Capitolo 1

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Era arrivato il momento decisivo, quel momento che aspettavo con ansia. L'aereo era già arrivato. Ero felice; felice di arrivare in un posto affascinante come la Germania, ma nello stesso tempo triste di lasciare il posto in cui ho vissuto per venticinque anni.
il mio nome è Sofia, ho appena compiuto venticinque anni e sono italiana. Ho dei lunghi capelli mossi e castani, gli occhi marroni e porto gli occhiali. La mia passione è da sempre stata la musica, sin da quando ero piccola; insomma, possiamo definirla un po' come un primo amore. A proposito di amore, dopo la mia ultima delusione ho deciso di "prendermi una pausa"; quello che intendo dire è "basta con i ragazzi per un po'", cercherò di dedicarmi un po' più a me stessa.
Ero atterrata verso le tre di pomeriggio e ad attendermi c'era Emma, una mia cara amica che mi accompagnò a casa.
"Ciao Emminaa!" Le dissi abbracciandola
"Hey Sofi, tutto bene?"
"Si si, tutto ok. Sono solo un po' disorientata. È da tanto che non vengo qui."
"Beh, capisco. Vedrai che tra qualche giorno ti ambienterai subito"
Eravamo arrivate. Prima di entrare in casa mi fermò un attimo.
"Ah dimenticavo. Visto che prendevi lezioni di musica se vuoi continuare ti do il numero di questo insegnante. Ci andava mia cugina e dice che è molto bravo, sia come persona sia ad insegnare" mi disse consegnandomi un biglietto.
"Ecco menomale, grazie mille! Altrimenti ci avrei messo un sacco a cercarne uno!"
"Figurati! Se più tardi sei libera possiamo vederci se ti va"
"Volentieri. Ti faccio sapere dopo!"
Così entrai in casa e sistemai tutte le mie cose. Dopo pranzo chiamai subito quel numero.
"Pronto? Sono Alvaro Soler. Con chi parlo?"
"Ehm, buongiorno. Lei è l'insegnante di musica giusto?"
"Si, sono io"
"Ok. Sarei interessata a prendere delle lezioni. Una mia amica mi ha dato il suo numero"
"Se vuoi possiamo anche darci del tu. Comunque va bene. In genere do lezioni due volte a settimana: giovedì e venerdì sera. Ma se non riesci possiamo anche cambiare giorni" mi disse.
"Venerdì va benissimo, ma giovedì proprio non posso"
"Può andare bene sabato?"
"Si, va più che bene"
"Ok. Se per te non è un problema ti chiedo di passare oggi pomeriggio verso le cinque a casa mia così parliamo un po'"
"Va benissimo"
"Ok, allora ti invio il mio indirizzo su whatsapp. A più tardi"
"A dopo"
Per curiosità andai a vedere la sua foto profilo, ma nulla: la foto era quella di una chitarra. Ero così curiosa di vederlo.
Il pomeriggio mi preparai per poi andare a casa di Alvaro: pantaloncini, maglietta a maniche corte e raccolsi i capelli in uno chignon con una piccola ciocca che scendeva. Poi presi una felpa, la mia borsa e andai.
Appena arrivai fuori la porta c'erano due cognomi: Tauchert e Soler. Due cognomi, due persone in casa. Ma in realtà non era così.
"Ciao, entra pure" mi disse sorridendomi. Volete sapere com'era? Beh, un bel ragazzo, anzi... un bellissimo ragazzo alto, occhi marroni e capelli corti e castani con un bellissimo ciuffo.
"Piacere, mi chiamo Sofia"
"Piacere mio, mi chiamo Alvaro anche se penso di avertelo già detto" mi rispose sorridendo.
"Si, non fa niente" risposi ridendo.
Poi ci sedemmo sul divano.
"Posso chiederti quanti anni hai?"
"Si certo, ho venticinque anni"
"Ah, anche io. E da quanto tempo sei qui?"
"Da oggi. Sono arrivata oggi pomeriggio"
"Ma per le vacanze?"
"No, mi sono proprio trasferita. Sono italiana. Invece tu sei di Berlino?"
"No sono a Barcellona ma abito qui da molto."
"Ah, bella Barcellona, ci ho lavorato."
E poi continuammo a parlare un po' del più e del meno.
"Quando vorresti iniziare?" Mi chiese.
"Ma per me va bene settimana prossima. Ma i corsi dove si terranno?"
"Qui da me. Ho uno studio molo grande e allora ho deciso di farli qua. Le persone non sono tantissime" mi disse indicandomi lo studio. "Ah, dimenticavo. Sabato dovresti essere da sola dato che gli altri vengono giovedì. È un problema?" Mi chiese.
"No no, assolutamente."
Ad un certo punto entró una ragazza che chiese una cosa ad Alvaro e poi se ne andò. Dentro di me pensavo "ok, non ne vale la pena di provarci". Si ok, come ho detto all'inizio vorrei prendermi una pausa, però... solo una piccola prova ci sta.
"Non è per intromettermi, giusto per curiosità, ma la ragazza di prima era la tua ragazza?"
"No, è una mia amica ed abita qui con me momentaneamente. Infatti tra poco se ne va e i cognomi che vedi fuori la porta sono miei. Me lo chiedono tutti" mi disse ridendo.
Dopo questa lunga chiacchierata tornai a casa perché dovevo prepararmi per uscire con Emma.
Poi tornai a casa che erano le nove.

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