Uno

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L'aria che li accolse era fredda e umida.

Le ragazze si strinsero più nei loro maglioni e nelle loro felpe mentre i ragazzi cercavano invano di scaldarsi mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni che indossavano, chi non aveva tasche cercava inutilmente di controllare i brividi che gli attraversavano il corpo.

Speravano tutti in fondo al cuore che dentro quella prigione facesse più caldo.
Per loro, in quel momento non serviva motivazione migliore di quella quindi, non opposero alcun tipo di resistenza quando i poliziotti li spinsero bruscamente dentro la struttura dotata di alte mura grigie circondate su più punti da alcuni pezzi di filo spinato.

I giovani ragazzi, una volta entrati, furono avvicinati da due ragazzi che dimostravano pochi più anni di loro.

La ragazza avrà avuto poco più di vent'anni, si trattava di una gattina dal pelo azzurro con dei lunghi capelli tenuti fermi in una coda alta. Molto magra e non troppo alta, indossava un camice bianco che le arrivava fino alle ginocchia coperte solo da una semplice calzamaglia e degli stivaletti col tacco che la slanciavano ancora di più.

Il ragazzo invece aveva un'aria più matura della ragazza.

Si trattava di un riccio verde, molto alto e con un fisico atletico dotato di occhi color ghiaccio.
Portava degli occhiali da sole sopra la testa nonostante la totale assenza di luce, una maglia nera con sopra una giacca di pelle nera e dei jeans consumati probabilmente dal tempo.

Entrambi tenevano sotto le ascelle dei moduli con accanto delle penne e dei fogli.

-Benvenuti ragazzi!-

-Noi siamo Scourge e Lily, i vostri... - Il riccio verde si fermò lanciando un'occhiata di fuoco contro una delle nuove arrivate che continuò a ignorarlo bellamente prestando attenzione ala punta dei suoi stivali, sporchi di polvere ed erba secca.

-Potrebbe degnarci della sua attenzione signorina?- Il riccio lasciò in sospeso la frase mentre la ragazza alzò il viso fissando con sguardo annoiato coloro che le stavano intorno senza smettere mai di stringere il ciondolo a forma di crocefisso che portava al collo.

-Yudoku. Yudoku the Deer. - accennò questa guardando i due fissi negli occhi.

-Signorina Yudoku, come stavamo dicendo... -

-Sì, lo sappiamo tutti qui. Voi siete i nostri psicologi e avete il compito di controllare i nostri progressi di volta in volta.

Dovrete verificare il nostro modo di spiegarci con gli altri e i comportamenti che assumeremo durante le diverse attività alle quali saremo obbligati a partecipare a causa vostra!-.

-Yudoku, noi vorremmo solo. -

-Aiutarci! Si! Dite sempre così!-

Un gatto per metà bianco e per l'altra parte nera, diviso perfettamente da una striscia rossa che partiva dalla testa fino ad arrivare ai piedi.

Durante tutto il tragitto era stato con gli auricolari alle orecchie e non aveva proferito parola, fino a quel momento almeno.

-Che cosa stai dicendo?-
-Che significa cosa intendo? Mi sono stancato di sentire tutte queste idiozie!
Voi pensate davvero di poter essere in grado di aiutarci?-.

Gli "psicologi" tutti sorridenti che erano venuti ad accoglierli erano spariti.
Al loro posto ci stavano una ragazza spaventata e un ragazzo che aveva preso a stringere istericamente il suo giubbotto di pelle nera, se non l'avesse fatto, sarebbe probabilmente nata una lite.
La ragazza, respirando profondamente tentò di rispondere loro ma, era tutto inutile.

-Noi siamo qui per questo.
Noi possiamo aiutarvi a migliorare!-
-Noi siamo considerati solamente degli scarti per la società-.
Tutti gli occhi ora erano concentrati su un'esile figura vestita completamente di nero.

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