《Urlarmi addosso no, non servirà. Starmi addosso mi allontanerà. Alla mia età, mi ritrovo senza meta col cuore spaccato a metà.》-Jesto.
20 giugno 2015, sera
Entro nel grande locale, l'aspetto esterno è interamente di vetro e vedo il mio riflesso ovunque. È una cosa orribile. Vedo il mio scheletro che cammina, e quasi mi faccio paura, mi faccio schifo. Dovrei ingrassare, così da vedermi finalmente felice e sereno, senza più dover arrendersi, ma non lo faccio... Non ho le forze necessarie.
Ai lati della porta-trasparente-ci sono delle piante davvero oscene, piene di fiori rossi che danno un aspetto al quanto sereno, che stona col fatto che questo posto sia una discoteca.
Da qua fuori si sente la musica messa a palla, e sorrido al pensiero che dentro possa esserci Alice... Scuoto la testa, stasera mi dovrò sbizzarrire: ubriacarmi e fare sesso.Apro la porta ed entro, il locale è interamente nero opaco: il bancone, la pelle delle sedie attaccate ad esso, le pareti.
Per il pavimento, è fatto di acciaio freddo.
Le luci-fucsia-attaccate nella parte meno visibile della discoteca, si riflettono in tutta la sala dando un effetto di colore molto più chiaro di quello che è realmente.La musica è talmente alta che è difficile identificarla, ma sono sicuro che il ritmo sia uno di quelli spagnoli.
Giro il bancone più volte, finché non vedo una chioma liscia di colore castano. È lei, la riconoscerei anche a distanza di cento chilometri.
La guardo muovere la piccola testa da sinistra a destra, sta ridendo ed è bellissima.
Sfoggia il suo sorriso migliore, e diventa rossa.
Non capisco perché mi piace, insomma:
Quando la vedo non mi viene voglia di scoparmela o di palparla, semplicemente di guardarla per ore.Mi accorgo di essere immobile vicino a lei, quando un barista mi sbatte contro facendo quasi-e per poco-rovesciare tutti i drink sulla mia camicia. Fortunatamente non è successo, anche perché solo essa costava più di tutto il locale, e non avrei esitato a dargli un pugno e farmi dare tutti i soldi.
Mi chiede scusa, ed a quel punto mi muovo per arrivare alla figura minuta che tanto mi attrae.Le picchietto la spalla destra con l'indice, e si gira; stava ancora sorridendo.
Si alza e mi guarda, facendo morire quel sorriso, ritornando l'Alice fredda che da anni mi perseguita.
Mi saluta con la mano, e ritorna a dare attenzione al barista. Lo saluta sorridendo e stringendogli la mano. Guardo il ragazzo che da poco le ha servito il drink con disprezzo, Alice ha dato più affetto ad un maschio che non conosce che a me, che conosce da quando è nata.
Stringo la mano al barista."Ehi, sono il ragazzo della ragazza che si è appena allontanata." Mi presento, anche se mentendo.
Mi guarda impassibile."Oh beh, lei mi ha detto di essere libera." Sostiene convinto.
"Oh beh, abbiamo solo litigato tranquillo. Stasera si ritorna alla nostra solita vita da coppia, quindi allontanati." Riempio il petto con fare possente e mi allontano.
Vado da Alice, che sta ballando tranquillamente nella pista.È vestita in mia sintonia, nero. Indossa un vestito a mono spalla molto corto, infatti copre le gambe con delle calze del medesimo colore. Come scarpe porta dei semplici stivaletti di camoscio.
È davvero bellissima, e tutto le calza perfetto, come se fosse stato cucito addosso a lei: il vestito aderisce al suo corpo risaltandone ogni forma, ed arriva in un punto in cui si può vedere perfettamente la magrezza delle sue gambe."Potevamo scegliere un altro colore, eh?" Domanda di fretta, squadrando il mio vestito.
