Spazio autrice: ciao a tutte scusate per l'attesa, ora che ho finito la scuola cerco di pubblicare ogni giorno un capitolo. Davvero scusa. Anche se non ho pubblicato dei capitoli questo è lungo. Vi prego commentate ci tengo alle vostre opinioni e così potrei prendere spunto per i prossimi capitoli.
Passò una settimana e in quei giorni ero molto impegnata con la scuola ma Edoardo mi mandava sempre dei messaggi d' incoraggiamento. Era molto dolce con me è in cuor mio sapevo di non meritarmi tutta quella dolcezza e quell'affetto. Quel giorni avevo deciso di farmi una passeggiata visto che fuori c'era un bellissimo sole. Mi preparai e uscii, appena misi un piede fuori che venni accecata da quel bel sole caldo. Vidi Luca e non feci nemmeno in tempo ad allontanarmi che lui mi raggiunse
Luca: Hei ciao
Io: ciao
Lui: come stai?
Io: bene, scusa ora devo andare
Lui: no aspetta ti devo parlare
Io: lo farai un'altro
Così dicendo me ne andai via senza dargli l'oppurtunità di replicare, non volevo parlargli mi aveva illusa fin troppo, all'inizio mi piaceva, il giorno del suo compleanno mi ha fatto una dichiarazione su Facebook (ormai non esistono più quei ragazzi che ti mandano le lettere e ti fanno le dichiarazioni sotto la pioggia, ora andava di 'moda' farsele dietro uno stupido schermo che non ti faceva vedere i suoi occhi, le sue guance arrossarsi per l'imbarazzo o quando ti si mette le mani in tasca per incrociare le dita con la speranza che tu gli dica di si) anche se era stata banale aveva comunque sia riscaldato il mio cuore, eravamo amici ma poi tramite una mia amica sono venuta a sapere che andava a letto con un'altra ragazza mentre mi 'corteggiava' se si può definire così, anche se non ero gelosa mi dava ugualmente fastidio perché mi sentivo presa in giro.
Andai a farmi una passeggiata con le cuffiette per sentire la musica a tutto volume per perdermi nei pensieri e prendermi un gelato. Appena uscii dalla gelateria in piazza vidii in lontananza Edoardo seduto in una panchina da solo, mi batteva forte il cuore, ringraziai quei santi che quella mattina mi avevano fatto mettere 'carina' e decisi di incamminarmi verso di lui per salutarlo, mentre pensavo così una ragazza mi superò con due gelati in mano e lo raggiunse, stampandogli un bacio in bocca, mi cadde il mondo a dosso e con esso il mio mega gelato, mi si appannarono gli occhi, dentro di me sapevo che non dovevo piangere, scappai via, non mi importava di quello che pensava la gente, non mi importava più nulla di niente, mi sentii per l'ennesima volta messa da parte, usata e sciupata. Per quanto correvo non mi accorsi che davanti a me c'era una buca dove caddi come una pera cotta, mi feci male ad un ginocchio, mi sanguinava lasciandomi un dolore atroce, mi rialsai, ormai ero abituata a rialsarmi, ingogliare il dolore e stamparmi un sorriso falso in faccia, arrivai a casa, mi rinchiusi in camera mia, rimasi tutto il giorno seduta a fissare il soffitto, a non pensare a nulla, mi scendevano solamente le lacrime, quelle lacrime racchiudevano tutto quello che provavo non c'erano parole per descrivere come mi sentivo, mi addormentai risvegliandomi il giorno dopo con la mia maledetta sveglia. Mi alzai, preparandomi per quella giornata vuota come le altre. Quando arrivai presi per il braccio Virginia e le vraccontai tutto, era la mia migliore amica e glielo dicevo ogni giorno e anche se lei non me l'aveva ancora detto e per questo avevo sempre la speranza che me lo dicesse un giorno io sapevo che ci teneva a me, ci eravamo dette delle cose davvero importanti per entrambe, c'è sempre per me e io per lei, morirei se non ci fosse lei che con il suo sorriso timido mi illumina le giornate buie.
Passarono le ore molto velocemente grazie agli abbracci e alle parole d'incoraggiamento di Virgy. Appena uscii lo vidii lì nella sua bellezza ignaro che l'avevo visto ieri mentre si divertiva con la biondina ossigenata, feci finta di nulla ed entrai in macchina con Virginia, lui mi guardò allibito, credeva che gli andassi incontro. Ci segui con la macchina e visto che non volevo scendere dalla macchina di Virginia apprii il cancello così lei poteva parcheggiare nel garage per poi pranzare e studiare da me. Questa cosa andò avanti per giorni visto che non gli rispondevo né ai messaggi nè alle chiamate, si sarebbe stancato prima o poi è sarebbe passato alla sua prossima preda. Non potevo crederci che mi avesse anche lui ingannato, ho sempre detto che questa generazione fa schifo e che se fosse per me andrei indietro nel tempo agli anni 80, Queen, lenti nei garage scarsamente illuminati e romanticismo da carie, ma credevo che almeno una persona su 100000 sia seria e non ti usa per levarti le mutandine.
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Serba me. Serbavo te.
RomanceUna ragazza come le altre ma con un passato difficile, solo Edoardo il ragazzo dei suoi sogni potrà farla rinascere.