Siamo Così Soli Per La Nostra Età

135 8 1
                                    

《Ma mi sento un parla parla, dai, l'amavo un botto...
Per lei avrei fatto esplodere anche tutto il mondo,
mi sarei fatto spezzare il cuore già un po' rotto...
Ma gli opposti non si attraggono se c'è un cazzo di troppo》-Bluevirus

21 giugno 2015
Alice's Pov

Non so nemmeno il motivo per il quale io abbia fatto quella sottospecie di scenata, so solo che in quel momento ho sentito il mio cuore spezzarsi: 

L'ho sentito strapparsi lentamente, come si fa con un inutile foglietto di carta.

Ha fatto davvero male, come una coltellata o come una vendetta. Ha fatto male, davvero, e forse un pugno avrebbe fatto meno male, perchè esso non mi avrebbe provocato una morsa nello stomaco e nè la fine del mio respiro.

Mi sono sentita morire, per una persona che non amo: questo mi fa paura.

Mi sono sentita come una statua, immobile e senza la capacità di poter parlare... Ma alla fine ho parlato, eccome se l'ho fatto. Ho sputato quelle parole, come un serpente con il veleno. L'ho detto guardandolo dritto negli occhi, e da lì ho visto quanta paura e rimorso potesse provare per me-in quel momento.

Ha avuto paura di rispondermi, il che è molto esilarante dato che si stava facendo una tipa a caso in un lurido bagno.

Alla fine l'ho lasciato lì, a completare quello che doveva fare prima che io li interrompessi.

L'ho lasciato con una sconosciuta, con colei che ha preferito a me. L'ho lasciato lì, sbattendo la porta alle mie spalle nello stesso identico modo in cui-anni fa-gli chiusi le porte del mio piccolo cuore.

"Alice?" Grida mia madre, deduco dal soggiorno.  "E' pronto, vuoi venire o no? Devo dare il tuo pranzo al cane?" Continua ad urlare, interrompendo ancora una volta i miei pensieri, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Decido di alzarmi, dopo qualche minuto, dal mio comodo letto. Metto velocemente una felpa-che, ovviamente, mi calza con circa quattro misure più grandi-e mi metto uno strato leggero di trucco.

Attraverso il corridoio, ed arrivo in soggiorno. La tavola è senza tovaglia e parecchio in disordine, ma per mia madre è normale non fare sforzi per sua figlia.

Ormai è ora di pranzo e sì, a quanto pare mi sono svegliata tardi. Mangio lentamente, sbattendo più volte il piede sopra il parquet. Sono spazientita, per troppi motivi. Ho i coglioni girati, ma è una sensazione che mi porto dietro da anni. Fin da quando avevo tredici anni, ho avuto questa sensazione di vuoto insaziabile. Come se ogni cosa che facessi fosse sbagliata ed inutile. Come se per ogni azione che facessi, ce ne fosse una contraria. Come se il mondo mi andasse contro. Ma non piango, mai. Mi sento l'universo sulle spalle, sento ogni piccolo pezzo di mondo crollare sulla mia schiena-ma non verso una sola fottutissima lacrima. Non posso piangere, piangere è da persone deboli-ed io non posso mostrarmi più debole di ciò che sono.

"Hai finito?" Chiede mia madre, infastidita. Da qualche anno a questa parte, le danno fastidio anche i miei più piccoli spostamenti. È sempre nervosa, nei miei confronti. Come se volesse farmi capire che io sia nata da un semplice sbaglio. Come se io fossi la 'non voluta'. Come se mi dicesse in continuazione che non mi avrebbe mai voluta.

La guardo, immobile. Sto con lo sguardo fisso nei suoi occhi, spenti come i miei. Si capisce che è ubriaca, nonostante sia mattina. È sempre ubriaca, fin dalle prime ore del mattino. Ogni giorno è così, odio dopo odio-giorno dopo giorno.

"Abbassa lo sguardo, chi ti credi di essere? Sono tua madre, svergognata." Lo dice con un tono talmente schifato, da farmi venire i brividi. Mi odia, questo l'ho capito tempo fa, ma sentirselo dire ogni giorno fa sempre più male del giorno prima.

Abbasso immediatamente lo sguardo, non voglio darle ulteriore fastidio. Mi alzo, mettendo il mio piatto nel lavandino poco distante da lei.

Decido di andare in bagno, a vomitare tutto quello che ho mangiato-come ormai di routine.

Inizio a legarmi i capelli in una crocchia, e mi chino sul water mettendomi due dita in gola.
Sento il vomito uscire, ed è come se mi liberassi da tutto il male che non sono mai riuscita a vomitare. Da tutto il male fatto nella mia vita, da tutto il male che faccio alle persone e dal male che esse fanno a me.

Dopo poco mi alzo, impassibile. Lo sguardo fisso nello specchio, mi vedo sempre più orribile. Non ho niente di giusto, niente che abbia senso. Sono un grosso sbaglio, e lo dimostro con tutti. Perfino Giorgio ha preferito una donna qualunque a me, che mi conosce da quando andavamo alle superiori.

Metto le mani sopra ai bordi del lavandino, continuando a fissarmi allo specchio.
Mi vedo più grassa di ciò che sono, ed automaticamente dò la colpa al cibo che ho da poco ingerito. Non avrei dovuto mangiare quella pasta, conoscendo le mie condizioni alimentari. Ho mangiato decisamente troppo-e da quel che vedo, non sono nelle condizioni di farlo.

N/A
ok, vi prego non notate gli errori visto che sto scrivendo molto velocemente. In questo mese sono successe davvero troppe cose, quindi scusate se non ho aggiornato. Ho messo davanti a voi delle cose molto meno importanti e mi dispiace.
A presto💕

L'Odio Nel Cuore L'Amore Nella Mente Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora