·Eren·
«Svolta qui, è il primo palazzo sulla destra.»
Levi lentamente accosta la moto al marciapiede. Smonto agilmente dalla sella, restituendogli il casco che lui appoggia sul serbatoio lucido.
«Grazie per il giro, Levi. Sei stato davvero gentile, avevo proprio bisogno di distrarmi.» lo guardo riconoscente.
«Ti sei praticamente autoinvitato.» afferma monotono, guardandomi con i suoi occhi gelidi e dal colore unico.
«Non è affatto vero, e comunque la prossima volta offro io!»
Lui inarca un sopracciglio.
«La prossima volta?»
«Esatto, la prossima volta.» gli rispondo sorridendo, mani in tasca «Mi piace la tua compagnia.»
Forse sono stato troppo sfacciato..?
Beh, non me ne pento, ho solo detto la verità: ho realmente trovato la sua compagnia piacevole, nonostante il carattere pungente ed introverso.
Non c'è stato un solo istante in cui mi sia sentito a disagio oppure troppo infastidito dai suoi modi bruschi o le sue battute taglienti. Abbiamo chiacchierato di argomenti banali, punzecchiandoci in continuazione, parlando del più e del meno senza fare domande troppo personali.Levi è una persona schiva, riservata, dalla risposta sempre pronta e senza peli sulla lingua, anche a rischio di risultare antipatico alla massa. Ma so che dietro il suo carattere scostante c'è molto di più. Lo sento.
Infatti sono già pronto ad incassare un suo eventuale rifiuto (che non accetterei, sia chiaro), o una replica velenosa su quanto invece la mia, di compagnia, gli risulti noiosa: invece mi stupisce positivamente.
«Tch, come preferisci. Mi aspetto un caffè decente, sappilo.» dice infilandosi il casco, inserendo la prima col piede.
«Conosco il posto adatto, tranquillo. Allora ciao, Levi.»
Lui parte senza rispondere ma prima di girare l'angolo lo vedo fare un cenno con la mano, che non faccio in tempo a ricambiare.
Resto così sul marciapiede con questa sensazione strana nello stomaco, come se fossi 'sospeso', in attesa di qualcosa.
La prossima volta...
Spalanco gli occhi, passandomi esasperato una mano sul viso, rendendomi conto che non ho il suo numero di telefono.
━
Mi alzo, ancora mezzo rincoglionito dal sonno, barcollando verso la porta d'ingresso, alla quale qualcuno ha appena bussato.
«Chi è..?» biascico sbadigliando, grattandomi il braccio sinistro.
«Eren, sono Armin.»
Sentendo la sua voce apro senza guardare dallo spioncino, certo che non sarei riuscito comunque a mettere a fuoco proprio niente.
«Armin, che ci fai qui a quest'ora-» le parole mi muoiono in gola quando al suo fianco vedo Mikasa. Lei arrossisce nel vedermi, coprendosi velocemente gli occhi con le mani, mentre io corro verso la camera da letto lasciando i miei amici all'ingresso, sperando che durante il tragitto il pavimento si divida come le acque del Mar Rosso e mi inghiotta completamente.
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One Last Night
FanfictionCi sono persone che è scritto debbano incontrarsi. Esistenze destinate ad intrecciarsi, in modo assoluto ed innegabile. Ma stare insieme, quella è una scelta: nessuno sa da lì in poi quale sarà il corso degli eventi. L'unica cosa che conta, e che è...