Durante la mia infanzia, quando avevo 8 anni, ero affascinato dai libri che vendevano nella libreria dell'angolo perché mi regalavano la possibilità di allontanarmi da una realtà che detestavo a causa dei miei compagni di classe che mi deridevano per la mia fervida immaginazione .
Le persone con cui condividevo la mia vita cercavano i modi più fantasiosi per ferirmi alcune volte senza saperlo.All'inizio gli adulti mi dicevano che faceva bene leggere libri diversi, di ogni genere perché fa bene alla fantasia, ma quando gli dicevo —Papà guarda c'è il paese degli gnomi— oppure —Mamma io vorrei andare sulla luna— loro mi rispondevano:— figliolo non perdere tempo con queste stupidaggini pensa a cose più importanti come la scuola o lo studio!— E mi lasciavano da solo con lo sguardo per terra mentre loro facevano quello che fanno i grandi cioè: Guardare il telegiornale, lavorare... .
Ormai avevo imparato a fare da solo, a esprimere la mia fantasia senza il consenso di nessuno, mi sentivo un'isola in mezzo ad un oceano, uniforme che va tutto in una direzione.
Anche a scuola per via del fatto che ero molto fantasioso non avevo amici: Perché i bambini non danno retta a quelli diversi di loro, più volte cercai di integrarmi, di seguire la massa ma non ci riuscivo io ero diverso, io ero speciale, con il tempo capii che non potevo e non volevo seguire gli altri ragazzi.La mia famiglia ormai dava più retta a mio fratello che aveva 10 anni in più di me perché lui ormai era grande ed era identico agli adulti e per questo io mi sentivo escluso anche dalla famiglia che per me ormai significava un altro gruppo di semplici persone che come tutte mi criticavano per la mia creatività.
Alle elementari conobbi una bambina simpatica che si chiamava Mary, lei mi capiva ed era forse la prima da anni.
Io e lei stavamo sempre insieme e durante la scuola mi chiedeva di giocare insieme a lei, mi invitava a casa sua dove creavamo dei bellissimi cartelloni pieni di colore, io e lei giocavamo insieme a giochi inventati da noi, progettavamo sottomarini e navi.
L'estati passavano e come tutti sappiamo il tempo cambia le persone in meglio o in peggio, lei diventò grande e piena di ambizioni e pian piano anche lei incominciò a isolarmi e alle medie mi disse che ero troppo infantile e si unì al gruppo dei popolari della scuola.In terza elementare mi ricordo che me ne stavo seduto sul muretto della scuola, dove nessuno poteva darmi fastidio, con il mio blocchetto di carta che conteneva le mie avventure disegnate a fumetti, e la mia matita in mano a scarabocchiare disegni che collezionavo gelosamente nel blocchetto di carta come fossero oro.
Ogni giorno disegnavo avventure nuove che mostravo, senza particolare successo, ai miei compagni o genitori, che mi ridevano in faccia al vedere un bambino così "grande" disegnare quelle che per loro erano cavolate per bambini, ma che per me rappresentavano la mia vita.
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Sognatore di mondi
Short StoryUn ragazzo emarginato ma amante del disegno si trova sul muretto della scuola a disegnare per gran parte della sua infanzia, ma un giorno un suo fumetto prende vita è lui con i vari personaggi vivrà un'avventura fantastica che gli farà capire il sen...