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Fisso Eren, senza parole.
Ha preso una scelta, una scelta che non gli darà rimpianti. Ha scelto me.
Non so cosa dire, troppo sgomento per pensare qualunque cosa all'infuori di Eren, Eren, Eren - il quale mi guarda ed attende che gli dica qualcosa, faccia un gesto, o magari riprenda a respirare..!
Decido di agire d'istinto, perché se aspetto che il cervello riprenda a funzionare credo che moriremo di vecchiaia qui sul pianerottolo: lo afferro per la felpa, trascinandolo in casa e sbattendolo contro il muro accanto la porta, che richiudo col piede senza nemmeno guardare.
Gli occhi di Eren sono sgranati per la sorpresa, e lo sento trattenere il respiro quando le mie labbra affamate trovano le sue. Per un attimo temo di aver commesso un errore, di essere troppo rude o precipitoso, ma quando lo sento ricambiare il bacio con la stessa foga e disperazione, so con assoluta certezza che mi vuole, tanto quanto io voglio lui.
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Sento il calore del suo corpo che mi tiene schiacciato contro la parete, le sue mani toccarmi ovunque come se cercasse la prova tangibile che io sono reale e non un sogno effimero. La sua bocca divora la mia con la fretta di chi ha molto da recuperare e troppo poco tempo a disposizione: Levi mi fa sentire voluto, desiderato, e adoro questa sensazione. Tra le sue braccia mi sciolgo come neve al Sole, rilassando i muscoli dapprima tesi per la paura di essere respinto e rifiutato.
«Eren...» sospira sulle mie labbra, ed io le schiudo dandogli libero accesso.
I nostri baci sono intensi, bagnati, e risuonano nel silenzio della stanza coi loro schiocchi umidi. Lo stringo a me, una mano alla base della sua schiena e l'altra sulla sua nuca, col desiderio impossibile che questa notte sia eterna ed il domani non giunga mai; che questo momento sia solo nostro.
Che bella parola, da un senso di appartenenza.
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Stringendo i miei capelli tra le dita, Eren espone il mio collo alle attenzioni delle sue labbra, che percorrono avidamente la mia gola per poi morderne e succhiarne un lembo. Lo sento mugolare soddisfatto, e sono certo che avrò un segno rosso piuttosto vistoso lì dove sta concentrando le sue energie.
È qui, con me, e ancora non ci credo.
Sette giorni lunghi un'eternità, sette giorni in cui non ho fatto altro che ripetere a me stesso di aver fatto la scelta giusta, che sfidare il mio destino era inutile e che avrei combattuto l'inevitabile; che lasciarlo andare era per il suo bene.
Eppure lui, testardo come solo un mulo potrebbe essere, non si è arreso alla mia sorte: è corso qui, convinto di potermi fornire la giusta motivazione per lottare ancora, e che io sia eternamente dannato se questo moccioso non è un buon motivo per partire verso l'ignoto e poi tornare qui, tra le sue braccia che mi sostengono, col suo profumo intossicante che mi stordisce ed il suo calore che mi avvolge.
Parlando di calore, realizzo all'improvviso che le sue mani sono gelide per via dei vestiti completamente bagnati.
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Levi mi allontana in modo deciso, quasi brusco, e mi guarda con cipiglio contrariato.
«Spogliati, ora.»
Le sue parole mi colgono del tutto impreparato, facendomi arrossire. Non nego che il sesso fosse tra i miei pensieri ma, anche se non sono una "fanciulla in fiore", un minimo di tatto lo avrei gradito..!
«Eh..? Cos-»
«Sei zuppo dalla testa ai piedi, moccioso. Ti prenderai un malanno. Avanti, spogliati, hai bisogno di una doccia calda.»
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One Last Night
FanfictionCi sono persone che è scritto debbano incontrarsi. Esistenze destinate ad intrecciarsi, in modo assoluto ed innegabile. Ma stare insieme, quella è una scelta: nessuno sa da lì in poi quale sarà il corso degli eventi. L'unica cosa che conta, e che è...