Capitolo 1

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Dedicato a noemi_quill che ha saputo darmi la forza di scrivere questa storia, di impegnarmi per ottenere risultati soddisfacenti con impegno e passione, provando e riprovando, senza mai arrendermi !  : )
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Metro B, direzione Rebibbia-Jonio, stazione Magliana di Roma, prossimo arrivo ore 6:38.

Osservo il tabellone dell'orario di arrivo nella speranza che la metropolitana passi in fretta e mi conduca a destinazione. Il vento questa mattina e' freddo, pungente, entra nella pelle e si impossessa totalmente del mio corpo facendomi rabbrividire, e solo adesso maledico me stessa per avere indosso un abito nero che fascia perfettamente la mia figura sino al ginocchio e delle decollete di vernice nere che sembrano sul punto di farmi scivolare davanti a tutti a causa del precario equilibrio...chiamarli trampoli sarebbe risultato piu appropriato!


Mi guardo intorno e miro con attenzione le persone intorno a me, dagli anziani, giovani studenti, signori in giacca e cravatta muniti di ventiquattrore ai bambini in compagnia di mamme e nel farlo immagino la vita di ciascuno di loro pensando in che modo trascorreranno la giornata, in compagnia di chi o di che cosa e dove siano diretti in questo preciso momento.
L' aria mattutina fa lacrimare i miei occhi color smeraldo e, cercando di reprimere e ricacciare indietro le lacrime dovute al freddo, intanto da lontano e' in arrivo la metropolitana; arrivata alla banchina, si aprono le porte che permettono alle persone di entrare nel vagone angusto, stretto e vuoto alle quali mi aggiungo anche io e, mentre le porte si chiudono, il mezzo riparte.

Prossima fermata, Marconi.

Guardo attentamente fuori dal finestrino la ricca vegetazione che scorre repentinamente davanti ai miei occhi che, come ipnotizzati, continuano il loro piccolo gioco per un paio di minuti fino a quando la testa inizia a dolermi e affranta, mi ritrovo a sviare lo sguardo alle mie mani curate e impeccabili le cui unghie sono laccate di rosso e aspetto l'arrivo alla prossima banchina in cerca di aria buona e pulita che riuscirà a dare il minimo sollievo ai miei polmoni.

Marconi, uscita lato sinistro.

Gli sconosciuti spintonano per entrare o scendere e, una volta ripartiti, continuo questo lungo viaggio di circa un'ora fino alla fermata Termini, facendomi cullare dal movimento ondulatorio della metropolitana e rilassandomi, immaginando quanto sarebbe comodo possedere un'automobile di tutto rispetto; dopo essere uscita dalla stazione e aver iniziato a camminare per le bellissime strade di Roma, mi avvio diretta verso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu per il mio primo giorno di lavoro.

                                ***

Ore 7:58.

Sono davanti al grande e maestoso edificio dalle finestre trasparenti e cristalline e dai muri perfettamente intonacati - forse da poco - che sembra inghiottirmi, mi intimidisce ma allo stesso tempo mi regala un'eccitazione che a stento riesco a reprimere e, sui miei stessi passi, mi avvio all'entrata con un groppo in gola e salivazione pari a zero.
Mi guardo intorno e subito trovo la reception, mi reco lì per consegnare i moduli, aspettando, mio malgrado, che la coda di persone si smaltisca un po'...

Finalmente é il mio turno!

" Buongiorno " mi dice la signora dal perfetto carre biondo platino e dalle unghie smaltate, le riservo il mio sorriso migliore e le consegno i moduli lavorativi.
" Salve, oggi é il mio primo giorno di lavoro, sono specializzata in Pediatria come può leggere nelle documentazioni, sono la Dottoressa Ludovica Marzi..."
"... Nata il 27 luglio 1984 proprio in questo ospedale, laureata in medicina e neopediatra, ha occhi verdi, capelli biondo cenere, alta 1,68..." la receptionist mi precede elencando tutte le mie esperienze nel campo del lavoro, relativi tirocini in diversi ospedali e varie informazioni personali.
"Può recarsi al primo piano, stanza 36 per conoscere i suoi colleghi e relativo personale...le consiglio un abbigliamento adeguato al suo lavoro, e non mi guardi cosi, signorina e ora vada, 'che non posso perdere tempo con lei, devo soddisfare le esigenze di ogni singola persona qua dentro." concluse sgraziatamente la Raffaella Carra del bancone, scrutando le persone oltre le mie spalle.

Prendo l'ascensore, premo il pulsante 1 e aspetto che arrivi al piano...

Sono davanti alla porta della stanza 36, busso e sento che qualcuno mi dice "Avanti", entro e subito due occhi glaciali si incastrano nei miei.

Mi rivolge la parola...

Non poteva iniziare meglio questo   primo giorno di lavoro.

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- Angolo autrice -

Buonasera, questo è il primo capitolo della mia storia, spero vi piaccia. Sono una scrittrice emergente ma credo di essere in grado di poter portare a termine questo mio "libro", se questo è l'appellativo corretto 😫.
Non so ogni quanto aggiornerò ma spero di soddisfare le vostre esigenze, commentate qua sotto se volete suggerirmi qualcosa o qualche idea!

Bye Guys

Quel giorno in cui vidi i tuoi occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora