Capitolo 9

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Per qualche minuto vide solo gli occhi scuri e persi di Yoongi guardarlo, cercando qualche traccia di bugia o scherzo.
«Cosa... perché?» sussurrò appena, mentre Jimin scuoteva la testa scosso dai singhiozzi. Tentò di alzare le mani per spiegargli tutto, ma le fece cadere di nuovo lungo i fianchi. Yoongi lo abbracciò, se possibile aumentando la stretta rispetto a prima, facendo cadere all'indietro il più piccolo, ancora scosso da copiosi singhiozzi.
«Ti prego non andare» Jimin rabbrividì a causa del fiato caldo contro il suo orecchio «Con te sono finalmente felice»
Incontrò il viso segnato dal pianto e senza indugiare afferrò le guance paffute del più grande e lo baciò. Le labbra sottili di Yoongi contro quelle carnose di Jimin. Durò pochi secondi, ma per entrambi parve che il tempo si fosse fermato. Rimasero con le fronti attaccate per secondi interminabili, scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio a stampo.
«Non voglio che tu te ne vada, piccolo»
Piccolo. Si morse il labbro inferiore, e guardò le loro mani, strette tra di loro. Gli unici suoni udibili erano i loro respiri accelerati e i baci che si scambiavano. Non si era mai sentito così, triste e felice allo stesso tempo. Triste per dover lasciare la persona che in un solo mese era riuscita a cambiargli la vita. E felice perché avevano finalmente sigillato il loro amore.
«Quando dovrai andartene?»
«Domenica mattina»
«Manca così poco» mugolò tristemente Yoongi stringendo il labbro tra i denti. Amava quel piccolo ragazzo, e avrebbe voluto fare un miliardo di cose per dimostrarglielo, per renderlo felice. Ma lì, a solo due giorni dalla sua partenza, si sentiva inutile. Perché non era riuscito a dimostrare quanto Jimin per lui fosse importante. Dischiuse le labbra per poter parlare, ma poi le richiuse scuotendo la testa. Erano tante le cose di cui non gli aveva parlato, del suo passato, dei suoi genitori, e c'erano tante cose che avrebbe voluto fare con lui. Cose banali ma dolci, come farsi lo stesso colore di capelli, comprare quelle squallide magliette o collanine che tutte le coppie hanno, come se si completassero a vicenda. Avrebbe voluto ballare di più con Jimin, insegnargli i passi di danza classica più complicati, e mangiare ancora e ancora il cibo spazzatura del Mc Donald's.
La mano cicciottella di Jimin si posò sulla guancia di Yoongi per richiamarlo all'attenzione, mentre il cielo diventava sempre più scuro. Con gli occhi percorse il viso dolce del ragazzino e attese un segno, qualcosa che rompesse quell'equilibrio di pensieri e tristezza. Non disse nulla, si avvicinò solamente e posò la fronte coperta dai capelli arancioni, non più accesi come la prima volta in sui si erano visti, sulla spalla di Yoongi, che sospirò per trattenere ulteriori lacrime e guardò il cielo.
«Possiamo... possiamo andare a mangiare qualcosa? Insieme?»
Il sorriso di Jimin si ampliò, e insieme camminarono in silenzio per le strade illuminate dalle luci natalizie.

-

«Non voglio tornare a casa»
«Mh?»
Jimin si sistemò sulle gambe del più grande e guardò il cielo, di un blu scuro, cosparso da tante piccole stelle. Voleva godersi quegli ultimi momenti con Yoongi, perché poi chissà quando lo avrebbe visto.
«Voglio stare qui un altro po'»
Si accoccolò sul petto del ragazzo e giocò con i suoi capelli color menta, accompagnando i movimenti delle sue dita con un sorriso. Il più grande si protese in avanti per baciargli la fronte e poi si sdraiò nuovamente con la schiena sul prato del parco. Quel parco dove tutto era cominciato. Dove Jimin aveva udito quel fischiettare armonioso del più grande, e dove aveva trovato l'amore.
«Jiminie» mugolò Yoongi stringendo le manine dell'altro. Non aveva un motivo in particolare per chiamarlo, non aveva niente da dirgli. Voleva solo averlo vicino. Lo strattonò facendolo cadere sopra di lui e lo circondò con le braccia e le gambe.
«Ti amo»

Martedì prossimo c'è l'epilogo uhuhuu

whistle [myg,,pjm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora