La storia che vi apprestate a leggere è completamente inventata e non ha nessun legame con la serie Shippuden.
Buona lettura!Il Villaggio della Foglia era stata distrutta, la guerra era in subbuglio e i ninja sembravano inermi contro la minaccia dell'Alba, armata dell'arma più pericolosa presente al mondo: la resurrezione impura.
Era questa la situazione in cui viveva il mondo ninja in quel periodo.Naruto era in ginocchio nella sua tenda.
Era quella la sua nuova casa; quella vera era stata distrutta, assieme a quelle dei suoi compagni per mano di Pain. Ma lui non era più un problema; era morto ed era la cosa più importante. Il ninja stava contemplando una foto alquanto arcana; erano ragazzini, quando andavano ancora all'Accademia dei ninja.
Lui a destra, Sakura al centro, maestro Kakashi in alto e Sasuke a sinistra.
Sasuke..., pensò Naruto.
Erano passati anni da quando era stata scattata quella foto e da allora erano successe tante cose, troppe per essere elencate.
Allora lui e Sakura erano cambiati. Compreso Sasuke.
Dove sei finito?, pensò Naruto, amaramente.
Il filo di pensieri venne interrotto dall'entrata improvvisa di Rock Lee; aveva la carnagione innaturalmente chiara e lo sguardo era traumatizzato, come se avesse visto un fantasma. Naruto nascose in fretta e furia la foto, mettendola nel cassetto da dove l'aveva tirata fuori.
"Cosa c'è Lee?", chiese il ninja all'amico, preoccupato.
"Temo di aver visto un fantasma...", mormorò, spaventato.
"Spiegati meglio".
"Dovrai vederlo da solo. La faccio entrare?".
Titubante, Naruto annuì. Rock Lee si dileguò, scomparendo.
Il ninja, rimasto solo, riprese in mano la foto, aspettando, ma non dovette farlo per molto.
"È permesso?", chiese improvvisamente una voce.
Naruto si voltò, e appena la vide, rischiò l'infarto.
Una ragazza gli era davanti con un sorriso appena sbocciato, ma nello sguardo mostrava invece una tristezza incredibile.
Aveva i capelli lisci, lunghi fino al bacino, divisi in tre sezioni verticali; alla sua sinistra erano neri, al centro erano bianchi e alla sua destra erano sanguigni.
Aveva un viso a ovale, magro e perfetto, di un rosato chiaro e gli occhi erano bianchissimi.
Possedeva il Biya Kugan.
Indossava una tuta molto simile a quella di Sakura, ma i colori erano diversi; i guanti erano neri con delle rigature bianche sui polsi, la maglietta a maniche corte era porporea e i pantaloncini erano bianchi. Gli stivali raggiungevano al ginocchio ed erano violacei con dei tacchetti.
"È impossibile..." mormorò Naruto, confuso "Aruna, tu eri morta...".
"Io non Aruna. Io sono Shasei".
Il ninja non riusciva a capire il senso di quella frase. Sembrava lei, ma allo stesso tempo non lo era.
"Posso sedermi?", chiese.
Il ragazzo annuì. Shasei s'inginocchiò su un cuscino, di fronte a lui.
"Spiegami questa storia", chiese il ninja.
"È difficile da spiegare, ma ti prometto che te lo spieghero'. In realtà, non sono qui per questo".
"E sarebbe?".
"Ecco..." cominciò, imbarazzata "ho scoperto che mi rimane un mese di vita".
Naruto rimase sconvolto e parve non capire a quel discorso assurdo.
"Come sarebbe a dire?" esclamò, esterrefatto "sei malata?", chiese, preoccupato.
"Niente del genere. Mi hanno lanciato una maledizione, ma non so chi".
Naruto sospirò.
"Se c'è un modo, stai sicura che ti aiutero' ", disse, sicuro e determinato.
"C'è, ma bisogna andare nel Villaggio della Sabbia, in un antico tempio. L'unica cosa che può salvarmi è un rito che si dovrà svolgere lì".
Il ragazzo annuì, deciso. Si alzò in piedi e cominciò a girare per la tenda, a mettere in una sacca qualche borraccia e un po' di cibo.
"Che cosa stai facendo?", chiese confusa Shasei.
"Preparo il bagaglio per il viaggio".
"Non penserai mica di partire adesso!", esclamò.
"Eccome!", gli si fece sotto, avvicinandosi a lei, quasi turbandola "voglio aiutarti", le disse dolcemente.
La ragazza sbufo', frustrata.
"Senti", cominciò "prima di andare nel Villaggio della Sabbia, dobbiamo procurarci un pugnale particolare che in questo momento non ho. Il rito non avrà effetto se utilizzo un kunai qualsiasi".
"E dove si trova questo particolare pugnale?".
"Non lo so, ma credo di sapere dove sia".
Naruto annuì, quindi prese la sacca e uscì, seguito da Shasei. C'era un viavai di ninja e nessuno sembrava importare dei due che volevano andarsene.
"Come pensi di andare senza essere visto?", chiese la ragazza.
"Ehm...non ci avevo pensato", rispose, imbarazzato.
Shasei si mise una mano sulla fronte, frustrata.
"Lascia fare a me".
La ragazza rientrò nella tenda, sedendosi a gambe incrociate al centro; Naruto la imitò, senza capirne il senso.
"Perché questo?".
"Sto per teletrasportarci", disse con un sorriso cospiratore.
Il ragazzo rimase stupefatto.
"Wow! Ma stai scherzando?".
"Assolutamente no. È una tecnica che ho inventato. Si chiama Tecnica di Volo e consiste nel teletrasporto immediato di uno o più soggetti. La pecca però è che non puoi andare in un posto che superi il raggio d'azione della tecnica.
Mi segui fino a qui?"
Naruto fece per annuire, ma scosse velocemente la testa.
Shasei sospirò.
"Assecondami e basta".
La ragazza porse i palmi delle mani al ninja, affinché questo gliele stringesse.
Naruto obbedì.
Allora Shasei chiuse gli occhi, concentrandosi intensamente.
Delle strani luci cominciarono a illuminare sotto la sua maglietta, disegnando una serie di disegni dorati.
Poi cominciarono a comparire dei fulmini argentei dal retro del collo, circondando i due ninja.
Poi scomparvero, compresi i due ragazzi.
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L'altra faccia di Itachi
FanficIl ninja appoggiò la mano dietro la testa di Shasei con affare protettivo stringendola di più con l'altra mano, appoggiandola in fondo alla schiena. "Dormi. Figlia mia", disse Itachi a Shasei dolcemente, come un sussurro. La ragazza si addormentò co...