·Levi·
Non so quanto tempo sia trascorso da quando sono uscito, è buio, e sinceramente non mi importa nemmeno.
Alla fine, piuttosto che andare al supermercato, ho optato per un pasto veloce fermandomi in un locale non troppo distante da qui.Cerco le chiavi di casa nelle tasche dei pantaloni, percorrendo il pianerottolo del palazzo. Arrivo davanti la porta del mio appartamento: sul pavimento, con la schiena alla parete, una figura giace seduta proprio lì accanto. Infilo le chiavi nella toppa senza scompormi, nè degnarla di un ulteriore sguardo.
«Dove sei stato?»
La serratura scatta, mentre rispondo.
«Non sei mia madre.»
Mikasa si alza seguendomi, mentre entro in casa disattivando l'allarme, e richiude la porta alle sue spalle.
«Ti ho chiamato sul cellulare.» la sua voce è piatta, come sempre.
«Ero in moto, non l'ho sentito.» rispondo secco. Non sono dell'umore adatto per dare tutte queste spiegazioni.
«Ti aspetto da ore.»
«Potevi tornare a casa.» il mio tono assume una vena irritata. Lei resta in silenzio per qualche istante, prima di dire «Devo parlarti.»
«Questo lo avevo capito.»
Mi sfilo la giacca, facendole cenno con la mano di accomodarsi in salotto sul divano. Prende posto, la sua postura è rigida e composta, e il suo sguardo non mi abbandona un attimo, mentre mi siedo sulla poltrona poco distante. Sospiro, mi sento esausto.
«Di cosa, esattamente?» mormoro stanco.
«Eren.»
La fisso, senza capire.
«Abbiamo litigato.»
«Le vostre scaramucce da mocciosi non mi riguardano.» affermo piccato portandomi alle labbra una sigaretta, accendendola.
«So del giro in moto.» afferma in modo quasi accusatorio.
Mi rilasso contro lo schienale, lasciando pigramente fuoriuscire il fumo dalle labbra, osservando un punto indefinito del soffitto.
«Quindi?»
Mia cugina inizia a tormentare la sciarpa che porta sempre al collo, spostando la sua attenzione su qualcos'altro che non sia io. Sta raccogliendo il coraggio per dirmi ciò per cui è venuta.
I suoi occhi grigi, vagamente simili ai miei, mi fissano di nuovo, con intensitá.
«Sarebbe meglio che tu ed Eren non vi vedeste più.»
Quasi mi viene da ridere.
«Meglio per chi? Per lui, o per te?» calco l'ultima parola «Non prendermi per culo, Mikasa. Non ti permettere, non te lo consento.» dico con astio.
Lei arrossisce lievemente, colta nel segno, ma cerca di non darlo a vedere.
«Entrambi, credo.»
Cala il silenzio.
«L'ho solo portato a fare un giro in motocicletta. Niente di più, niente di meno. Non vedo dove sia il problema, sinceramente. Tra l'altro non ho alcun interesse nell'approfondire la nostra conoscenza: è amico tuo, non mio. Ci siamo incontrati per puro caso.» le dico pacatamente, spegnendo la sigaretta in un posacenere lì vicino.
«Perché sei tornato, Levi?»
«Non è per farmi questa domanda, che sei venuta. Non ti interessa davvero sapere il perché.»

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One Last Night
FanfictionCi sono persone che è scritto debbano incontrarsi. Esistenze destinate ad intrecciarsi, in modo assoluto ed innegabile. Ma stare insieme, quella è una scelta: nessuno sa da lì in poi quale sarà il corso degli eventi. L'unica cosa che conta, e che è...