Capitolo 11

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Il giorno dopo, dato che la partenza era prevista alle cinque, mi svegliai molto prima per prepararmi, perché io impiego molto per prepararmi e volevo fare tutto con calma. Alvaro dormiva ancora e se non fosse stato per me non si sarebbe svegliato.
"Alvy, è tardi, meglio che inizi a prepararti." Gli dissi chiamandolo dal bagno.
"Si, ora mi vesto. Comunque ero già sveglio."
"Certo..." risposi ridendo.

"Ok, io sono pronta." Gli dissi tornando in camera.
"Ay mi amor, que hermosa eres..." mi disse prendendomi per i fianchi. Quando adoro quando parla in spagnolo.
Ad accompagnarci in aeroporto c'era Emma che ci stava aspettando sotto casa. Per tutto il tragitto non faceva altro che parlare di Alex.
"Ma Alvaro, hai presente Alex?"
"Certo è il mio migliore amico."
"Perché non me lo hai presentato prima?"
"Beh, in realtà non ci ho pensato..."
"È bellissimo!" Disse interrompendo Alvaro.
"Emma ma gli hai scritto?" Le chiesi.
"Beh, no. Non mi va di scrivergli così all'improvviso."
"Ma scrivigli. Tanto si ricorderà di sicuro di te." Disse Alvaro.
"Vabbè, oggi gli scriverò... anche se ho paura!"
"Devi scrivergli assolutamente. Se avrai ancora paura... chiamaci" risposi.
Una volta arrivati, salutammo Emma e andammo in aeroporto. L'aereo era già arrivato. Quando salimmo per prendere posto tutte le ragazze guardavano Alvaro, e io ricambiavo guardandole male... non esageratamente. Avrei voluto dire <STACCATE LO SGUARDO DAL MIO RAGAZZO!>
Quando ci sedemmo, vicino a me c'era ancora un posto libero che occupò un ragazzo. Credo che inizialmente non aveva capito che Alvaro fosse il mio ragazzo.
"Ciao." Mi disse sedendosi.
"Ciao."
"Anche tu a Barcellona?"
"Si." Mi veniva voglia di rispondere <no, guarda. Sono sull'aereo per Barcellona perché devo andare a Miami.>
"Sei proprio carina." Mi disse.
"Ehm... grazie, ma..."
"Amore, hai visto le cuffiette?" Disse Alvaro interrompendomi. Lo aveva fatto apposta.
"Si, ce le ho io."
"Ah, ma quindi non sei sola."
"Eh no, piacere mi chiamo Alvaro, sono il suo ragazzo." Gli disse Alvaro.
"Oh, scusatemi. Comunque piacere mio, mi chiamo Paolo."
"E io Sofia."
Durante il viaggio abbiamo chiacchierato un po' con Paolo. All'inizio mi sembrava uno di quei ragazzi insopportabili che se la tirano, ma invece si è dimostrato molto simpatico. Dopodiché Alvaro Si addormentò appoggiato alla mia spalla. Com'era tenero!
Eravamo quasi arrivati e lui dormiva ancora.
"Amore, svegliati stiamo per arrivare." Gli dissi mettendo una mano tra i suoi capelli.
"Ero sveglio, ero sveglio..." mi disse mezzo addormentato.
"Ma dai, so che dormivi. Potrei anche capirti, insomma, sei stato una settimana fuori casa andando sempre a letto tardi. Poi si vedeva che dormivi."
"Ok... lo ammetto: dormivo." Mi rispose ridendo. Ad un certo punto mi prese il viso e mi baciò.
Appena arrivati chiamammo un taxi che ci avrebbe accompagnati in albergo.
"Wow, certo che questa camera dal vivo è ancora più bella. E poi guarda che bello il mare!" Dissi guardando fuori dalla finestra.
"Già è bellissimo. Cosa dici, andiamo a farci un bagno?"
"Ma si dai."
Arrivati in spiaggia posammo le borse sotto l'ombrellone e andammo a fare il bagno.
"Certo che in costume sei meravigliosa." Mi disse mentre si sistemava i capelli bagnati.
"Anche tu amore." Così mi prese in braccio e mi baciò.
La sera rientrammo in stanza stanchi morti.
"Amore devo fare la doccia." C'era un problema: lo avevamo detto nello stesso momento.
"Ah, vabbè vai prima tu." gli Dissi.
"Ma no, tranquilla, vai prima tu."
"No no, vai prima tu, ci impiego di più."
"Andiamo insieme?" Mi chiese.
"Oh, va bene."
"Sempre se va bene anche per te."
"Si, certo. Non c'è problema."
Sotto la doccia eravamo così imbarazzati che continuavamo a ridere.
"È la prima volta che faccio la doccia con la mia ragazza." Mi disse.
"Anche per me... non mi è mai capitato di fare la doccia con il mio ragazzo."
"Beh, infondo c'è sempre una prima volta."
"Già."
Una volta usciti dalla doccia eravamo entrambi in accappatoio e andammo in camera per vestirci.
"Ti amo piccola mia."
"Io di più."
"Tu dici?"
"Dico, dico."
"Stiamo a vedere..." eravamo ancora in accappatoio. Mi buttò sul letto e iniziò a baciarmi.
"Oh, e va bene hai vinto tu." Gli dissi mentre mi baciava mi accarezzava.
"Su queste cose vinco sempre." Mi rispose ridendo.
Ad un certo punto bussarono alla porta: noi eravamo sdraiati sul letto in accappatoio.
"Aspetta, vado io." Disse Alvaro.

