Serba me. Serbavo te.

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Ciao a tutte, spero che vi piaccia questa storia e vorrei dirvi che questa è la prima volta che scrivo, non voglio annoiarvi ancora, spero che mi seguiate in molte.

Sono una ragazza che all'apparenza è uguale a tutte le altre, alla moda, spigliata nel linguaggio e che va bene a scuola, ma dentro di me qualcosa si è spezzato. Ho sedici anni, sono alta 1.60, sono castana scura, occhi marroni, delle labbra carnose, una terza di seno e sono magra ma il giusto. Tutte le ragazze della mia età già hanno dato il loro primo bacio serio (con la lingua) ma io per una semplice ragione non l'ho ancora dato, voglio custodirlo come la mia verginità, non voglio darlo per la prima volta a qualcuno ma ad una persona del quale io sia davvero innamorata.

Non ho avuto un'infanzia come le altre bambine, ho avuto quello che volevo e una famiglia alle mie spalle che c'è sempre stata ma....

*flashback*

(Facevo la terza elementare)

Papà: piccola anche se io partirò e starò via 6 giorni a settimana io ti penserò e ci vedremo su Skype ogni sera, promesso! Il tuo papo deve partire perché anche se fa il dottore commercialista dove andrò aprirò un'azienda dove guadagnerò altri soldini, ti voglio bene puppy

Quando chiuse la porta di casa io rimasi da sola con mamma e il mio fratellone che è stato sempre il mio idolo. Mia madre per i due anni successivi, visto che dormivo con lei per tenerle compagnia, piangeva ogni notte e pregava Dio che non gli accadesse nulla, era talmente fragile che avevo paura che si spezzasse,facevo finta che dormisse ma la sentivo sempre, le iniziarono anche a cadere i capelli e quella solarità caratteristica di mia madre scomparve.

Mio padre fu ingannato da quelle persone che l'avevano abbindolato a investire i suoi risparmi in quell'azienda, perse 100 000€. E anche se i miei litigavano tutte le sere non si lasciarono.

*Fine flashback*

Ogni sera quando andavo a dormire mi perdevo nei miei pensieri ma per fortuna avevo un'amica, una vera amica, Virginia, una ragazza molto riservata ma che aveva un cuore d'oro, ti ci potevi fidare ciecamente di lei, mi è stata sempre vicino quando ne avevo bisogno ma per mia sfortuna l'ho conosciuta 3 anni fa, quando il periodo buio era finito, quando avevo toccato il fondo, quando ti rendi conto che per alleviare il tuo dolore interno l'unica soluzione plausibile è il suicidio...

La chiamai come nostra abitudine, noi frequentiamo lo stesso istituto tecnico commerciale stiamo nella stessa classe e lei sta dietro di me, ci chiamiamo 4/5 volte al giorno, lei c'era sempre. Il giorno dopo si rientrava dalle feste di Pasqua.

7.00 sveglia maledetta che segna l'inizio dell'inferno che per fortuna dura solamente 3 giorni per poi 'riposarsi' per altri 4 giorni, quel giorno a mia insaputa avrò una sorpresa inaspettata

Mi alzo dal mio lettino caldo caldo, colazione normale, sento il mio amato oroscopo, mi lavo e mi vesto, amo indossare felponi e non truccarmi per andare a scuola, solamente il sabato do libero sfogo al mio lato femminile e poi se io mi metto sempre in tiro quando mi vedono il sabato sono sempre uguale e quando sono struccata si spaventano, invece ora tutti sono abituati alla Martina sportiva e il sabato rimangono a bocca aperta e poi sono sportiva perché sennò non mi riesco a concentrare sulla scuola perché devo sistemarmi.

Quando scendo giù da casa mia mi viene incontro Luca (23 anni, occhi marroni, castano, taglio alla moda che odio profondamente perché mi sembra che hanno un fungo in testa, ignorante e lavora sotto casa mia)

Lui: ehi Marty sei popo bona oggi

Io: si certo, ora vado ciao

Lui: ciao

Dentro di me penso che ha bisogno di una visita oculistica. Quando salgo in macchina vengo bombardata di domande da parte di mio padre, uomo extra geloso, quando arrivo a scuola mi assale la depressione, sono stufa di studiare materie che ti fanno odiare i prof.

Le ore passano velocemente come una lumaca in cancrena, quando sto per uscire da quel carcere chiamato 'scuola' lo vedo lì appoggiato alla sua bellissima macchina, camicia bianca con le maniche risvoltate, jeans attillati e le sue immancabili converse, in quel momento male disco la mia felpa e i miei leggins (perché non potevo vestirmi meglio e darmi una cavolo di truccata oggi, io con le mie idee strampalate), mi mancava il respiro sembrava un Dio greco e io una bambina che assomigliava a un pomodoro sbavoso.

Cerco di ignorarlo ma i miei tentativi furono vani quando mi chiamò, mi girai e andai verso di lui

Lui: Martina ti posso riaccompagnare io a casa? Sono appena tornato dall'università e starò qui una settimana

Io accettai subito , feci un cenno alle mie amiche che sarei andata, OVVIAMENTE, con lui.

Salii in macchina e quando era distratto lo fissavo, era castano con un taglio di capelli che amavo, frangettone sexy, occhi blu nel quale ti ci perdevi, muscoloso ma non esageratamente, intelligente, spiritoso, aveva anche una bellissima moto rossa (Ducati, la mia preferita), benestante ma non lo dava a vedere e faceva il secondo anno alla Bocconi di giurisprudenza in poche parole era PERFETTO.

Fu un tragitto silenzioso ma non era un silenzio imbarazzante. Arrivai a casa ma prima di scendere lui mi prese per un braccio e mi abbracciò sussurrandomi

"Dal 3 marzo quando sono ripartito fino adesso non ho smesso di pensarti"

Arrossii e gli risposi "anch'io Edoardo"

Edo:" usciamo mercoledì sera? Ti porto in un bellissimo posto"

Io:" ok"

Lui:" ti voglio bene"

A quella frase rimasi delusa ma ero felicissima di uscire con lui, era la prima volta che uscivamo la sera e sarebbe stato un vero e proprio appuntamento. Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò, mentre entravo nel portone vidi che Luca aveva visto tutto, mi mise i brividi quello sguardo, appena entrai in casa mi andai a rinchiudere in camera mia a riflettere su quello che era accaduto. Mi arrivò un sms di mia madre con scritto

' io e tuo padre stiamo via una settimana, per qualsiasi cosa chiama tua nonna. Ti voglio un mondo di bene mammina <3' i miei genitori viaggiavano molto in questo ultimo periodo per via di molti congressi di lavoro. Mi addormentai dopo qualche minuto. E feci il mio solito incubo...

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