Credo che io sia vestito nel modo più semplice possibile: camicia, jeans e vans nere."Nah." Nego, sorridendo, cosa che lei non ricambia.
"Non sarebbe stato da noi." Spiego, e lei annuisce.
Le prendo la mano e la stringo, sussulta al mio movimento. Sta tremando ed ha le mani fredde, ha paura. Le prendo anche l'altra, sorridendo.
"Non aver paura." Sussurro. Prova a parlare, ma la zittisco.
"So che ne hai, non negarlo. Ti conosco, Alice." Cala la testa, arrossendo.
Non so con quale coraggio le ho detto questa frase, però sembra averla profondamente colpita.
"Mi dispiace veramente per quella volta, ma ero ubriaco Alice." Ammetto, giustificandomi.
Mi guarda impassibile, staccando il nostro contatto."Ho sete." Lo dice con così nonchalance che mi fa rabbrividire, e la guardo allontanarsi. Lei va nel bar in cui è andata prima, io vado nell'altro-esattamente nel lato opposto della sala.
Mi avvicino, distrutto, e tutte le ragazze lì intorno mi guardano.
Mi siedo nello sgabello davanti al barista, e sorrido falsamente.
"Fammè na Vodka co' Fragola." Dico in dialetto, quando sono triste o arrabbiato lo faccio sempre."Qua si chiama 'Vodka E Sentimenti'." Dice sbrigativo, preparando la bevanda da me richiesta.
"Come vuoi." Guardo le ragazze che sculettano in giro per la sala, e giuro che non trovo nessuna somiglianza con Alice. Lei è unica.
In qualche secondo, mi ritrovo il liquido rosa davanti agli occhi. Lo bevo di getto, e guardo ancora il barista. L'amaro mi raggiunge la gola, e la sento bruciare. Questa sensazione mi è sempre piaciuta, è come se mi tagliassero la testa. Come se mi gettassero fuoco in gola. Semplice sensazione di suicidio.
"Un altro." Sospiro."Ohi, vedi che ha un alto contenuto di alcool, vacci piano." Raccomanda, annoiato. Molto probabilmente gliel'ha imposta il suo capo questa frase.
"Non te l'ho chiesto." Dico chiudendo gli occhi, innervosito dalla sua voce. Mi guarda per qualche secondo-sento il suo sguardo addosso.
Alzo gli occhi verso il suo volto, e finalmente si smuove per preparare il cocktail, e mi guarda berlo.
Dopo la sesta volta che questa scena si ripete, lo saluto con fare drogato.
Mi gira un po' la testa, ma niente di grave.
Mi faccio strada verso una ragazza, ed appena la raggiungo la giro di forza.
"Andiamo in bagno." Le sorrido maliziosamente, e mi segue a ruota. In quel locale c'è un solo bagno, e questo mi facilita il tutto.
Appena arrivati, le metto una mano nella coscia andando a salire sempre di più. Le stringo la gamba, e sussulta. Tolgo la mano, lasciandola dispiaciuta, e mi stacco per qualche secondo.
Le lecco le labbra, mordendole di tanto in tanto. Sorride sul mio labbro,Sto per passare a fare altro, quando però entra Alice spalancando la porta.
Mi guarda sorpresa, e sentenzia: "Ah bene, vedo che ti stai divertendo." Ride amaramente. "Ti lascio in buona compagnia, allora." Se ne va, e mi lascia in un bagno sudicio in compagnia di una puttana.N/A
BUUUUONGIORNOOOOOOOO.
Innanzitutto buon anno, e che la fortuna sia con voi e con Giorgio (?).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e boh, grazie per il sostegno.
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L'Odio Nel Cuore L'Amore Nella Mente
Fanfiction"Quando mi guardo allo specchio vedo uno scheletro, per questo mi faccio schifo. Riesco a vedere ed a toccare le mie ossa, quindi sono in equilibrio tra la resa ed il suicidio." Racconto al mio psicologo, mentre giocherello tranquillamente con le ma...