nascondermi.
Niente più dubbi, è quel coglione di Mattia.
Mi nascondo accanto a lui, dietro una pianta.Lo guardo interrogativo per qualche attimo, e lui credo abbia capito le mie intenzioni.
"Noemi mi sta seguendo, alquanto incazzata." Spiega brevemente, incurvando leggermente il sopracciglio quando vede tre polsini su un solo braccio. "Non voglio sapere." Conclude accentuando la 'e' finale della parola 'sapere'."Perché è incazzata?" Domando, cercando di nascondermi meglio e cambiando discorso.
La gente ci guarda male, infondo siamo nascosti dietro delle piante, ma comunque noto che a Mattia da fastidio. Vorrei dirgli che io ci sono abituato, ma sarebbe un egocentrismo assurdo.
"Ho prenotato un esame ma non mi sono presentato, ero a fumare con Valerio." Certe volte mi sorprendo della sua capacità di trasformare testi lunghissimi in frasi da due righe al massimo.
Accenno un sorriso,
nonostante io sia il primo a saltare le lezioni, gli ripeto sempre che così non si laureerà mai.
Però, almeno per oggi, cerco di stare zitto... Non ho voglia di discutere su un caso perso in partenza.Vedo Noemi arrivare in lontananza, e con tutta la forza ed il coraggio che ho in corpo mi alzo.
Nonostante le occhiate di Mattia e lo sguardo fulminante di Noemi.Le vado incontro,
le sorriso falsamente. "Dove cavolo è quel coglione?" Sussurra, drigrignando i denti. È proprio incazzata."Oh ehi, io che ne so... Ti ho solo vista e ti ho voluta salutare. Shalla sorè." La rassicuro.
Ho una caratteristica strana, riesco a mentire solo alle persone che non sono 'importanti' per me.
Insomma, se me l'avesse chiesto Mattia, Alice, Giulio o Valerio non avrei mai risposto così... Avrei detto la verità."Se lo vedi e non me lo dici..." Non le lascio completare la frase, che la saluto.
"Ti castro." la sento sussurrare. Rido allontanandomi.Faccio segno a Mattia che ora è via libera, e lui mi sorride.
"Grazie bro, mi hai salvato la vita, davvero." Sembra davvero grato."Sisi vabene." Dico velocemente, "Ora però voglio camminare. Ne ho bisogno." Concludo, e lui annuisce.
_____
13 giugno 2015
Ieri, io e Mattia, siamo stati in centro per circa un'ora.
In realtà, ci siamo seduti su una panchina per tutto il tempo. Ci siamo messi solo a parlare, come se entrambi fossimo assenti da noi stessi. Io ho dimenticato, come lui, che avessimo bisogno di camminare.
Mi ha chiesto perché ho preso una pausa dal rap, ed io gli ho spiegato che non è facile lavorare con un dolore dentro il petto, un dolore che ti lacera dentro.Lui mi ha detto che la perdita di Vittò ha anche dei pro: posso fare canzoni depresse che piacciono alle ragazzine tredicenni che si credono fighe seguendo la massa.
In effetti, ha ragione. In ogni mixtape o disco che produco ci sono almeno due canzoni depresse perché, anche se piacciono alle bambine, portano visual...
Quindi, visual equivale a fama.
Fama a soldi.
Soldi a successo.Io gli ho, prontamente, risposto che avrei scritto solo una canzone per completare l'album che avevo composto prima della morte del King. La canzone si sarebbe chiama 'Il Meglio Del Peggio'.
Ho deciso di chiamarla così perché Vittorio ci chiamava sempre così.
Noi eravamo il peggio dello schifo.
Noi eravamo lo svantaggio del mondo,
ma eravamo il suo meglio._____
13 giugno 2015, notte
In lontananza vedo un ragazzino, sui quattordici anni e non di più, accerchiato da un gruppo di ragazzi, con la differenza che loro sono sui diciotto anni, che cercano di dargli sberle e di prendergli i soldi dallo zaino.
Mi guardo attorno, solo pareti arancioni con delle grandi porte sparse. Sembra una scuola.
Vedo una ragazza alta, con degli splendidi occhi marroni, quasi neri... Dove puoi perderti mille volte, senza mai voler tornare indietro... e dei capelli castani molto lunghi, che arrivano circa all'ultima costola. La guardo con maggiore attenzione, è splendida. Con la mano destra scuote i suoi capelli, facendo sollevare una leggera brezza. È Alice, nessun altro. La so riconoscere.D'un tratto un urlo, sangue. Vedo solo rosso. Tanto rosso.
Ripunto lo sguardo su quel bambino, lo vedo a terra in cerca di respiro. Mi metto ad urlare contro quei ragazzi, gli urlo di smetterla, gli urlo che quel ragazzino sta morendo, ma niente. Nessuno mi ascolta, nessuno mi vede, nessuno si accorge della mia esistenza.Mi avvicino lentamente a quel corpo steso a terra, si sente lontano un miglio quel respiro affannato ed animate. Il bambino ha gli occhi innietati di sangue e sta boccheggiando. Mi giro verso quei ragazzi che prima lo picchiavano, ora stanno ridendo vicino alla porta di una classe.
Guardo i loro visi, vedo cinque persone: due di loro non le riconosco, hanno il viso sfocato, poi vedo Yoshimitzu e Nicksick che si danno il cinque.
Poi vedo me.
Un me soddisfatto.
Un me che non è me.Mi sveglio di scatto, in preda ad un attacco di panico.
Vedo la stanza girare velocemente, tutto diventare più scuro, il respiro che s'indebolisce ed il battito che aumenta notevolmente.
"Giò!" Sento le grida di Tommaso, ma non posso controllare più niente del mio corpo. Sono impotente, come nel sogno.N/A
CI HO MESSO LA VITA A FARE STO CAPITOLO SCHIFOSO,
AIUT.
Comunque, ho voluto mettere un pezzo del passato di Giorgio nella storia ma in sottoforma di narratore perché se l'avesse vissuta lui sarebbe stato tutto più shalla e meno drammatico. Quindi yee e W LA DEPRESSIONE!
ok cià HAHAHA
STAI LEGGENDO
L'Odio Nel Cuore L'Amore Nella Mente
Fanfiction"Quando mi guardo allo specchio vedo uno scheletro, per questo mi faccio schifo. Riesco a vedere ed a toccare le mie ossa, quindi sono in equilibrio tra la resa ed il suicidio." Racconto al mio psicologo, mentre giocherello tranquillamente con le ma...