Capitolo 4• Esami e contratti

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Come avevo previsto, Louis aveva superato il test fisico alla grande, infatti nonostante avesse un corpo all'apparenza gracile, aveva forza da vendere. Mentre correva, i suoi capelli venivano accarezzati dal vento, il suo viso era attraversato da gocce di sudore e talvolta, anche se non avrebbe dovuto perdere la concentrazione, mi rivolgeva un sorriso sincero.

Lo guardai ancora per qualche secondo quando vidi il suo viso incupirsi. Gli rivolsi un'espressione confusa di rimando, ma capii il motivo del suo cambio d'umore solo quando mi senti trascinare per il gomito.

Sbuffai quando mi resi conto che colui che mi aveva afferrata era niente meno che quel figlio di papà, meglio conosciuto come Harry Styles. Questa volta, non mi sentii nemmeno in dovere di rivolgermi a lui in modo cordiale, si era rivelato irrispettoso in così poco tempo, perché non avrei dovuto fare lo stesso? Scivolai dalla sua presa e incrociai le braccia:

"Che cosa vuole ora?" chiesi impaziente, tamburellando i piedi a terra.

"Ti voglio. Nel mio ufficio. Subito" disse accentuando le piccole pause fra una parola e l'altra.

"Va bene, ma si potrebbe GENTILMENTE sapere, dove diamine si trova il tuo ufficio?" dal momento che si era preso la libertà di darmi del tu, mi chiedevo perché non avrei dovuto farlo anche io.

"Non c'è bisogno che te lo dica, verrai con me" ghignò prendendomi per mano, al ché la schiaffeggiai senza ritegno.

"Non ho bisogno della tua manina, mammina- cantilenai -fammi strada"

Mi girai verso Louis, roteando semplicemente gli occhi per rassicurarlo, mentre lui mi rivolse un sorriso teso.

Arrivati all'ufficio di Styles, mi fece l'ironico cenno di accomodarmi su una delle poltrone in pelle, mentre lui, inaspettatamente si sedette su quella di fronte alla mia e non quella che dava sull'imponente scrivania in legno di ciliegio.

"Allora, Maynard, sai cos'è il Doping, giusto?"

"Sì, certamente, consiste nell'uso di una sostanza a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell'efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva. E con questo? Cosa vuoi dire?"

"Be' cara Angelina- marcò in modo particolarmente sprezzante il mio "nome" -si da il caso che sia vietato il suo utilizzo durante il test fisico, ed è chiaro, anzi palese che tu ne abbia fatto uso" sussurrò avvicinando il suo viso al mio.

"Hai qualche prova al riguardo?" risposi di rimando, avvicinando ancora di più il mio viso al suo, per poi poggiare una mano sul suo petto e spingerlo all'indietro.

Lo vidi sorridere e spostare una ciocca di capelli scivolatagli sulla fronte.

"No, ma da qui a poco- venne interrotto dal bussare di qualcuno alla porta dell'ufficio -oh, si da il caso che siano già qui" ribadì prima di dirigersi verso la porta.

Entrarono due uomini, sulla trentina, in camice bianco con una piccola valigetta. Avevo già capito il motivo per il quale erano lì e alzai gli occhi al cielo.

"Seriamente? Mi aspettavo qualcosa di più melodrammatico. Suvvia, fatemi questi maledetti esami" disse porgendo loro il braccio, mentre non interrompevo lo sguardo schernitore intrecciato a quello teso di Styles.

Dopo gli esami che mi fecero, fu chiaro ormai che non c'era traccia di droghe nel mio sangue.

"Cosa? Non è possibile, dobbiamo ripetere gli esami con attrezzature migliori, a quanto pare ha usato qualche sostanza per mascherare il doping...Angelina ne ha sicuramente fatto us-" interruppi il suo monologo, alzandomi e rivolgendogli queste parole:

Burnt ∆Harry Styles∆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora