Capitolo 16

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Apro lentamente gli occhi e soffoco un gemito di dolore quando tento di muovere le mani. Giro la testa più che posso e mi rendo conto di avere i polsi arrossati e legati dietro lo schienale della sedia. Lo stesso vale per le caviglie legate alle due gambe.

Finalmente mi concentro sulla stanza in cui sono: credo sia uno scantinato visto che sono circondata da cianfrusaglie di ogni tipo e scatoloni. C'è una lampada appesa al soffitto proprio sopra di me. Una rampa di scale si trova a qualche metro di distanza e termina verso l'alto con una porta.

Sospiro pesantemente e chiudo gli occhi ricordando ciò che mi è successo. Non so quanto tempo abbia dormito dopo che sono stata rapita e soprattutto non so chi mi abbia rapita. Faccio mente locale su tutte le persone a cui potrei aver fatto del male ma non mi viene in mente nessuno. Tranne Gale. Ma non può essere di certo lui dato che in questo momento si trova in prigione.

E allora chi?

Come a voler rispondere alla mia domanda la porta si spalanca all'improvviso.

- Ben svegliata -

Evelin scende lentamente ogni scalino guardandomi con uno sguardo disgustato e trionfante. Lo stesso che mi ha riservato mentre baciava Harley.

- Evelin? - la chiamo incredula piegando leggermente la testa di lato. - Che cosa sta succedendo? - Non capisco. Perché ha organizzato tutto questo?

Lei si avvicina e si china tanto da arrivare faccia a faccia.

- Sei così stupida - sussurra a denti stretti guardandomi con disgusto per poi raddrizzarsi e fare un passo indietro. La guardo terrorizzata. I suoi occhi verdi sono pieni di odio e sono sicura che sia riservato tutto a me anche se non ne capisco il motivo.

- Evelin non so che cosa tu voglia ma slegami e parliamone. Io... -

- Sta zitta! - urla. - Sta zitta - ripete con più calma. Ora ha anche lei uno sguardo preso dal panico.

- Evelin - tento di richiamarla.

- Ma perché non stai zitta? - urla di nuovo. Sono confusa e tra le due quella più preoccupata sembra lei. Cerco ancora di muovere le braccia ma non serve a molto. Le corde sono troppo strette.

La mia ex migliore amica prende a girare nervosamente per la stanza e ogni tanto mi lancia delle occhiatine.

- Ti prego, Evelin, slegami - ritento.

- Io.. - si ferma e sembra pensarci per un attimo ma poi cambia idea e riprende a camminare. - ..Non posso - mormora.

- Perché? -

- È tutta colpa tua. Se tu non avessi...ora nom ti troveresti in questa situazione -

Si passa le mani fra i capelli e io mi ritrovo ad essere sempre più confusa. Che cosa ho fatto?

Apro le bocca per chiederglielo ma il rumore della porta che si apre blocca entrambe.

- Perché ci hai messo tanto? - sbraita Evelin al ragazzo che sta scendendo le scale. Aggrotto la fronte; mi è famigliare il suo viso.

- Colton non voleva collaborare - risponde semplicemente con un'alzata di spalle.

Colton? Harley?

- Che cosa c'entra Harley? Che cosa gli hai fatto? - urlo. Il suo sguardo si punta su di me e un ghigno gli increspa le labbra.

- Io? Niente. Semmai è lui che deve fare qualcosa per me - mi risponde avvicinandosi. I nostri occhi ora sono alla stessa altezza.

- Che cosa vuoi da lui? -

Il ragazzo alza un sopracciglio sorpreso. - Davvero non hai la minima idea del perché ti trovi qui? - . Dovrei? Che cosa sta nascondendo? - A quanto pare no -

Si allontana e batte dei colpi sul mento con l'indice in posa pensierosa.

- Come te lo spiego.. -

Fa un giro intorno a me squadrandomi in silenzio. - Noi ci siamo già visti, ricordi? -

Sgrano gli occhi. Il migliore amico di Gale.

Io e Derrick ci siamo visti soltanto una volta in occasione del compleanno del mio ex ragazzo.

- Felice di rivederti, Hanna -

Si guarda in giro alla ricerca di qualcosa e prende uno scatolone. Lo trascina di fronte alla mia sedia e ci si siede sopra.

- Sai, sono rimasto molto scontento quando ho saputo che hai fatto arrestare Gale - dice sorridendo sornione. Piega la gamba in modo da poggiare la caviglia sulla coscia dell'altra.

- I suoi genitori si rifiutano di pagargli la cauzione e io non ho intenzione di lasciare, quello che per me è un fratello, lì dentro a marcire. Perciò mi sono detto come trovo 10.000 dollari per liberare il mio amico? -

- Vuoi un..riscatto? - cerco di indovinare.

- Molto bene. Ora cominciamo a capirci -

- Se speri di ottenere qualcosa dalla mia famiglia allora hai preso la persona sbagliata - dico facendo smorfia.

Non credo che importi molto a mia madre o a mio padre di me. Sono troppo impegnati a lavorare e a darmi ordini su come gestire la mia vita per mantenere il buon nome della famiglia. Mentre io sono qui legata come un salame, mamma sarà in studio a fare chi sa cosa e papà starà vezzeggiando mia sorella Hilary ripetendole per l'ennesima volta quanto sia fiero di lei.

- Non è la tua famiglia quella che dovrà pagare. É stato il tuo ragazzo a chiamare la polizia e il tuo ragazzo pagherà per riaverti -

Can't forget youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora