LA VISIONE E IL SALUTO SULLA COSTA

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La mattina fu bellissima, era arancione e accesa, in quel momento ripensavo "Peccato che i miei compagni. Non possano vedere tutto questo".

Quando decidemmo infine di ripartire scoprimmo che la mongolfiera durante la notte si era incastrata in un altro ramo dell'albero, allora Robin decise di chiedere alla popolazione che abitava su quell'albero se poteva darci una mano, cosa che accettarono immediatamente visto che non gli sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello di lasciare dei visitatori senza aiuto.

La mongolfiera, incastrata nel ramo fu particolarmente difficile da spostare visto che le corde che la tenevano attaccata a terra si erano rotte a causa di un ramo che sfortunatamente gli era caduto sopra, ma alla fine riuscimmo a riportarlo vicino a noi grazie a una persona che entrò nel "abitacolo" e spense il fuoco, facendo in tal modo si sgonfiò e scese al nostro ramo.

Finalmente dopo lunghe fatiche riuscimmo a partire, ringraziammo di cuore tutti gli abitanti che ci regalarono un cannocchiale dove c'erano delle scritte in oro.

Il viaggio ripartì e dopo aver salutato calorosamente i miei nuovi amici mi accomodai sul divano e chiusi gli occhi, ad un tratto il tempo si fermò e ricordai i miei lunghi minuti su quel triste muretto della scuola ad aspettare il suono della campanella che ritardava sempre di più, e vidi seduto sul muretto un ragazzo che con i capelli biondi che gli ricadevano sulla faccia; disegnava qualcosa, mi avvicinai gli scossi la spalla del triste ragazzo, lui mi guardò, e mi riconobbi e quasi non svenni.

Ritornai al felice viaggio scosso dalla mano del mio amico, dalla temperatura si capiva che ormai era notte già inoltrata, allora mi sdraiai e cercai di dormire.

Mi risvegliai poche ore dopo, con in testa il ricordo del sogno che avevo fatto qualche ora prima e non riuscii a dormire per colpa di una semplice domanda che mi continuava a tormentare: "La mia vita sarà destinata a essere come la mia infanzia ?".

La notte passò lenta e quella domanda rimase senza risposta; perché in fondo era quello che volevo.
Il mattino arrivò come era arrivato il giorno prima, e io con un mal di testa incredibile per non aver dormito cercai di alzarmi dal letto senza particolare successo, il capitano mi disse che avevo la febbre e mi fece stare a letto; sognai spezzoni della mia vita scorrere nella mia testa velocissimi, ma stranamente li riconobbi tutti tristemente.

Finalmente guarii e quando mi alzai mi trovai vicino al capitano che guardava esterrefatto il panorama, io che ero ancora un po' rimbambito mi svegliai, e al vedere quello spettacolo quasi non volai giù dalla mongolfiera per lo stupore, ci trovavamo davanti all'infinito oceano blu che rifletteva l'intenso calore del sole, la nostra mongolfiera era appoggiata su una scogliera gigantesca è altissima, io stetti ad ascoltare il continuo movimento delle onde che si sbattevano sulla muraglia è solo a quel momento capii che era giunto il momento, e gli chiesi:—Scusa Robin, ti potrei chiedere un favore?—, e lui mi rispose:—Certo è per questo che servono gli amici, no!?—, Allora gli chiesi —Io vivrò il mio futuro come il mio passato?— Mi rispose —Dipende da te, vuoi restare su quel muretto a disegnare fumetti per tutta la vita o preferisci avere qualcosa di più?—, mi guardai intorno in cerca di una risposta e vidi che io mi stavo volatilizzando come le foglie d'autunno e disperato gli chiesi —Cosa dovrò fare?—, e con quella ultima parte della faccia che riusciva ancora a sentire riuscì a capire —Be' è semplice...—, non riuscii a capire quell'ultima parte della frase che lo sfondo diventò grigio e dopo un po' sentii una goccia sulla mia spalla, poi un'altra e infine delle pozzanghere si formarono su un pavimento che non riconoscevo: era quello di scuola.
Quella realtà che odiavo ora però la vedevo con un occhio diverso, ora non mi sentivo più il burattino, mi sentivo capace di cambiare, ma non passarono neanche dieci secondi che la campanella si mise a trillare e che io ora non la concepivo come un triste richiamo alle lezioni, ma la sentivo più vivace e mi faceva sentire il suono del cambiamento perché in fondo ciò era avvenuto in quel breve intervallo, tutto ora era diverso, e potevo vivere bene la mia vita che era solo all'inizio di un lungo viaggio.

Questa è stata la mia infanzia, ed ora sono una persona felice e libera che è grata alla vita per quello che ha ricevuto ed io ora spero che a nessuno serva un viaggio in un altro mondo per capire che la vita deve essere vissuta fino in fondo e che nessuno ci può impedire di vivere questo viaggio

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2017 ⏰

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