"Buonasera, dovrei sistemare la camera." Era la donna delle pulizie.
"Si, mi scusi. Solo un attimo, dobbiamo vestirci." Disse Alvaro imbarazzato.

"Sofi, è la donna delle pulizie, quindi vestiamoci poi  andiamo anche a mangiare."
"Oh, è vero di solito passa a quest'ora... ma io ho i capelli ancora bagnati..."
"Fa niente, tanto fa caldo, si asciugano da soli."
"Mmh, hai ragione. Ok sbrighiamoci."
Dopo cena tornammo in camera. Eravamo fuori terrazzo a parlare al telefono con Emma.
"Ehi sposini, vi state rilassando?"
"Si, si grazie. Qui a Barcellona fa caldissimo."
"Anche qui a Berlino, non è che cambi molto." Ci rispose.
"Emma, hai scritto ad Alex?" Le chiese Alvaro.
"Noo..."
"Quando ti decidi?" Le chiesi ridendo.
"Sta sera, giuro."
"Bravaaa! Dopo vogliamo sapere tutto." Le disse Alvaro.
"Si, appena mi risponde vi faccio sapere."
Dopo aver parlato ancora un po' con Emma, andammo in camera a lavorare ancora sulla nostra canzone.in realtà era finita, però la stavamo perfezionando.
"Io direi che così può andare." Disse Alvaro.
"Già. Proviamo a suonarla?"
"D'accordo."
Eravamo contentissimi, la canzone era venuta perfetta e poi entrambi abbiamo sempre desiderato di scriverne una.
"E se la pubblicassimo su YouTube?"
"Si, pensa che bello!"
"Magari anche con un videoclip. Ho degli amici qui a Barcellona che potrebbero aiutarci. Poi mio zio lavora per una casa discografica. Potrebbe aiutarci alla grande."
"Cavolo, si! Ma perché non me lo hai detto subito, da quando abbiamo deciso di scriverla?"
"Non ci ho pensato... ma ora lo sai!" Mi disse ridendo.
"Beh, si meglio tardi che mai." Risposi.
"Comunque, cambiando argomento... pensi che dovremmo dirglielo agli altri della nostra relazione?" mi chiese.
"Secondo me si. Dobbiamo cercare di dirglielo anche a quella pazza di Sara."
"Già." Mi rispose ridendo.
"Si intromette sempre e per il fatto che mi avvicino a te, mi odia."
"Cercheremo di dirglielo."
Era mezzanotte ma noi andammo ancora un po' fuori terrazzo perché faceva troppo caldo.
"Di solito la maggior parte dei ragazzi preferisce le ragazze con gli occhi azzurri. Io sono molto particolare nello scegliere la ragazza. Però occhi azzurri o occhi marroni è indifferente, perché con la mia ragazza devo stare anche bene. Comunque tu hai questi occhi marroni così dolci che mi fanno impazzire dalla voglia di prenderti e di riempirti di baci e carezze tutta la notte." Mi disse prendendomi per i fianchi.
"Mmh, non parliamo di te allora..."
"Perché ti mordi sempre il labbro quando ti guardo?" Mi chiese sorridendo.
"Beh, quando un ragazzo mi piace veramente, diciamo che mi viene spontaneo."
"Anche questa cosa mi fa impazzire." Mi rispose. Dopo mi prese per i fianchi tirandomi verso di lui e iniziò a baciarmi, poi andammo a letto perché eravamo molto stanchi.

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