Capitolo 1

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Theo se ne stava nel suo appartamento. Aveva deciso di andarsene. Andarsene lontano da Liam, lontano da tutto ciò che circondava Beacon Hills. Dopo il loro incontro in bagno non l'aveva più rivisto e forse era meglio così. Era convinto di ciò che stava facendo, andarsene era la cosa giusta da fare. Lui non avrebbe sofferto guardando Liam ogni singolo giorno sapendo di non poterlo toccare o solo non potendo parlarci, e il Beta sarebbe stato più felice e avrebbe continuato la sua storia con Hayden.
Si alzò dal divano, sul quale era sdraiato e osservò quel piccolo appartamento in cui aveva vissuto troppo poco per considerarlo veramente suo. Un senso di malinconia lo pervase, gli occhi divennero lucidi, se li sfregò e ricacciò indietro le lacrime. Aveva pianto abbastanza in quei giorni. Tutte le lacrime che non aveva versato in diciannove anni, erano uscite per colpa di quel piccolo lupo.
Non pensava si potesse soffrire così tanto per qualcuno, per amore, non pensava si potesse arrivare a tirare pugni, tirare i capelli solo per un rifiuto di una persona.

Era deciso a partire, sicuro come non lo era mai stato. La valigia mezza vuota, riposta sul letto, era tutto ciò che aveva. Avrebbe preso il primo bus che passava e sarebbe andato chissà dove.
Andò in bagno, per darsi una sciacquata, si appoggiò al lavandino e si osservò. Era abbastanza messo male, la pelle pallida, gli occhi rossi e gonfi, le labbra secche e i capelli tirati all'indietro troppo lunghi per stare al loro posto. Niente, però, era messo peggio del suo cuore e della sua mente. Il cuore batteva regolarmente, ma ogni battito faceva male. La mente continuava a riportare a galla ricordi di quel poco tempo passato a Beacon Hills, ricordi passati con Liam. Avevano passato più tempo a stuzzicarsi e a litigare che a parlare civilmente. Ma avrebbe rifatto tutto nello stesso modo. Quelli erano loro. Troppi uomini per perdersi in smancerie ma troppo ragazzine per non resistersi.

Strappò un foglio di carta da un quaderno, deciso a scrivere qualche parola. Si sentiva così stupido ma voleva liberarsi di quel peso. Non voleva incontrarlo per dirgli addio, perciò l'avrebbe fatto sulla carta, anche se non gliel'avrebbe mai fatta avere. Scrisse ciò che non avrebbe mai creduto di scrivere, gli confessò che si era innamorato di lui. E pianse, di nuovo. Non si accorse nemmeno che qualcuno aveva spalancato la porta, facendo oscillare il cartello AFFITTASI. Troppo preso nella sua disperazione, non si voltò per vedere chi fosse entrato.
Mentre stava scrivendo il suo nome, qualcuno gli prese il braccio di colpo, creando una linea con l'inchiostro.
"Dove pensi di andare?" gli urlò in faccia quella persona. Scacciò le lacrime mettendo a fuoco la figura davanti a sé: Jane.
Lui non rispose, confuso da quella strana reazione della ragazza.
"Theo Raeken hai fatto qualcosa che non avresti mai dovuto fare" continuò lei, non era la solita Jane. Jane era diversa, timida e mai si era rivolta a Theo in quel modo. Sembrava il diavolo, quella fu la prima immagine che alla Chimera venne in mente.
"Che intendi dire?" chiese Theo non capendo.
Lei fece una risata malvagia, poi si fece seria avvicinandosi alla Chimera, stringendogli il braccio.
Theo mostrò gli occhi gialli, le zanne e gli artigli tentando di liberarsi. Jane sorrise, afferrandogli anche l'altro braccio. Aveva una forza disumana, quella piccola ragazza. Le si illuminarono gli occhi di un verde fluorescente.
"Mi hai dimenticata, io con te non avevo finito-" la voce trasformata. Theo confuso, le diede un calcio, ma lei non si staccò, come se non l'avesse nemmeno toccata "credevi di essere il più furbo, ma io lo sono stata di più. Ti ho ingannato, probabilmente è un dono di famiglia".
Rimase intontito, per un attimo non riuscì a capire. Nel momento in cui lei gli conficcò le dita nello sterno, Tara gli ritornò alla mente. Gli ritornò alla mente tutto ciò che aveva dimenticato stando insieme a Liam.
"Vedo che hai capito, ora dì addio al tuo amichetto-" le dita sempre più in profondità, vicino al cuore, a Theo divennero gli occhi lucidi e non si mosse "non piangere-", gli portò una mano alla guancia e lo accarezzò "non sarà triste, questa volta non ti salverà" gli sussurrò all'orecchio.

Lo squarcio al petto non era così doloroso in confronto al dolore che provò la sua anima. Una parte della sua anima era sparita, l'aveva risucchiata Jane. Non voleva il suo cuore, voleva solo i suoi ricordi. Ricordi di Liam Dunbar.

Together - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora